Capitolo 4

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Siamo appena rientrati in classe dopo il piccolo e strano episodio che è accaduto durante la ricreazione.
Io sono ancora un po' interdetta e confusa soprattutto dal gesto della professoressa, i miei amici al mio contrario non gli stanno dando molto peso ed infatti iniziano a parlare dell'ultimo incontro di box di Lucas.
Ci sediamo ai nostri rispettivi posti e io sono più pensierosa del solito, l'unica a notarlo è Lena che mi chiede cos'ho, ricevendo un semplice "niente di che" come risposta accompagnato da un semplice sorriso; mi conosce abbastanza bene da sapere che non mi va di parlarne e che sicuramente le risponderò sinceramente non appena arriveremo a casa mia visto che lei oggi, come quasi ogni giorno, verrà a "studiare" da me. Arriva dopo poco il professore di educazione fisica che si presenta velocemente e che fortunatamente ci porta immediatamente in palestra senza nemmeno farci presentare, non so chi sia stato a concedermi questa grazia ma sicuramente giocare un po' a calcio mi allevierà dai pensieri che occupano la mia mente.
Prendo immediatamente il primo pallone che mi viene sotto mano e lo tiro a Giuseppe che lo stoppa con la sua solita destrezza; a raggiungerci immediatamente è Lucas che si mette a giocare con noi mentre Lena è andata con le altre ragazze a giocare a pallavolo. Dico ai miei due amici di uscire in cortile e che li avrei raggiungi non appena sarei stata pronta; vado nello spogliatoio femminile, mi spoglio e metto una semplice canottiera bianca larga che avevo portato con me sapendo che mi sarebbe servita oggi visto che venerdì scorso ci è stato dato l'orario di questa settimana.
La canotta fa intravedere il mio top sportivo e quel filino di addominali che ho la fortuna di avere, mi lego i capelli in un tuppo che lascia vedere la rasatura ed esco fuori pronta a giocare. Già Giuseppe e Lucas si stanno scambiando la palla e non appena mi vedono me la lanciano ed io inizio immediatamente a palleggiare.
Il professore che stava già osservando Giuse e Lucas mi guarda stupefatto.
Io ed i ragazzi abbiamo deciso di iniziare a giocare con una piccola gara di palleggi, il primo ad iniziare è Giuse che si destreggia facendo il suo amato giro del mondo e continuando a palleggiare fino a totalizzare un totale di circa 60 palleggi, il secondo è Lucas che non è mai stato un portento a palleggiare ma riesce comunque a realizzare 30 palleggi, per ultima ma ovviamente non per importanza inizio a palleggiare io: inizio semplicemente palleggiando con entrambi i piedi per poi iniziare con un paio di skills: giro del mondo semplice, giro del mondo semplice con il piede debole, doppio giro del mondo, palleggi di testa, di coscia, colpo di spalletta e di nuovo palleggi normali, testa, spalla, coscia, giro del mondo, testa, coscia, collo del piede, coscia.
Inizio a sorridere senza motivo; in questo momento ci siamo solo io, il mio sorriso e il mio amato pallone. Dopo un tempo indefinito lancio il pallone in aria e lo stoppo ritrovandomi con il fiatone e notando intorno a me gran parte della classe che mi guarda sbalordita; Lena penso mi abbia ripreso con il suo cellulare ed anche dei ragazzi delle altre classi lo hanno fatto. Tutti stupefatti iniziano ad applaudire, a fischiare e ad urlare complimenti o battute di scherno verso i propri amici. Arrossisco involontariamente, cosa che mi accadde davvero raramente, e ringrazio tutti prima che la folla che si era creata si inizi a dispersi visto che lo "spettacolo" è terminato. A rimanere vicino a me, oltre a Lucas e Giuse, sono il prof che è in compagnia di una ragazza e Lena che inizia a saltellare e ad abbracciarmi. Lucas interrompe l'abbraccio tra me e Lena dicendomi che ho fatto 321 palleggi e io esulto perché non ne avevo mai fatti così tanti.
Ad interrompere la mia esultanza è il professore che esordisce con: "Innanzitutto complimenti, non so nemmeno il tuo nome ma sono qui per presentarti Marta, capitano della squadra di calcio della scuola che vorrebbe chiederti una cosa".
Rispondo subito per non sembrare maleducata: "Sono Andrea e la ringrazio per i complimenti".
Porgo successivamente la mia attenzione su Marta alla quale dico: "È un piacere conoscerti" mentre le porgo la mano che lei prontamente stringe.
"Piacere mio Andrea, come ha già detto il professore, io sono il capitano della squadra di calcio e anche veterana della squadra visto che ci gioco da quando ero in primo" ride, pensando credo al suo primo anno qui, "proprio come te adesso, e mi ritrovo ormai al mio ultimo anno in questa scuola..."
È soprappensiero e sta divagando ma se ne rende conto e riprende il shi discorso.
"...comunque tralasciando questi futili dettagli ti vorrei chiedere se vuoi entrare nella squadra della scuola, non accetto un no ovviamente." mi dice mostrandomi un bellissimo sorriso accompagnato da uno smiley che le sta davvero bene.
Momentaneamente incantata dalla sua figura le rispondo: "Allora sarai felice di sapere che accetto volentieri.", le sorrido e per la seconda volta in pochi minuti mi arriva da parte sua uno sguardo che definirei provocatorio come se avesse notato il mio essermi incantata.

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