Capitolo 28

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Pov: Alexandra
La squadra ha immediatamente pareggiato la partita all'inizio del secondo tempo grazie ad un assist di Andrea.
In fase offensiva è davvero un fenomeno: salta le avversarie come birilli.
Io sono ammaliata dal suo modo di giocare e non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Dopo aver ricevuto un passaggio da Marta tira in porta spiazzando il portiere: un boato sale dagli spalti.
"Goall!"
Un urlo risuona in campo.
Andrea viene subito abbracciata da tutte e Marta le stampa un bacio in fronte per congratularsi.
Gelosia.
Come a capirlo guarda me; mi sorride; fa un cuore verso la mia direzione e non posso non sorridere anche io.
Giulia mi da una gomitata sul braccio notando il gesto di Andrea; è stato abbastanza palese che fosse dedicato a me o forse sono solo io che mi faccio troppi film.
Il secondo tempo finisce 2-1 per noi e tutta la squadra è in notevole agitazione; perfino lei è nervosa.
Fischio dell'arbitro; è iniziato il terzo tempo; tiro immediato di Andrea dalla linea del centrocampo.
"Goallll."
Altro boato.
Lei è felice, non penso di averla mai vista così felice.
Quando ha il pallone tra i piedi sembra in un altro dimensione, sembra serena, sembra leggera ed io non posso fare altro che sorridere guardandola.
Il terzo tempo finisce così: 3-1; la squadra si sta caricando ed anche noi sugli spalti abbiamo iniziato a fare cori in modo più frequente.
Lei non si azzarda ad uscire dal campo, se avesse la possibilità di lottare da sola sono sicura che lo farebbe.
Passano 5 minuti; 3-2: le avversarie segnano.
Andrea sembra però ancora più carica: al primo pallone toccato salta due avversarie e si presenta da sola davanti al portiere.
Un urlo.
Panico.
La vedo cadere a terra; una deficiente gli è entrata sulla caviglia facendola cadere.
Le mie gambe iniziano a muoversi, Giulia mi urla dietro qualcosa di indefinito ma in un batti baleno mi trovo in campo; non realizzo nemmeno io come sia arrivata qui ma so solo che mi ritrovo un piccolo scriciolo davanti a me, in lacrime; di nuovo.
Le alzo il mento cercando la sua attenzione ma lei è ancora rannicchiata e si tiene la caviglia per il dolore; il docente di educazione fisica le spruzza lo spray del ghiaccio per alleviarle il dolore.
"Ei, guardami."
La accarezzo una guancia.
Sente la mia voce; sente il mio tocco; alza gli occhi.
Tira su con il nasino e si calma.
"Mi fa male."
Mi dice innocente.
"Lo so ma non è nulla, è stato solo l'impatto."
Dico cercando conferma dal mio collega.
"Ha ragione la Bianchi, non è nemmeno gonfio; hai solo avuto paura."
"Guardami, ora entri in campo, batti quel rigore e segni."
Mi guarda negli occhi, io mi alzo vedendo sicurezza nei suoi occhi; le tendo la mano e lei la afferra alzandosi.
Succede quello che ho previsto: entra in campo, tira quel rigore e fa goal: 4-2.
5-2.
6-2.
In meno di 10 minuti Andrea segna altre due volte; i ragazzi della scuola sono impazziti; urlano che dovrebbe giocare nella squadra maschile e lei ride sinceramente mentre gioca.
Tre fischi. È finita.
Tutti si abbracciano; sembra come avessero vinto il mondiale; lei ride e io sento il mio cuore finalmente leggero.
Marta si avvicina ad Andrea prendendola in braccio e poggiando le sue labbra sulle sue.
Si baciano:un peso sul cuore.
Mi alzo e vado semplicemente via.

Pov: Andrea
Non vedo Alexandra da ormai più di due settimane; quando è finita la partita l'ho vista andare via come se fosse seccata, probabilmente il bacio con Marta l'ha innervosita quasi quanto ha dato fastidio a me.
Dopo quel fallo, grazie al suo modo di 'soccorrermi' e alle sensazioni che ne sono dormivate, ho capito che i sentimenti per Alex sono veri e ho deciso di chiudere con Marta. A prescindere dal fatto che io e la Bianchi non possiamo avere una relazione ho deciso di non avvicinarmi a nessuno per rispetto del mio cuore e forse anche un po' per quello verso di lei.
La ragazza dal ciuffo grigio mi ha rubato solo quell'ultimo bacio ed ho subito messo le cose in chiaro con lei mettendo definitivamente una pietra sopra il nostro rapporto; siamo rimaste molto amiche ma solo questo.
Stanno ormai terminando le vacanze di Natale ed io in questa pausa da scuola mi sono dedicata molto alla scrittura, oltre che al disegno e al calcio.
Dopo domani rientreremo in classe, però solo per un giorno; martedì infatti, con tutte le classi, partiremo per fare la cosiddetta 'settimana bianca' in Sila e sono stra emozionata all'idea: non sono mai stata sulla neve dopotutto.
Io e Lena abbiamo già fatto le valigie e abbiamo deciso di non andare a scuola lunedì così da riposarci ancora un po' in vista della settimana pesante che ci aspetterà.
Non sappiamo ancora quali professori ci accompagneranno ma speriamo soltanto che la Gagliazzo non ci sia.
Il mio cuore spera che venga lei.

Siamo in autobus pronti alla partenza. Io, Lena, Lucas e Peppe ci siamo presi l'ultima fila di posti giusto per fare un po' di caciara e per movimentare questo lungo viaggio.
Sono le 8:15 e secondo l'itinerario che ci hanno dato siamo un po' in ritardo; a me annoia molto aspettare e così vado avanti a chiedere spiegazioni.
"Chi stiamo aspettando?"
Domando in generale ai professori.
"Manca la docente di spagnolo, ha avuto problemi con la macchina ma sta parcheggiando."
Scendo dal bus e vado verso la sua auto per cercare di aiutarla con i bagagli; le arrivo di nascosto da dietro.
"Buh." Urlo.
Sta per insultarmi ma poi capisce che sono io e si calma.
"Idiota prendimi lo zaino davanti e stacca le chiavi dalla macchina."
"Okay capo ma si calmi che sembra un po' agitata stamattina."
"Lo sono, sto catorcio non partiva."
Rido, una risata lieve, appena accennata, quel giusto che basta per far sorridere lei.
Sta mettendo la valigia sul fondo del bus mentre io, ormai salitaci sopra, la aspetto nei due posti liberi riservati a lei con le sue cose ancora in mano. Si ferma davanti a me.
"Che ne dici di farmi sedere."
"Mmm potrei anche farlo ma voglio qualcosa in cambio."
"Andrea non iniziamo per favore, sennò ti giuro che scendo e vado via."
Le faccio il medio.
"Permalosa."
Le lascio la borsa, mi alzo ma porto con me le chiavi; mi divertirò molto in questo viaggio.

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