Capitolo 8

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Evita di rispondere alle provocazioni.
"Ci tieni davvero ai tuoi disegni." mi dice in un affermazione.
"Si, non li faccio mai a vedere a nessuno, l'unica eccezione come al solito é Lena."
"Da quanto tempo hai iniziato a disegnare?"
"Avevo sempre fatto schifo ma mi è sempre piaciuto molto; due estati fa sono stata parecchio male a causa di una stupida malattia, era contagiosa quindi ho evitato di stare con Lena e ho trascorso la mia estate tra musica, serie tv, colori, matite e fogli bianchi che giorno per giorno sono andati a riempirsi con disegni sempre più completi e realistici."
"Anche a me piace molto l'arte, dipingevo spesso ma non ho più molto tempo ormai."
"Il tempo per le cose che si amano lo si trova sempre."
"Non ti facevo così saggia" accenna ad un sorriso.
"Molte persone pensano che io sia superficiale o una stronza insensibile, non si sbagliano, o almeno non del tutto; ho però anche dei lati nascosti che ben pochi conoscono."
"Scommetto che anche stavolta l'eccezione è Vitale?"
"No, si sbaglia e preferirei non parlarne." dico pensando subito alla mia ex.
Mi ha sempre e solo usato per i suoi scopi, le ho dato il mio primo bacio, la mia prima volta, le ho dato tutto, è stato il mio primo ed unico amore ma mi ha usato, mi ha spezzato, mi ha uccisa dentro. Nonostante tutto però mi manca così tanto...
"Scusa se ho colpito un tasto dolente, ancora..." mi dice interrompendo la marea di pensieri che occupano la mia mente.
"Cosa vuoi sapere su di me?" dice riprendendo il discorso.
"Tutto." le rispondo.
"Per iniziare, come ho già detto a te e al resto della classe, ma non so se mi stessi ascoltando così lo ripeto: mi chiamo Alexandra Bianchi, ho 28 anni e sono Italo-Americana. Mia madre é nata in America ma durante una vacanza qui in Italia ha conosciuto mio padre e si è innamorata, successivamente si é trasferita qui ed é sempre qui che sono nata io. Non sono sposata e nemmeno fidanzata, come ti ho già detto una delle più grandi passioni è l'arte ma mi piace molto trascorrere il mio tempo guardando serie tv, uscendo con i miei amici e andando in discoteca con loro, dopotutto sono ancora giovane" accenna ad una risata.
"Come mai è così giovane e già insegna?" la interrompo.
"Mi sono laureata a 24 anni, 3 anni di assunzione a tempo determinato e questo in realtà è il mio primo anno dopo aver ottenuto la cattedra in questa scuola."
"Non mi era mai capitata una prof così giovane..." dico riflettendo quasi a voce alta.
"In effetti non molte persone ormai decidono di fare gli insegnanti, troppi problemi con voi alunni e troppi pomeriggi oltre che mattinate trascorse a scuola. Poi ad essere sincera si deve essere un po' pazzi a voler ritornare a scuola dopo averci passato già tutta la propria vita..."
"Quindi lei si definisce pazza?" Dico mentre mi levo la felpa rimanendo con le maniche corte per il troppo caldo visto che hanno accesso i riscaldamenti.
"Non mi definirei molto normale..." ride "...in ogni caso mi è sempre piaciuto l'ambiente scolastico, lo trovo famigliare. Mi trovo inoltre molto bene con queste nuove generazioni e spero di dare a tutti i miei alunni qualcosa che gli rimanga per sempre."
Seguo il suo sguardo e noto che mi guarda il viso. Si avvicina a me e mi sposta una ciocca di capelli, che deve essere caduta dal tuppo, dietro l'orecchio.
Io sono quasi bloccata, non capisco cosa mi prenda, non la sto spingendo via.
Lei traccia con l'indice il contorno del cuoricino e poi mi guarda.
"Quando lo hai fatto?"
"Due inverni fa" taglio corto
"Perché un cuore ripieno dei colori dell'arcobaleno?"
"Perché indossa una camicia?"
Mi guarda confusa.
"Perché mi piacciono le camicie."
"A me i cuori."
"Perché ripieno dei colori dell'arcobaleno?"
"Perché bianca?"
"Perché mi piace il bianco e si abbinava bene con questi jeans, perché arcobaleno quindi?"
"Perché mi piace l'arcobaleno."
"Il significato?"
"Vuole anche il mio codice fiscale? Non si chiede mai il significato dei tatuaggi." dico scocciata.
"Ero solo curiosa."
Si alza in piedi, si sbottona gli ultimi 3 bottoni della camicia e la alza; io la guardo confusa e assai attenta, ha un fisico assurdo, gli addominali sono ben evidenti e sulla sua pelle chiara si nota immediatamente una rosa nera, rimango incantata a guardarle il tatuaggio.
"Ti piace? Per me ha un bel significato: le rose nere non esistono in natura, sono frutto di numerose processi chimici che fanno solo del male ai petali delle rose, dopo tutta la sofferenza però sono così belle e durano mesi e mesi e forse anni."
"Senza mai appassire." diciamo all'unisono.
Mi guarda confusa, quindi alzo la maglia per farle vedere che all'altezza delle costole ho una rosa molto simile alla sua, anch'essa stilizzata e nera.
"Anche tu hai letto questa citazione su Instagram."
"Più o meno."
"In che senso più o meno?"
"Discorso lungo di cui non mi va di parlare."
"Da quanto segui la sua pagina?" Mi domanda.
"La sua di chi?"
"Di BDG"
"Non lo so, penso dall'inizio, qualche anno quindi, perché?" Dico improvvisando.
"Semplice curiosità" mi risponde. "Mi ha sempre affascinata il suo profilo Instagram e sono anni che mi chiedo chi si celi dietro cotanta profondità di pensiero." dice notevolmente affascinata.
È impossibile per me non accennare un sorriso, che spero lei non abbia notato visto la distrazione causata dalla campanella che è appena suonata. Mi rimetto la felpa e mi accingo ad uscire quando mi viene la geniale idea di aspettarla, aprirle la porta e fare il tragitto classe-parcheggio insieme; faccio ciò che mi ero prefissata e subito un dolcissimo sorriso si forma sul suo viso. Siamo appena arrivate al parcheggio quando io mi ricordo di aver scordato i caschi in classe e senza proferire una parola cambio direzione e corro su per le scale per recuperarli; infilo il mio mentre tengo quello che solitamente usa Lena in mano e mi precipito nuovamente giù arrivando nuovamente al punto dove avevo lasciato la prof; lei è ancora lì e questo mi lascia confusa ma positivamente sorpresa.
Le chiedo immediatamente scusa e le spiego il motivo per cui sono corsa via qualche minuto fa; la sua attenzione viene attirata dai caschi che sicuramente non aveva mai notato prima e continuando a camminare mi chiede : "Di chi sono?"
"Uno è mio e uno solitamente lo indossa Lena."
"Sono integrali giusto?"
"Si, li ho presi qualche mese fa insieme a questo piccolo gioiello." dico soddisfatta indicando la mia moto; mi sorride subito.
"Amo le moto e non so perché ma il fatto che tu la abbia non mi sorprende affatto".
Ci monto su mentre lei continua: "È una Yamaha Mt vero?"
"Si, ma non mi ha mai detto che si intende di moto." le dico quasi offesa.
"Non c'è stato il tempo di parlartene e per la cronaca il casco ti dona molto." continua sorridendo.
Noto che si incammina verso il cancello e mentre accendo la moto le urlo:"Prof ma va a casa a piedi?" Lei annuisce ed io sto per porgerle il casco che ho al polso ma lei mi ferma: "Non mi sembra opportuno".
Indico il cielo "Sta per piovere, ne è proprio sicura?"
"Si Andrea, grazie mille per il pensiero ma vado a piedi".
Non voglio insistere così suono il clacson e parto verso casa sentendo il suo sguardo nuovamente addosso. È una sensazione nuova, forse strana, ma mi piace.

Yo Te Quiero Prof Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora