Capitolo 36

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Pov: Andrea
Tengo il capo basso, come se mi aspettassi una coltellata inflitta dalla persona a cui ho dato in mano il mio personale coltello.
Lei mi alza il viso notando le lacrime che vi scorrono sopra, io apro gli occhi ancora spaventata; è lei a parlare.
"Non ti posso ancora dire che sono innamorata di te, ma so per certo che quello che provo per te è molto forte, sai anche che non metterei la mia vita a rischio per una persona a caso e soprattutto sai quanto io tenga a te. Quindi piccola, ti prego, non piangere; qualunque cosa accada ti prometto che affronteremo la situazione insieme e soprattutto che non me ne andrò di nuovo dalla tua vita. Non di nuovo."
Mi avvicino a lei in cerca di un abbraccio, lei mi stringe subito a se baciandomi la testa e facendomi sentire piccola e protetta fra le sue braccia.
"Ora forza alziamoci che poi facciamo tardi."
Mi dice con un sorriso a 32 denti porgendomi la mano mentre si alza dal letto.
Che bel buongiorno.
Ci vestiamo in pochissimo tempo e in ancora meno siamo sotto nella hall, ognuno nei propri rispettivi ruoli a fare finta di nulla.
Qualche sguardo di troppo sfugge ai nostri occhi e in me un sorriso nasce spontaneo ogni qual volta accade.
Subito dopo colazione, i professori così come noi ragazzi, si sono radunati a cerchio per discutere del più e del meno; i miei occhi non riescono a smettere di guardare l'eccessiva vicinanza di Martina nei confronti di Alex. A risvegliarmi dalla trans é Lena che con una gomitata attira la mia attenzione.
"Sei tra noi o hai bisogno di un po' di caffè per riprenderti?"
Le tiro un'occhiataccia per poi spostare nuovamente il mio sguardo su Alex; Martina le ha appena scostato i capelli e con una mano sta tracciando i contorni dei segni che le ho lasciato nelle notti passate. Alex é ferma come se non volesse dare nell'occhio ma in me nasce comunque della gelosia e cosí, in un gesto molto instintivo, mi ritrovo davanti al gruppo dei professori.
Attiro i loro sguardi con un palesemente finto colpo di tosse per cercare di far distogliere l'attenzione su Alex e ci riesco a pieno; con un movimiento repentino lei le sposta la mano e mi rivolge uno sguardo complice.
"Volevo sapere come si svolgerà la giornata di oggi; non ci avete detto ancora nulla e tutti fremiamo dalla voglia di andare a sciare."
A rivolgermi un caro sorriso é il professore di educazione fisica che mi risponde prontamente alzando la voce per farsi sentire da tutti.
"Avete 20 minuti per cambiarvi e farvi trovare qui sotto. Staremo fino alle 13 in pista, poi pausa pranzo e alle 15 di nuovo tutti sugli scii. Chiaro? Ora forza muovetevi che sennò vi lascio qui."
La folla dietro di me si é dissolta in un attimo e ad aspettarmi é rimasta solo Lena; la raggiungo immediatamente per poi salire insieme nella nostra camera.
Ci prepariamo velocemente tra un paio di chiacchiere e delle battute e velocemente siamo sotto; ho legato i capelli in un tuppo un po' sconnesso per poi infilarlo dentro un berrettino di lana nero da cui esce qualche filo ribelle di capelli ricci.
Il mio look é subito notato da Martina che non esita a fare apprezzamenti, tutti notati da Alex che passa da un sorriso dolce ad uno sguardo accigliato.
Sorrido di riflesso a questa scena mentre mi incammino per andare a prendere lo snowboard e il casco nella grande sola in cui ieri abbiamo lasciato tutto; ad affiancarmi c'è quasi tutta la classe che mi segue aspettando il proprio turno. Dopo poco più di 10 minuti abbiamo tutti la giusta attrezzatura in mano e cosí, finalmente pronti, ci avviamo verso il bus; il tragitto dura ben poco e ci ritroviamo tutti in un istante, prima davanti la pista e poi sulla cima della funivia dell'impianto sciistico. Ai nostri piedi una lunghissima distesa di bianco ci fa realizzare che siamo davvero molto alti e che per arrivare a valle avremo molta strada da fare; ad iniziare la discesa sono gli istruttori che si dispongono in modo da poterci afferrare in caso di caduta; dopotutto siamo tutti principianti. Iniziamo pochi alla volta e finalmente inizia il mio turno: mi alzo in piedi e parto, in pochissimo tempo sono già a oltre metà strada; noi con lo snowboard siamo molti meno ed anche più bravi e allora Martina e Marco, l'altro istruttore, decidono di farci andare un po' più veloce rispetto agli altri e così ci separiamo dal resto del gruppo; in poco tempo siamo a valle ed io mi sento troppo energica e soddisfatta.
"Vi prego possiamo risalire?"
Martina ride per il mio entusiasmo; io sono gasatissima.
Una serie di lamentele, dovute alla stanchezza, si innalza intorno a me, ed io divento improvvisamente triste; lei attira però la mia attenzione.
"Chi vuole salire salga con me ed Andrea, é ancora presto per andare a pranzo ma se siete stanchi andate alla baita con Marco, noi vi raggiungiamo fra un po'."
Tutti si levano lo snowboard incamminandosi con il ragazzo mentre io e Martina prendiamo la direzione opposta andando verso la funivia.
Ci sediamo una di fronte all'altra all'interno della cabina ed io mi soffermo a guardare il panorama: ho sempre amato la neve, mi trasmette tranquillità.
Lei osserva me a sua volta, posso sentire il suo sguardo addosso.
"Se continuerai così mi sciuperò."
Le dico ridendo.
"Non oserei mai far appassire un fiore così bello."
Ci sta provando con me ed io le reggerò il gioco solo per testare fino a che punto possa spingersi il suo bipolarismo.
"Non sono poi così bella, se ne trovano tante come me in giro."
"Può darsi, ma tu hai un fascino che loro non hanno; hai sempre la battuta pronta, sei sfacciata e soprattutto hai una cosa che gli altri non hanno?"
"Ovvero?"
Le chiedo sogghignando.
"Una relazione con la tua prof."
Sbianco.

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