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A/N: Disclaimer: questo è un time skip. Le parti in corsivo riguardano i flashback.

CAPITOLO TRENTATRÉ
«Si, ci sarò»

Era il momento. Quello era il famigerato giorno che Jisung tanto attendeva. Eppure tutto stava già andando a rotoli. Soprattutto perché adesso Ten era sparito nel nulla.

Il biondino entrò nel dormitorio assieme al suo amico Jaemin, che lo aveva gentilmente accompagnato alla gioielleria dove il minore aveva acquistato l'anello per la proposta di matrimonio.

Erano entrambi molto felici, scherzavano e sorridevano. Ma una volta varcata la porta dell'ingresso non trovarono altro che musi lunghi e seri, quasi tristi. Solo quello di Renjun esprimeva un'emozione diversa: determinazione.

Perché? E chi lo sapeva.

"Qualcosa non va?" domandò Jisung, perplesso, con le sopracciglia aggrottate. "Il ceo vuole parlarti di qualcosa di molto... importante" Jeno fu colui ché dettò quelle parole, mentre deglutiva.

Non andava affatto bene. Che stava succedendo? Cosa voleva comunicargli il direttore così a ridosso degli awards?

"Voi non venite?" chiese ancora il minore. I ragazzi annuirono, muovendosi verso di loro, mentre Jaemin apriva di nuovo la porta per uscire. Jisung però si voltò improvvisamente. "E tu Renjun?" domandò, notando come il cinese rimase immobile.

Renjun ancora non rispose, ma quando dal corridoio sbucò Baekhyun che gli fece un cenno con la testa, il cinese finalmente parlò. "No, credo che resterò qua"

Fece per seguire Baekhyun, ma Jisung lo afferrò per il polso, tirandolo a sé, sussurrandogli qualcosa all'orecchio. "Ieri abbiamo parlato, Renjun, hai detto che sarebbe stato come se nulla fosse mai accaduto ed adesso ti comporti in modo strano, che ti prende?" ringhiò.

Il maggiore lo spinse via, liberandosi dalla sua presa, guardandolo con occhio di fuoco. "Un giorno mi ringrazierai, ma adesso pensa al tuo matrimonio e non impicciarti nei miei affari" sputò, camminando altrove, scomparendo poi dalla sua visuale.

Jisung sospirò. Renjun aveva confessato i suoi sentimenti, doveva aspettarsi che le cose fra loro sarebbero cambiate così.

"Andiamo" ordinò, attirando l'attenzione del resto del gruppo che aveva osservato la sceneggiata del cinese da lontano.

Il biondo era seduto alla sua scrivania, mentre pensava a tutte le cose accadute nel lasso di tempo di un solo giorno. Sospirava e rimuginava tutti quei ricordi. Era solo.

I suoi amici erano stati spediti in Indonesia per partecipare ad un evento last minute, il resto degli NCT era a Jeju a godersi l'arrivo delle vacanze invernali, mentre gli Exo alternavano la loro presenza sugli stage per la promozione del loro nuovo singolo e vari talk show.

Nessuno era lì con lui. Neppure Miso.

"In Indonesia hanno richiesto la vostra presenza per la promozione del vostro ultimo mini album. Partirete di mattina, resterete solo una notte, perciò non preparare troppi bagagli. So che è una comunicazione last minute, non ne sono felice, ma non potete mancare" spiegò il ceo.

Jisung era una bestia, lo avrebbe divorato dalla rabbia che aveva in corpo.

"Cosa?!" gridò. "Mi dispiace Jisung, non ho potuto fare nulla"

"Mi dispiace non basta!" la stanza si fece improvvisamente silenziosa. "Sono mesi che organizzo tutto e lei adesso non può dirmi che non potrò essere presente ai MAMA per una stupida performance di una notte!"

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