Capitolo 12

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"Come mai qui a quest'ora?" mi chiede mentre saliamo le scale dirette verso camera sua.
"Vuoi la storia in breve o vuoi i dettagli?" le chiedo per poi fare una piccola pausa di riflessione per poi continuare "Ma che te lo domando a fare, ovviamente vuoi i dettagli." mi rispondo iniziando ad asciugarmi i capelli.
"Dopo oltre 8 anni sei riuscita finalmente a capire come sono." mi dice pizzicandomi la schiena in segno di scherzo.
"Inizia a parlare che non abbiamo tutto il pomeriggio: fra un po' arrivano Lucas e Giuse e noi, al tuo contrario, non sappiamo proprio nulla di spagnolo e avremo bisogno di molto, ma molto, ma molto tempo per studiare." continua con enfasi sapendo che sto per rivelarle qualcosa che la sorprenderà.
"Ho semplicemente dato un passaggio ad Hitler a casa e lei si è tenuta il mio zaino per sbaglio, ecco perché ora sono qui, bagnata e senza alcun oggetto personale." le dico utilizzando il nomignolo che le ha dato.
Lena mi guarda confusa, dalla sua faccia capisco che non sa bene cosa chiedermi prima; come previsto, dopo essersi schiarita le idee, infatti, parte a raffica riempiendomi di domande: "Cosa cazzo ho appena sentito? Tu le hai dato un passaggio? Hai portato lei sulla moto su cui non sale nessuno a parte me? Perché hai i capelli bagnati se avevi il casco? Oh no non me lo dire...le hai dato il tuo casco, sempre quello che non usa nessuno. Perché ha il tuo zaino? Che profumo ha e soprattutto perché stai arrossendo? Oooooh Andrea Sonolapiùduradelmondo, sta arrossendo." mi grida alle orecchie iniziando a saltellare per camera sua.
"Intanto ti calmi. 1: Hai sentito quello che hai sentito. 2: Stava per piovere e non volevo farla bagnare visto che è raffreddata e quindi le ho dato un passaggio. 3: Si, è salita sulla moto, quella moto su cui non sale nessuno a parte te. 4: Le ho dato il mio casco semplicemente per la sua sicurezza e, prima che mi rimproveri, ho camminato a 50km/h per la maggior parte del tempo. 5: ha un buon profumo, sa di buono." dico a voce bassa arrossendo per poi riprendermi "6: Non sto arrossendo".
Lena mi guarda con un'aria saccente così io mi sento costretta a cedere.
"Okay forse sto arrossendo, ma solo un po'. E non mi chiamare in quel modo." le dico in riferimento a quel nomignolo con cui mi ha chiamato qualche secondo fa.
Lena capisce che questo avvenimento abbia significato qualcosa per me; sa infatti che non faccio salire nessuno, ma davvero nessuno, sulla moto, a parte lei; sa anche che sono molto gelosa delle mie cose, ma soprattutto del mio casco e sa che il fatto che io glielo abbia dato senza esitare voglia dire tanto.
Sicuramente sta riflettendo sul fatto che non mi prendo mai cura di nessuno, a parte lei e Romeo, da molto, molto tempo e che magari 'Hitler' è riuscita a fare una breccia nel mio cuore ormai di ghiaccio. Dopo un momento di riflessione da parte di entrambe decidiamo di preparare camera di Lena con il cibo necessario a un pomeriggio di studio e iniziamo a prendere i libri che ci serviranno per studiare per il compito di domani. Andre e Giuse arrivano verso le 17 e io, in circa due ore, riesco a spiegargli tutto quello che ci sarà nel compito di domani; al contrario delle aspettative sembrano tutti molto preparati alla fine delle mie lezioni di ripasso private e penso che ognuno di noi prenderà un bel voto nel compito di domani. I ragazzi, dopo aver cenato e guardato un film insieme a me e Lena sul divano, tornano a casa; noi decidiamo così di andare a letto presto e di svegliarci prima del solito domani per ripassare un altro po' in vista del compito che avremo alle 8: puntiamo la sveglia alle 6:30 e ci mettiamo subito a letto visto che si sono ormai fatte le 22:30.
Mentre cerco di prendere sonno mi viene però in mente di mandare un messaggio al mio cellulare con il telefono di Lena per chiedere alla prof di metterlo a caricare, visto che, sono più che certa, a quest'ora sia scarico. Dico a Lena di questa idea e lei, come fa sempre, mi incoraggia a mettere in pratica ciò a cui che ho pensato. Prendo il suo cellulare e provo a scrivermi/le un messaggio ma l'ansia, che non so nemmeno da cosa sia causata, subentra mandandomi un po' in crisi; dopo aver cancellato almeno una decina di sms diversi riesco a trovare il messaggio perfetto: né troppo cordiale né troppo scortese a mio parere.
'Prof, se legge il messaggio può mettere il mio telefono a caricare?' Le scrivo finalmente quando ormai sono le 23 passate, con la speranza che lei non sia già andata a dormire, poco prima di crollare anche io con Lena accanto a me che ormai dorme già da un po'. Veniamo svegliate dal frastuono dalla sveglia e dopo esserci vestite, aver ripassato e fatto colazione partiamo verso scuola; durante il tragitto inizia a diluviare e a me viene in mente, come ormai accade spesso, lei. Mi chiedo se sia già arrivata a scuola o se, così come me e Lena, si stia bagnando durante il tragitto; guido il più velocemente possibile verso scuola visto l'aumento della pioggia, ma quando ancora mancano oltre 5 minuti di viaggio in moto, noto lei sulla strada con il mio zaino sulla testa mentre cerca di ripararsi dalla pioggia. Mentre siamo sulla moto comunico a Lena il mio piano e, subito dopo averla lasciata davanti la porta d'ingresso e aver preso il suo casco, ritorno indietro guardandomi intorno cercando la sua figura; non ha ancora smesso di piovere e nonostante la mia vista sia notevolmente peggiorata dalla visiera bagnata e dalla pioggia che non ha intenzione di smettere, la vedo sul marciapiede intenta ancora a camminare senza sosta per cercare di arrivare in tempo a scuola. Faccio un'irruenta inversione a U e, dopo aver ricevuto numerosi insulti da parte delle macchine, finalmente mi nota: le accosto di fianco, le passo il casco e le dico solo una parola: "Salga!".

Yo Te Quiero Prof Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora