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CAPITOLO QUARANTADUE
«Voglio collaborare»

Miso tirò fuori nuovamente un telefono e chiamò il numero lasciato sulla carta, sperando che non si trattasse di uno stupido scherzo.

"Tenente Kim? Sono Park Miso. Arriverò fra venti minuti"

Miso mise in tasca la lettera appena ricevuta poi, tutto quello che fece, fu correre. Nonostante si trovasse all'ottavo mese di gravidanza, ciò che il tenente Kim - suo cugino adottivo - le aveva riferito era talmente importante che non poté attendere l'arrivo di un taxi.

Jaemin aveva preso la sua macchina per incontrare Renjun come le aveva richiesto, quindi lei era rimasta a piedi; tuttavia la centrale di polizia non era così distante, ed una corsetta le avrebbe fatto sicuramente bene. Quindi corse.

Arrivò con un ovvio fiatone, così potente che fu costretta ad appoggiarsi sulle ginocchia per riprendere fiato. Rimase in quella posizione per qualche secondo, fino a che non si sentì meglio, poi si sollevò e spinse la porta di ingresso, dirigendosi con un sorriso dalla receptionist.

"Buonasera, come posso aiutarla?" la donna - sicuramente sulla sessantina - con qualche capello bianco in vista la squadrò da testa a piedi, accogliendola con un sorriso quando vide la grande pancia.

"Salve, sono il procuratore Park, sono qui per un incontro con il tenente Kim Sejeong" ricambiò il sorriso, mostrando la sua carta d'identità. "Oh, ma certo, il tenente mi ha avvisata del suo imminente arrivo!" esclamò, sfogliando dei fogli.

"In fondo al corridoio, la prima porta a sinistra: riconoscerà facilmente la stanza, c'è appeso il nome del tenente sulla porta" concluse, dandole indicazioni. Miso la ringraziò con un profondo inchino, poi girò i tacchi, seguendo la direzione appena data.

Come detto, l'ufficio non fu affatto difficile da trovare, infatti, non appena si trovò davanti alla porta del tenente si sistemò i vestiti, prima di appoggiare la mano sulla maniglia. Improvvisamente il suo telefono cominciò a suonare.

Fu indecisa se prendere la chiamata o lasciar correre, ma il suo sesto senso diceva di non ignorarla. Per questo cercò freneticamente il cellulare nella borsa. Credendo che si trattasse di Jisung, rispose spensierata.

"Si?" domandò, ma non appena notò che la voce era femminile e sconosciuta, cambiò immediatamente tonalità, diventando più formale. "Signora Park? Parlo con Park Miso?" domandò la donna.

Miso inarcò un sopracciglio. "Sì, sono io, ma la prego- signorina. Ho ancora vent'anni e non sono ancora sposata, mi fa sentire anziana così" sorrise agitatamente. Notò rapidamente come la donna dall'altra parte del telefono sobbalzò, cominciando a ridere timidamente.

"Chiedo scusa signorina Park, sono la sostituta della dottoressa Cha Ara e temo di aver scambiato i suoi dati con un altra paziente" Miso sorrise: la donna doveva essere giovane ed inesperta. Dopo pochi attimi si ricordò che quella dottoressa era la sua ginecologa.

Raddrizzò la postura. "Si figuri. Dunque, come posso esserle utile dottoressa..."

"Song! Dottoressa Song Jimin. Mi perdoni sono alle prime armi e lei è la mia prima paziente, devo ancora prendere la mano" rise ancora. Nonostante Miso amasse parlare con le persone, quello non era il momento adatto per perdere tempo, quindi sperò che arrivasse al punto prima possibile.

"Dunque" cominciò, diventando seria. "La dottoressa Cha è in ferie, perciò se le poteva far piacere, avrei intenzione di anticipare la sua ecografia fra dieci giorni, il tre gennaio. Può andare?" domandò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 20, 2022 ⏰

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