Capitolo 19

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Andrea's Pov:

Alexandra si avvicina a me, mi guarda negli occhi, poggia una mano sulla mia coscia, si alza quel tanto che basta per avvicinare le sue labbra al mio orecchio e sussurrare: "Andrea vestiti o vado via."
Io sono in trans, non capisco più nulla, la desidero come mai ho desiderato qualcuno prima d'ora, le do il tempo giusto di scostarsi e mettersi davanti a me.
"Baciami. Alexandra, ti prego baciami."
Lei mi accarezza una guancia desiderosa di fare quello che le ho appena chiesto ma nega la mia richiesta con la testa
"Andrea dobbiamo parlare."

Il pomeriggio passa molto lentamente, lei durante queste ore mi ha fatto un bel discorsetto su di "noi", su quello che possiamo e non possiamo fare; mi ha inoltre aiutato a studiare subito dopo aver imposto delle regole da seguire durante tutti questi pomeriggi insieme: niente cose che potrebbero andare oltre il rapporto professoressa-alunna, niente spogliarelli e soprattutto niente provocazioni.
Le ho fatto domande riguardo quello che pensa siano queste provocazioni e lei ha evitato in ogni modo di rispondere cambiando totalmente discorso; l'ho poi accompagnata a casa poco prima dell'ora di cena trovandomi infine da sola in casa con le idee più confuse che mai.
Ho bisogno di schiarirmi la testa e così decido di prepararmi un bagno caldo in attesa dell'arrivo del sushi; mi immergo nella vasca e il calore dell'acqua si espande sul mio corpo, mi sento cullata e ho il bisogno di sfogare tutto il desiderio che ho accumulato durante la giornata: le mie mani iniziano ad accarezzare il mio corpo mentre nella mia mente si proietta l'immagine di lei che passa le sue dita sulla mia schiena; ansimo. La immagino poggiare le sue labbra sul mio corpo finendo per toccarmi dove vorrei fossero le sue labbra in questo momento; non riesco a spingermi oltre visto il suono del campanello e in un batter d'occhio mi precipito giù in accappatoio e con i capelli tutti bagnati. Rimango sorpresa da chi mi ritrovo davanti e se non fosse che voglio un casino di bene a Lena le avrei già chiuso la porta in faccia visto ciò che ha interrotto.
"Cosa ci fai qui?"
"Mi annoiavo..."
"Lena, cosa ci fai qui?"
"Ero troppo curiosa per aspettare domani mattina okay? Racconta, ti prego."
"Okay ma tu asciugami i capelli per favore."
Lena annuisce e così mentre io le spiego 'tutto ciò che é accaduto' lei si dà da fare.
Dopo poco tempo arriva il sushi e così, da brava migliore amica, lo lascio mangiare anche a lei mentre ci mettiamo sul divano per guardare l'ennesimo film. Lei si addormenta ed io sfrutto l'occasione per ripassare; non appena finisco prendo Lena di peso e la porto in camera mia, la copro con le coperte e dopo aver puntato la sveglia ed essermi messa il pigiama mi addormento anche io.
La sveglia suona così ci prepariamo ed andiamo a scuola; le prime due ore passano molto velocemente fin quando non arriva l'ora della Gagliazzo che come 'promesso' mi interroga; l'interrogazione va benissimo: rispondo a tutto e sono molto sicura mentre parlo; é costretta a mettermi un 8- sottolineando che il voto è anche dovuto al comportamento che ho avuto ieri e che se non avrò altri comportamenti sbagliati e sarò costante la mia media potrà salire.
Le sue due ore finiscono velocemente ed io potrei anche tornare a casa se non fosse che devo aspettare Alexandra vista la punizione che devo 'scontare'; l'aspetto all'entrata della sua classe durante il cambio tra la quarta e la quinta ora e lei vedendomi sull'uscio della porta con i due caschi in mano mi chiede sorpresa: "Cosa ci fai qui?"
"Non so cosa fare per un'ora, devo aspettarti ricordi?"
Mi prendo una brutta occhiataccia per poi realizzare che a scuola devo darle del lei, le mimo uno 'scusa' con le labbra e poi lei continua: "Ti farei rimanere in classe con me ma..."
"Fallo, mi annoio a stare fuori, studio un po', ti pregoooo."
"Andrea!"
Mi richiama nuovamente per il 'tu'.
"La pregooo" dico con un sorriso da ebete e la faccia da bambina.
"Entra."
Urlo un sonoro 'Yesss' entrando in classe, notando a mio malgrado che quella è proprio la classe di Marta; le mimo uno 'ciao' con le labbra per poi diventare rossa; Alexandra decide così di smorzare la tensione spiegando alla classe perché sono qui.
"Lei è Andrea e starà con noi quest'ora perché è in punizione ed io, a mio malgrado, devo occuparmene."
La guardo male in riferimento a quel 'a mio malgrado' per poi prendere una sedia libera e mettermi accanto a lei alla scrivania ed uscire i libri per studiare; lei sta spiegando letteratura ed io sono incantata dalla sua pronuncia e dal suo modo di fare; finisco i compiti scritti non appena lei finisce di spiegare letteratura e così mi soffermo ad osservarla: si è alzata per consegnare dei fogli che tutti in un attimo prendono ed iniziano a completare, si risiede poco dopo accanto a me ed io incuriosita le chiedo indicandoli.
"Cosa sono?"
"Gli sto facendo fare delle piccole prove di grammatica quasi ogni giorno per farli esercitare per gli esami; anche se non gli piacciono, da quando è iniziata la scuola hanno già avuto un notevole miglioramento."
"Prof dell'anno..." le sussurro cercando di evitare orecchie indiscrete provocandole un sorriso spontaneo; amo quando sorride.
Prendo il telefono che tiene appoggiato sulla cattedra in preda ad un idea fulminante e lei mi guarda confusa, le mimo uno 'sbloccalo' con le labbra e poi inizio a smanettarci: apro i suoi contatti, scrivo il mio numero di telefono per poi salvare il mio contatto con: 'la mia alunna preferita', infine mi invio un messaggio e glielo poggio in mano soddisfatta.
Lei apre il telefono incuriosita da quello che ho appena fatto e dopo aver notato la mia 'opera di arte' mi guarda con un espressione indecifrabile ma di certo divertita; continua a fissarmi sorridendo così io decido di prendere il telefono e scriverle un messaggio.
|Mi annoio|
|Non sei la mia alunna preferita, lo sai vero?|
La guardo offesa per poi continuare a scriverle:
|Si che lo sono. Comunque che mangiamo a pranzo?"|
Lei mi guarda pensierosa per poi scrivere:
|Cucino io|
La guardo notevolmente allarmata per prenderla in giro e in contemporanea la campana suona, tutti consegnano e vanno via, tranne ovviamente Marta che mi aspetta sull'uscio della porta; Alexandra è passata avanti dicendo che mi aspetta sotto, cosa che ovviamente non è passata inosservata.
"Quindi sei in punizione piccola Andrea?"
"Innanzitutto non sono piccola, ho appena un anno in meno rispetto a te. Ho fatto una piccola cazzata, fortunatamente la Bianchi mi sta aiutando a 'scontare la mia pena' e quindi sono costretta a studiare tutti i giorni da lei per un progetto extra per la Gagliazzo."
"Non so chi delle due sia più una vipera, ti è andata male ma almeno c'è un lato positivo: hai un bel faccino da guardare tutto il giorno."
Arrossisco pensandola per poi salutare Marta ed andare da Alexandra che da lontano mi guarda spazientita.
"Ci hai messo tanto."
"Gelosa?"
"No, ho solo fame. Sali e parti o giuro che inizio a guidare io."
Scoppio in una sonora risata.
"Le mie cose sono solo mie, sono molto possessiva e soprattutto molto gelosa di ciò che mi appartiene. La mia bambina non la tocchi."
"Ieri non mi sembravi molto contrariata al fatto di poter toccare la tua 'bambina'."
Mi affogo con la mia stessa saliva per poi guardarla sorpresa non sapendo cosa dire, fortunatamente è lei ad interrompere la situazione prendendo il casco e accendendo la moto.
"Sali immediatamente e andiamo a casa sennò sarai costretta a mangiare la pasta che mi è avanzata ieri sera invece della prelibatezza che ho intenzione di farti assaggiare."
Salgo e parto; mentre sono in viaggio però decido di vendicarmi per la provocazione di prima.
"So bene cosa voglio mangiare e sono sicura che sia anche molto buona ma devi deciderti a farmela assaggiare, non ha bisogno nemmeno di cottura."
"Andreaaa." Alexandra urla ed i miei timpani chiedono pietà così decido ad arrendermi.
"Okay okay, la smetto."
Cingo però le sue braccia ancora più strette intorno a me in attesa che lei si lasci andare e si stringa a me, non appena lo fa accelero cercando di arrivare a casa sua il prima possibile.

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