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CAPITOLO VENTITRÉ
«Credi che dovremmo parlarne con Jisung?»

"Sembri pensieroso" constatò Miso, mentre guardava il fidanzato davanti a lei.

Avevano entrambi da poco concluso anche la cena ed avevano deciso di rimanere al tavolo ancora per un po'.

"Qualcosa non va?" domandò.

Lui sospirò. "Ho notato che hai smesso di portare l'anello che ti ho dato"

Miso non sapeva bene cosa dirgli, quindi restò silenziosa. "Non ti piace?" chiese, considerando quella possibilità.

"Affatto, anzi, è meraviglioso!" la castana fu svelta a negare quell'osservazione, ma a Jisung rimaneva ancora il dubbio.

"Allora cosa, Miso, parla.. ti prego" la implorò, accarezzandole la mano sul tavolo.

"Questa relazione è sbagliata, insomma, non reggerà per molto" sospirò, facendo allarmare il maggiore.

"P-Perché dici così?" balbettò, sempre più timoroso.

"Hanno rifiutato per la seconda volta il visto per studenti che ho richiesto, ormai non ho più scelta, sarò costretta a rimpatriare negli Stati Uniti"

"Troveremo una soluzione, Miso, non possiamo arrenderci così.."

"E poi? Se anche dovessimo riuscirci... che succederà? Se non funzionasse? Io non posso rischiare..." mormorò con il capo basso.

Jisung sospirò. "Miso, mi stai nascondendo qualcosa, che ti succede? Io so che funzionerà ne sono sicuro, completamente. Forse la scuola ti sta stressando, insomma, lo capisco... ma perché hai smesso di portare l'anello di fidanzamento?" Jisung si stava arrampicando sugli specchi, non poteva dirle nulla che potesse condurla al matrimonio.

Quella conversazione era contorta, ma Miso sembrò cedere.

"Lo so, hai ragione... non sto molto bene in questi giorni, forse dovrei rilassarmi un po' in Nord Corea..." rispose sospirando.

Jisung fu felice di non dover continuare a trovare scuse per non tirare fuori l'argomento del matrimonio.

"Continui ad evitare la mia domanda" insistette piano, guardando la mano della fidanzata, così morbida e pallida.

Miso sospirò e deglutì, ansiosa, prima di rispondere.

"Forse attiro un po' troppe attenzioni se lo indosso, insomma... a scuola o a lavoro" balbettò, insicura, anche lei, di ciò che avrebbe dovuto rispondergli.

Lui capì. "E che importa?" sorrise.

"Sai quante ragazze, anche ragazzi, vorrebbero essere nella tua posizione? Non voglio essere modesto, Miso, ma vorrei davvero che tu portassi quell'anello, insomma- nella società coreana se non ne hai uno non puoi dire che appartieni a qualcuno" Jisung aveva lasciato la frase in sospeso per poi prendere fiato e continuare il discorso.

Miso capì che anche il ragazzo doveva essere molto stressato.

"Se tu non portassi quell'anello, nessuno potrebbe credere che tua sia fidanzata con un idol- potresti anche sembrare un'ossessionata, come tante altre ragazzine" spiegò, facendole ricordare il momento con Jinyoung alla biblioteca.

"Sono qua per chiederti di uscire con me" rispose schietto; Miso quasi non strozzò.

"C-Come prego?" domandò, insicura di aver sentito bene. "I-Io" balbettò cercando di fargli capire che effettivamente aveva già Jisung.

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