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CAPITOLO QUATTRO
«E tu come ti chiami?

«Okay Miso, prova-» ridacchiò Jeno, parlando quel poco di inglese che conosceva, mentre si sistemava meglio sulla sedia in salotto. Erano passati ormai due mesi da quando Miso era arrivata al dormitorio; in quel momento erano solo loro due nel dormitorio: gli EXO e gli NCT 127 si preparavano al loro prossimo comeback, Ten era ad Incheon con i WayV per partecipare al programma televisivo 'MC Countdown', mentre Chenle e Renjun erano a guardare Jisung nella sala prove più piccola, mentre si preparava alla sua prossima esibizione nel tv show "Dancing High".

I due stavano aspettando il povero Jaemin che era andato a fare la spesa per la cena di quella sera. Era uscito da poco quindi avevano molto tempo per preparargli lo 'scherzo'.

"Lee Jeno... idiota!" parlò lei, ricordando il termine appena insegnato. Lui sgranò gli occhi. "No, Miso, non io..." il ragazzo provò a spiegarle il suo errore, quando fu interrotto dalla vibrazione del suo cellulare, il quale mittente della chiamata era Na Jaemin, anche se, in realtà, sulla rubrica era segnato in altro modo. Sospirò, ma sorrise. «Dimmi»

«Jeno! Ho avuto un imprevisto: Taeyeon e Hyoyeon sono rimaste chiuse fuori dal loro dormitorio, mi hanno chiesto di portarle le chiavi di riserva»

«E dove sono?»

«Sala prove al terzo piano, quella piccola»

«Jaemin è un idiota!» la voce femminile di Miso risuonò nelle orecchie del ragazzo dall'altra parte del telefono.

«Jeno!?» il rosa sgridò il fidanzato, sapendo perfettamente che glielo aveva insegnato lui.

«Uhm...» Rispose sorridendo. «...e la spesa?» disse cambiando argomento.

«Tornerò tardi per poterla fare, manda Renjun... e magari accoppiagli anche Miso» Jeno giurò di aver potuto sentire una risata soffocata, con tono malizioso. Alzò gli occhi al cielo.

«Chanyeol ci ucciderebbe se lo facessi-» Jaemin rise a crepapelle e fu seguito dal fidanzato con una risata più contenuta, per non attirare l'attenzione della minore accanto a lui.

«Io ho detto Renjun, non Jisung»

«Anche Renjun è etero e Chanyeol ti ucciderebbe, perché io non dirò affatto che sono stato partecipe» il moro rise ancora. Jaemin ripeté l'ultima parte della frase con tono bambinesco, prendendolo in giro.

«Ah, a proposito»

«Cosa c'è ora?»

«Ho scordato il badge, quindi, tecnicamente sono, anche io, chiuso qua fuori...»

«Dov'è?»

«Nella stanza di videosorveglianza»

«E le chiavi?»

«Chiedi a Baek!» canzonò, prima di agganciare. Jeno spostò il telefono dall'orecchio, sorridendo ancora all'infantilità del fidanzato, per poi poggiarlo sul tavolo davanti a sé.

Pochi attimi dopo qualcuno bussò alla porta. Prima che Jeno o Miso potessero alzarsi per aprire, la voce di Renjun risuonò nella stanza, seguito da Chenle, evidentemente molto felice. «Vado io!» Il minore si diresse verso una sedia al tavolino, sedendovisi successivamente. Quando il biondino aprì la porta, delle voci femminili echeggiarono, ed egli fu costretto ad inchinarsi salutando.

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