Capitolo 30

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Pov: Andrea

Sono in camera con Lena ed altre due ragazze della classe: Federica e Giada; fortunatamente sono le due più apposto e ci troviamo molto bene le une con le altre.
Oggi abbiamo il pomeriggio libero, visto che è la prima giornata, però da domani saliremo all'impianto di scii sia mattina che pomeriggio; io e Lena abbiamo deciso di fare snowboard così come Luca e Peppe; spero ci divertiremo tantissimo.
Dopo aver svuotato le valigie le due ragazze escono e io so che adesso la ramanzina non me la leva nessuno; non appena sento chiudere la porta mi stendo sul letto rassegnata al mio destino.
"Sei una testa di cazzo." Inizia.
"Lo so."
"Non puoi averla già perdonata dopo quello che ti ha fatto. È impossibile."
"Non potevo non farlo; lei è diversa."
"Spiegami. Sentiamo; ti ascolto." Dice un po' arrabbiata.
Mi perdo nei miei pensieri iniziando a parlare.
"Lei è come le 23:59 di ogni giornata: quando manca appena un attimo per mollare tutto, per superare il limite lei arriva e mi fa respirare. Lei è sempre stata così, dal primo momento in cui l'ho vista, lei è sempre stata così: uno sguardo di sfuggita, un sogghigno di sfida, una carezza inesistente; piccoli attimi che fanno la differenza. Ecco cos'è lei; attimi che fanno la differenza; nascosta dietro un muro, una corazza di ferro dalla quale ogni tanto escono dei raggi di luce, raggi accecanti che ti fanno amare tutta l'oscurità che c'è; dopotutto la affronteresti la tempesta per il panorama più bello che tu possa vedere no?"
Mi chiedo quasi da sola per poi continuare.
"Penso lei sia un po' come me sai? Lo percepisco. Lei si mostra forte, invincibile, fa credere agli altri che niente può ferirla, ma in realtà è più umana di quello che crede e certe cose le fanno più male che ad altri. Io l'ho vista: l'ho vista in momenti, in contesti, che lei non mostra a tutti, che tu non hai visto; l'ho vista, almeno un po', per quello che è realmente."
Lena mi lascia parlare senza fiatare, sa che mi sto sfogando e che non ho ancora finito.
"Sai...ero arrivata alla conclusione che l'avevo scordata, che Marta magari mi avesse fatto mettere una pietra sopra il nostro rapporto; ero certa che non mi facesse più lo stesso effetto di prima, che c'ero riuscita, che ero andata avanti, che lei non c'era più nella mia testa, che essa e soprattutto il mio cuore avessero messo una pietra su tutto ciò che la riguardava. Così non è stato o per lo meno si ma solo in parte. Ho capito che il problema non era farla uscire dalla mia testa, perchè i pensieri in parte li puoi controllare: ti distrai, esci, conosci nuove persone e semplicemente non pensi; la fregatura è stata che il mio cuore quando ha rivisto dopo settimane quegli occhioni di ghiaccio è tornato a respirare."
Sorrido sinceramente.
"Guardami." dico sollevandomi.
"Sto sorridendo, sto sorridendo davvero, e sai che mi succede raramente; sto sorridendo semplicemente al pensiero di quella scena, ricordando il sussulto che il mio cuore ha fatto quando ha incrociato il suo sguardo; ricordi, scene, immagini a cui non pensavo più e che pensavo avessi scordato si sono susseguiti nella mia mente portandomi a capire che la volevo ancora nella mia vita, che la voglio ancora nella mia vita. E ti giuro Lena, probabilmente lo capirai, ma lei è una droga per il mio cuore; quando la vedo sorridere, quando sento la sua voce e quando la sento  ridere il mio cuore fa le capriole e a momenti sento ridere anche lui per quanto va veloce quando la vedo; il mio cuore si ferma quando la vedo. Quando sono con lei io mi sento al sicuro, a casa; e sai quanto questo significhi per me. La sua voce mi fa andare il cervello a puttane, per non parlare dei brividi che mi mette la sua risata. Lei alleggerisce le mie giornate come se togliesse una tonnellata di mattoni dal mio cuore e le rende semplicemente più belle. Poi quando mi guarda, quando mi abbraccia, quando mi sfiora, mi fa arrivare una scarica al cuore che lo fa battere semplicemente meglio. Con lei sto bene; sto dannatamente bene ed ho così tanta paura di farmi male. Perché so che se in questo momento mi chiedessi 'perchè sei felice?' ho solo poche cose in mente e lei è una di queste. Perché quando sono con lei non mi odio nemmeno poi così tanto, perché quando sono con lei io sto bene, perché lei è casa; perché lei è speciale."
Sospiro.
Lena sta piangendo ed io mi sento semplicemente più leggera; mi abbraccia ed io mi lascio andare tra le sue braccia.
"Sei consapevole che tu verrai sempre prima di tutto vero?"
"Lo so scema ma sono felice che lei ti faccia sentire bene almeno la metà di quanto ti faccio stare bene io."
Ora deve fare la stronza ma mi va bene, so che in mezzo a quell'ironia ci sono delle parole sincere.
"Che pensi di fare quindi?" Mi chiede comprensiva.
"Rischio, perché sennò vivrei con il rimorso di non aver preso la felicità."

Spazio autrice:
Mi scuso in anticipo per il capitolo leggermente più corto del solito, spero che però abbia soddisfatto la vostra curiosità riguardo il perché Andrea abbia perdonato Alexandra così velocemente. Vi anticipo che domani non aggiornerò perché venerdì ho un esame e devo studiare, quindi mi scuso in anticipo; fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Un abbraccio.

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