Stringe le sue braccia intorno alla mia vita e inevitabilmente il suo profumo mi invade le narici: ho la conferma che é davvero l'odore più buono che io abbia mai sentito.
Tocco un pulsante nel mio casco per riuscire a comunicare con lei e dopo aver sentito il 'bip' che mi da la certezza del collegamento Bluetooth con l'altro casco inizio a parlare.
"Niente domande e niente obiezioni. Ho fatto comprare a Lena dei vestiti puliti e un asciugamano dal negozio accanto la scuola, appena arriviamo prende la busta che le darà Vitale e si va ad asciugare per poi venire in classe a farci fare il compito; io farò la stessa cosa."
La mia voce é fredda, più distaccata del solito, come se avessi paura che le mie emozioni da un momento all'altro possano saltare fuori; lei penso lo noti e infatti sento un irrigidimento del suo corpo che fino a poco prima aderiva perfettamente alla mia schiena.
"Non lo dovrà sapere nessuno okay? Né del passaggio di ieri, né di quello che é successo oggi. Odio le voci che girano su di me e non voglio che se ne creino altre. Grazie."
Risulto più scorbutica e stronza del solito, al punto che lei non accenna ad una parola, cosa che mi fa venire il dubbio che effettivamente abbia parlato sola per tutto il percorso o che comunque la situazione l'abbia turbata; la mia voce si addolcisce un po' ed essendomi preoccupata le domando: "É tutto okay?"
"Si." mi dice con voce roca per poi continuare "In ogni caso non eri obbligata a fare tutto quello che stai facendo, inoltre se lo stai facendo solo per qualche voto extra o per farmi simpatia non ti illudere perché non é cosi." mi dice tra l'incazzatura e la delusione.
Freno di colpo con la moto, rischiando anche di scivolare mentre lei si stringe a me per la paura; fortunatamente non c'è nessuno per strada così rimango ferma lì al centro di essa: mi giro, mi alzo la visiera e gliela alzo per guardarla negli occhi con rabbia.
"Punto uno: non me ne fotte nulla dei voti, avrò comunque la media più alta della classe a prescindere dal fatto che lei mi odi o meno; punto due: non si azzardi a rivolgersi a me in quel modo; punto tre:..." mi blocco un attimo persa nei suoi occhi che non avevo mai avuto così vicini a me prima d'ora "...Non lo faccio per i voti, per starle simpatica o altro; lo faccio solo perché mi va, e si faccia due domande sul perché mi va." concludo.
Non le lascio nemmeno il tempo di rispondere, le abbasso la visiera e riparto verso scuola senza battere ciglio mentre stacco il collegamento Bluetooth; arriviamo pochi attimi dopo, la lascio davanti l'entrata dove ad aspettarla c'è Lena, mentre io vado a parcheggiare. Entro a mia volta e vedo la mia migliore amica che, aspettando di darmi la busta, mi guarda confusa; vedendo la mia faccia abbastanza irritata decide di non fare domande ma mi dice di raggiungerla in bagno. Salgo in classe velocemente per posare lo zaino, che la Bianchi aveva dato precedentemente a Lena per poi raggiungerla in bagno per cambiarmi.
Lei finisce prima di me e le dico di tornare in classe perché ho bisogno di un altro paio di minuti, lei mi da retta lasciandomi sola.
Ormai mi conosce davvero bene.
Finisco immediatamente di vestirmi con i vestiti asciutti senza notare effettivamente cosa stessi indossando e mi sciacquo la faccia elaborando la situazione.
Appena esco la prof mi passa davanti guardandomi con uno sguardo quasi dispiaciuto, uno sguardo che comunque non avevo mai visto in un viso così solare come il suo; la seguo per poi entrare in classe preceduta da lei. Mi siedo al mio banco, ignorando ogni qualsiasi forma vivente che cerca di comunicare con me; noto però nel mentre come sono vestite Lena e la Bianchi e senza rendermene conto scoppio a ridere come non facevo da davvero tanto tempo. L'adulta mi guarda confusa per poi guardare dove il mio sguardo è rivolto, realizza quindi che le mie risate sono dovute al suo 'outfit' di oggi; accenna ad un sorriso che io non posso non notare per poi parlare. "Evans cos'hai da ridire?"
"Nulla prof, le sta proprio bene quella tuta color senape e la felpa rosa delle...sono Winx quelle?" domando a lei e allo stesso tempo a Lena per poi scoppiare a ridere talmente forte da cadere dalla sedia per il dolore al fianco. Vista la mia risata molto contagiosa e la scena comica, inizia a ridere tutto il resto della classe e anche lei sta per farlo, ma, visto il suo ruolo da insegnate, si controlla accennando appena ad una risata; quando meno me lo aspetto però mi sento richiamata.
"Evans visto che hai così tanto da ridere perché non vieni a svolgere il tuo compito qui davanti?" mi chiede con una domanda retorica, facendo la finta incazzata, indicando il banchetto vuoto davanti a lei; mi alzo da terra con ancora le guance rosse e sbuffando mi incammino verso il banco prendendo però prima un foglio bianco, un quaderno su cui appoggiare il compito e una penna con cui scrivere.
Sono interrotta poco dopo da una risata che non avevo mai sentito prima e che mi mette i brividi: alzo lo sguardo e noto lei, che con un sorriso a 32 denti, mi fissa ridendo. "Anche a te stanno davvero bene quella tuta grigio topo e quella felpa verde di... sono gormiti quelli?" mi domanda usando la stessa identica frase che ho usato io poco prima per commentare il suo outfit;
"Abbiamo lo stessa stilista vedo." dico reggendole il gioco e sorridendole come mai avevo fatto prima, sorriso che penso possa vedere solo lei visto che mi è perfettamente davanti; in ogni caso poco mi importa se qualcun altro lo nota, lei penso sappia che è rivolto solo a lei.
Il teatrino si conclude così e le risate di tutta la classe vanno a scemare; alle 8:30 in punto, dopo averci spiegato ogni esercizio del compito, la prof ce lo consegna dando inizio a quell'ora e mezza di tortura che non sapevo sarebbe stata la mia rovina.
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Yo Te Quiero Prof
Storie d'amoreGirlxGirl ProfessoressaxAlunna Andrea: una ragazzina di appena 16 anni che frequenta per l'ennesima volta la prima superiore in un liceo linguistico di Palermo. Lesbica dalla testa ai piedi, stronza di prima categoria ma soprattutto ragazzina ribell...