Capitolo 31

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Pov: Andrea

Io e Lena dopo il mio monologo abbiamo deciso di uscire per raggiungere il resto della classe che è già andata a fare compere; ci fermiamo in più negozi, tutti piuttosto vicini all'hotel; dopotutto è quasi ora di cena e fra meno di mezz'ora dobbiamo già essere tutti al ristorante pronti per l'appello. Entriamo in un piccolo negozio, sembra uno di quei posti in cui c'è di tutto: dall''alcohol ai souvenir; probabilmente sono tutti qui dentro per comprare da bere per la prima nottata; a me non piace bere così decido di concentrarmi su delle piccole collane che sono appese in un angolo. Ce n'è una che mi ha colpito particolarmente: ha il laccio nero, ed il ciondolo, in pietra lavica, rappresenta una rosa; non potevo non pensare a lei. Decido immediatamente di comprarla non prima però di aver chiesto a quello che penso sia il proprietario del negozio se ne ha un'altra identica.
"Sei fortunata ragazzina, ne è rimasta solo un'altra con la rosa oltre quella che hai in mano."
Sorrido per la coincidenza e, dopo essermi messa la mia al collo, faccio confezionare la sua dentro una scatolina che infilo immediatamente in tasca.
Decidiamo di rientrare in Hotel poco prima dell'ora stabilità per poter posare le buste con l'alcohol in camera e nasconderle abbastanza bene da non essere trovate; io decido di rimanere però nella hall, dopotutto non ho nulla da posare. Dopo poco, con mia grande sorpresa, vedo sedersi davanti a me lei.
"Avete già posato le bottiglie?" mi chiede con grande certezza.
"Non so di cosa tu stia parlando."
Faccio la vaga.
"Andrea non sono scema, ho solo 10 anni in più di voi, ho fatto queste cose a mala pena 6 anni fa. Ve le dovrò prendere lo sai vero?"
"Hai davvero solo 10 anni in più di me?"
"11" mi dice solamente lasciandomi lo spazio per continuare il discorso 'alcohol'.
"Non mi importa nemmeno se gliele prendi, io non bevo in ogni caso, ma tralasciando ciò non penso comunque che le troverai."
"Non ti facevo così...mmm...brava ragazza."
"Sono un'atleta, sto anche cercando di togliermi il vizio del fumo, anche se non ci sto riuscendo molto bene..."
Mi tocco le tasche.
"...Cazzo. Le sigarette. Non ho nemmeno pensato al fatto che potessi comprarle prima di partire. Sono minorenne, con quale tessera sanitaria dovrei comprarle qui?"
Le faccio gli occhioni.
"Non ti azzardare minimamente a guardarmi così."
"Dai Alex, ti prego, mi servono, non resisto 5 giorni così."
"Hai resistito fino ad ora. Puoi benissimo farcela." Mi dice facendo la dura e soprattutto la persona formale.
"Ho dormito tutto il tempo. Un solo pacchetto ti prego, 4 al giorno."
"Smettila di pregarmi e di darmi del tu, guarda dove siamo." Mi dice guardandosi intorno e accertandosi che nessuno ci abbia viste o sentite; faccio lo stesso constatando che è ancora troppo presto per vedere qualcuno scendere. Mi alzo e mi siedo sul posto del divano accanto a lei. Mi guarda sbigottita.
"Non fare cazzate."
"Comprami le sigarette."
Sospira.
"Quale vuoi?" Mi dice scocciata.
"Marlboro rosse. Le puoi prendere prima delle 11? C'è il tabacchino qui davanti."
"Come pensi di venirtele a prendere?"
"Lo scoprirai." Dico baciandole la guancia ed alzandomi iniziando a sentire voci provenire dalle scale.
Mi guardo indietro per vedere la sua reazione e la vedo accennare un sorriso.
Entro stasera sarà mia, non posso più aspettare.

Durante tutta la cena non mi ha guardata di striscio e questa cosa mi ha fatto parecchio innervosire; so che visto il contesto non può ma mi piacerebbe tanto mi guardasse di sfuggita ogni tanto.
Ora sono stesa sul letto, lo siamo tutti in realtà, stanno passando per il controllo e dobbiamo fare finta di essere dei bravi angioletti. Bussano. È Alex, come previsto.
Controlla che ci siamo tutte ma quando vede me si trova un attimo spiazzata. Indosso il mio solito top sportivo e una culotte dalla CK fascia i miei glutei sodi a pennello, sono a pancia in giù facendo finta di giocare con il telefono e sento il suo sguardo bruciarmi addosso.
Controlla un po' ovunque riuscendo però a non trovare nessuna bottiglia. Ci da la buonanotte e ci avvisa che la sveglia domani sarà alle 7, dopotutto dobbiamo essere al ristorante a fare colazione per le 8.
Dopo il controllo la nostra classe ha la geniale idea di ritrovarsi nella stanza 327, quella di Luca e Peppe; e così, senza farci sentire, ci ritroviamo tutti lì per fare un piccolo festino sperando che nessun altro ci controlli. Tutti iniziano a bere ed io sfrutto l'occasione per mandare un messaggio ad Alex.
-Numero stanza?-
Mi risponde subito.
-318-
-Ah-
Dico a Lena che sto andando da Alex raccomandandole di non fare confusione perché è abbastanza vicina a noi.
Passo prima da camera mia, mi cambio, prendo il suo regalo e mi incammino verso la sua camera, non prima però di aver ridato la chiave a Lena ed averle raccomandato di non bere tanto e di tenere il telefono a portata di mano.
Il corridoio sembra immenso e io ho tantissima paura di essere sgamata; una voce attira la mia attenzione; sono costretta a girarmi.
"Evans cosa ci fa in giro a quest'ora?"
Mando un messaggio veloce ad Alex senza farmi vedere.
-Domande compagni, mi hanno beccata.-
"Posso spiegare." Dico cercando di salvarmi e perdere tempo.
"Sto andando dalla Bianchi."
"Davvero? Allora non ci sono problemi se andiamo da lei."
"Assolutamente, ci stavo già andando io come le ho appena detto."
Alexandra ha già la porta aperta.
La vicepreside bussa e così lei inizia a recitare.
"Andrea sto arrivando, così parliamo delle domande che hanno i tuoi compagni, entra pure."
La Meo decide però di anticiparmi:
"Alexandra cara, sono io, Antonella; ho beccato Andrea a venire e pensavo stesse andando in qualche posto di nascosto; mi sono solo assicurata che non stesse mentendo."
Alex arriva immediatamente:
"Hai fatto benissimo, anche io ho il sospetto di qualche festino; dopo aver parlato con Andrea infatti rivado a controllare io tutte le classi così tu puoi già andare a dormire."
"Sei dolcissima Alexandra, l'età si fa sentire, sono davvero stanca, buonanotte e grazie ancora."
"Buonanotte." Diciamo all'unisono prima di chiudere la porta.
"Non controllerai vero?"
"No, so già dove siete tutti, se trovo domani qualcuno con il post sbronza ve la vedete con me."
Sorrido perché il suo fare la dura in mia presenza non le riesce bene.
"Me le dai le sigarette ora?"
"Ne hai una sul tavolo, l'altra è mia; per stasera te la fai bastare."
"Non erano questi i patti." Faccio il broncio.
"Lo sono diventati quando mi hai fatto venire un infarto con quel messaggio: mi sono vestita in 10 secondi ed ho anche dovuto cercare una scusa plausibile. Comunque sei brava con i monosillabi."
Rido capendo che il messaggio che le ho inviato aveva bisogno di una grandissima interpretazione per essere capito.
"Sei carina però con questo pigiamino." Le dico stuzzicandola.
"Ma stai zitta che sembro mia nonna."
Rido.
"Effettivamente quel pigiama in pail rosa con i cuoricini sa molto di nonnina."
Continuo a ridere contagiandola.
Mi lancia l'accendino per farmi stare zitta ed io dopo essermi accesa la sigaretta le passo la mia per poi accendermi l'altra.
"Mi hai rubato un tiro, non vale."
"Mmm" le passo la mia facendola aspirare.
"Contenta?" Le chiedo.
"Forse"
"Il mio pigiama invece com'è?" Le domando togliendomi le ciabatte, aprendo la finestra per far uscire il fumo e sdraiandomi con lei sul letto.
"Fatti guardare..." Mi dice squadrandomi.
"Felpa pesante nera, pantaloni di tutta grigia e quei calzini con i cuoricini messi sopra la tuta danno un tocco di classe." Scoppia a ridere per poi spegnere la sigaretta.
"Ho freddo ai piedi. Stai zitta. In ogni caso lo so che mi preferivi come mi hai visto in camera mia circa un'ora fa." Dico allungandomi su di lei per spegnere la sigaretta e scendere dal letto per chiudere la finestra. Mi sdraio però nuovamente accanto a lei.
"Non dovresti andare?"
"Devo darti una cosa prima."
Tiro fuori dalla tasca la scatolina.
"Cos'è?" mi domanda curiosa.
"Aprila e lo scoprirai."
La apre per poi sorridere vedendo la collanina e notando che la ho anche io uguale al collo.
"Posso mettertela io?" Le chiedo sorridendole; si gira e si scosta i capelli corvini per facilitarmi il compito.
Le sfioro il collo e lei rabbrividisce, le chiudo la collana e le rimetto i capelli a posto.
Si gira a guardarmi.
L'aria condizionata calda sta iniziando a fare effetto oppure sto incominciando io a sentire troppo caldo; in ogni caso mi levo i calzini lanciandoli fuori dal letto.
"Hai rovinato un momento erotico Andrea." Mi dice ridendo.
"Lo consideravi erotico quindi?" Le dico prendendola in giro.
"Diciamo più romantico che erotico; te lo concedo."
"Oggi mi hai concesso tante cose. Possiamo concederci qualcosa entrambe?" Le chiedo quasi in un sussurro avvicinandomi a lei.
Mi sfiora il volto e finalmente succede.
Unisco le nostre labbra dopo oltre un mese che non si toccavano; stavolta è un bacio dolce, non come i precedenti; voluto e desiderato per tanto tempo.
Scosta le coperte gettandole ai piedi del letto facendomi stendere sotto di lei; le sollevo il pigiama iniziando ad accarezzarle la schiena; lei mi bacia il collo portandomi ad ansimare.
Ride sinceramente.
"Ti ricordavi bene; è ovvio che preferisco stare sopra."
Mi dice interrompendo il momento in riferimento alla conversazione avvenuta sull'autobus.
Sorrido azzerando nuovamente le distanze; mi solleva la felpa ed io la aiuto a togliermela alzando leggermente il busto dal letto.
Mi squadra come incantata.
"Ti sei cambiata." Mi dice in riferimento all'intimo.
"Direi di sì" le dico levandomi i pantaloni facendole vedere il pizzo rosso che copre la mia intimità.
Mi guarda negli occhi e li vedo dilatarsi come non mai.
"Non ho mai desiderato qualcuno così tanto Andrea, te lo giuro."
"Dimostramelo." Le dico mostrandole tutta la voglia accumulata nelle settimane passate.
Capovolgo la situazione mettendomi sopra di lei e togliendole il pigiama; non indossa nulla sotto; l'unica cosa che ricopre il suo corpo ora è uno slip in pizzo nero. Osservo ogni centimetro del suo corpo constatando che non ho mai visto niente di più bello. Scendo su di lei iniziando a baciarle il collo, lascio piccoli baci umidi lungo il mio percorso mentre con una mano le stuzzico i capezzoli; ansima portando il mio ventre ad avere una fitta di piacere e me a mugugnare di riflesso; inizio a baciarle il seno e a stuzzicarle l'altro capezzolo con la lingua; non so se si stia bagnando più lei o io. Mi alzo un secondo dai suoi seni per baciarla ma lei in un attimo capovolge la situazione bloccandomi le mani sulla testa; ansimo di riflesso.
Inizia a baciarmi il collo e in un attimo mi slaccia il gancetto del reggiseno lasciandomi solo in slip, mi molla le mani e io li porto istintivamente sulla sua schiena.
"Sei la cosa più bella che abbia mai visto." mi sussurra all'orecchio prima di baciarmi nuovamente.
Scende velocemente sui seni, li morde e ci gioca facendomi ansimare, non ho mai goduto così tanto per così poco; morde ogni centimetro della mia pelle portandomi a graffiarle la schiena e a mugugnare in preda ad una sensazione mista di dolore e piacere.
Bacia la mia pancia e arrivata all'elastico dei mie slip ci gioca un po' facendomi alzare le gambe; mi bacia le cosce; passa la sua lingua sui mie slip fissandomi negli occhi: non riesco a reggere il suo sguardo in questo momento, chiudo gli occhi istintivamente.
Lascio un lungo gemito, la voglio, la desidero come non mai.
"Dimmi cosa vuoi Andrea e guardami." mi dice quasi come un ordine.
"Ti voglio. Voglio sentire le tue dita dentro di me, ti prego Alex." Le dico guardandola; il suo sguardo è pieno di lussuria e mi sta facendo impazzire.
Mi abbassa gli slip in un secondo per poi affondare la sua lingua tra le mie labbra, inizia a giocare con il mio clitoride succhiandolo e girandoci attorno con la lingua portandomi ad ansimare e a supplicarla ancora.
Torna a baciarmi accertandosi che io stia bene; mi prende una mano e la intreccia con la sua poi mi guarda negli occhi.
"Alex?" Richiamo la sua attenzione.
Mi guarda confusa.
"Sono vergine." Le dico abbassando lo sguardo.
"Vuoi fermarti?" Mi chiede comprensiva fraintendo.
Nego con la testa.
"Ti assicuro che questa è la cosa che ho più voluto in vita mia."
Mi bacia sorridendo.
"Dimmi se ti faccio male okay? Se senti solo anche un minimo di dolore dimmelo che ci fermiamo okay piccola?" Mi chiede per poi darmi un bacio in fronte. Sorrido sentendomi al sicuro.
Affonda un dito guardandomi fissa negli occhi; lo inizia a muovere concentrandosi su ogni mia espressione per cercare di capire se provo dolore.
La bacio con più violenza portando anche lei ad aumentare il ritmo; ansimo sulle sue labbra; mi stacco in cerca di aria e lei appoggia la fronte sulla mia non staccando nemmeno per un istante i suoi occhi dai miei. Aggiunge un dito facendomi mancare il sospiro per un solo istante, chiudo gli occhi concentrandomi sul piacere.
"Alex ti prego più veloce." Le dico ansimando arrivando quasi al limite.
Al mio ti prego scatta qualcosa nella sua testa, sospira anche lei aumentando la velocità.
"Guardami. Andrea guardami." Mi ordina facendomi bagnare ancora di più; la guardo negli occhi poco prima di avere il primo orgasmo della mia vita; sospiro e lei diminuisce le spinte uscendo da me e baciandomi. Guardo la sua mano, i miei umori stanno praticamente gocciolando dalle sue dita; le avvicino alle mie labbra e le succhio guardandola negli occhi portandola ad ansimare.
Sto per ribaltare la situazione ma lei mi ferma.
"Ei, non oggi, sei stanca e io lo so; ora vieni qui e dormiamo."
Apre le sua braccia facendomi accoccolare su di lei; tira la coperta su di noi per riscaldarci visto il freddo proveniente da fuori. Mi alzo di scatto dalle sue braccia; mi guarda spaventata
"Prima di dormire devo fare una cosa però."
Mi intrufolo in mezzo alle sue gambe.
"No bimba, stasera no, sei stanca guardati e domani abbiamo la sveglia presto."
"Un attimo fidati."
Mugugna in senso di approvazione.
Cerco di sfilarle gli slip e lei mi aiuta sollevando il bacino; passo lentamente la lingua sulla sua intimità raccogliendo tutti i suoi umori e assaggiando il suo sapore prima di risalire; ansima.
"Volevo capire di cosa sapessi."
"Sei una bambina."
Annuisco accoccolandomi a lei.
"Non pentirtene di nuovo."
"Te lo prometto; non me ne andrò più."
Mi bacia facendomi stendere sopra di lei e racchiudendomi tra le sue braccia; siamo entrambe completamente nude e i nostri corpi combaciano alle perfezione.

'Penso di starmi innamorando di te' penso proprio prima di crollare dal sonno consapevole che stanotte non farò incubi.

Spazio autrice:
Mi scuso se il capitolo sia uscito in ritardo e soprattutto se la scena di sesso non è come vi aspettavate. Spero di essermi fatta perdonare con la lunghezza del capitolo.
Come prima scena di sesso ho voluto descrivere qualcosa di più dolce in cui il dialogo sta alla base. Dopotutto in un rapporto sessuale, che sia solo di sesso o anche di altro, il dialogo è la base. Soprattutto in una scena come questa, dove entrambe si lasciano andare e soprattutto dove entrambe fanno l'amore (passatemi il termine), erano necessarie, a parer mio, molta dolcezza e comunicazione.
Detto questo grazie a tutti per essere sempre qui nonostante i miei periodi di pausa.

Yo Te Quiero Prof Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora