Capitolo 42

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Pov: Andrea
"Ciao piccola mia"
Mi dice mio papà abbracciandomi.
"Ciao papà."
Lo abbraccio a mia volta soffermandomi sulla calma che mi trasmette.
"Non mi saluti Lillina?"
Era da tanto che non sentivo questo nomignolo, mi butto nelle sue braccia e qualche lacrima esce spontanea dai miei occhi.
Sono davvero venuti...
"Avete visto l'allenamento?"
"Siamo arrivati penso con una mezz'oretta di ritardo ma lo abbiamo visto. Sei stata magnifica."
Mi dice mio padre.
Guardo gli spalti ed Alex non è più lì.
Ci avviciniamo tutti insieme ai mister e dopo i soliti convenevoli entriamo dentro l'ufficio del presidente per concordare sul mio futuro qui.
"Quindi Andrea, avrai vitto ed alloggio pagato: vivrai in convitto con le altre ragazze; per la scuola non preoccuparti: ci occuperemo noi di prenderti e portarti, avrai molte agevolazioni atleta ed inoltre ti pagheremo eventuali ritorni a casa per magari feste o occasioni speciali. Ti sentirai molto coccolata."
Sorrido ai miei genitori entusiasta. Tutto questo mi sembra un sogno.
"Inoltre avrai un piccolissimo stipendio."
Strano gli occhi, non siamo nemmeno professioniste.
"Non ti aspettare niente di elevato, 100€ al mese piu qualche altra entrata che dipenderà esclusivamente da te. Ogni presenza in prima squadra ti darà diritto ad altri 100€ nello stipendio; ogni goal fatto sono 20€, assist 10€,  presenza in partita 10€. Avrai anche però da pagare in caso dovessi saltare allenamenti o arrivare in ritardo. Coccoliamo le nostre atlete ma vogliamo tanto in cambio."
Hanno parlato di presenza in prima squadra...è davvero possibile quindi?
Sorrido come una scema e già la mia mente vaga.
"Il contratto dura una stagione, al termine della quale decideremo insieme se continuare questo percorso o meno."
Firmo il contratto senza farmelo ripetere ed i miei mi seguono.
"Settimana prossima iniziano ufficialmente gli allenamenti. Ci vedremo lunedì in aeroporto, segnati il numero di Diletta che è la
ragazza che gestisce voi del convitto, ti farà sapere tutto."
Mi segno il numero per poi stringere la mano a tutti i presenti ed uscire dalla stanza.
Ci incamminiamo verso l'uscita tra una chiacchiera e l'altra, io sono leggermente più avanti di loro; il tempo di oltrepassare il cancello e delle labbra si poggiano sulle mie, inizialmente mi rilasso per poi realizzare quello che è appena successo.
Mia madre si schiarisce la gola attirando l'attenzione di Alex. Lei sgrana gli occhi e si affoga con la saliva iniziando a tossire.
"Tu sei?" Le chiede mio padre.
"Alexandra Bianchi piacere."
Incontro diretto dei mie genitori con Alex, non poteva andare meglio.
"Lei é la mia fidanzata." Dico a sguardo basso.
"Piacere Adele, sono la madre di Andrea." Si stringono la mano e mia madre le offre uno splendido sorriso.
"Franz." Dice solo mio padre allungando la mano e lanciandole uno sguardo che non so decifrare.
Io non riesco a spiccare parola ma fortunatamente é mia madre ad intervenire.
"Quindi sei qui con lei, potevi dirci che era più che un'amica non ci sarebbe stato alcun problema."
"Concordo con te Ade." La asseconda mio padre.
"Avevo solo paura mi dicessi di no." Una lacrima mi esce ed Alex avvolge le mie spalle con un suo braccio; vorrei avere la sua forza.
"Lilllina sappiamo di te da anni, non vedevamo l'ora di conoscere qualcuno. Non preoccuparti in ogni caso piccola mia, fortunatamente abbiamo avuto occasione di conoscere Alexandra. Venite con noi a pranzo? Così ci conosciamo meglio."
Ci incamminiamo alla macchina dei miei genitori ed io scrivo un messaggio ad Alex.
-Chiederanno come ci siamo conosciute, la tua età e mia madre sicuramente collegherà il tuo nome alla scuola. Ha troppa memoria.-
Mi risponde subito.
-Non so che dirti amore mio, non voglio mentire ma rischio tanto. Diremo la verità ma in caso ricordati che ci siamo iniziate a frequentare dopo la fine della scuola e magari omettiamo il fatto che ero la tua insegnante ma magari diciamo che ero a scuola da te.-
Le stringo la mano forte e lei mi apre lo sportello di quella che è la macchina dei miei genitori.
"Conosco un locale di sushi davvero buono proprio qui vicino. Vi va?" Dice mia madre. Io annuisco entusiasta.
"Alexandra a te piace il sushi?"
"Ne vado matta." Le sorride.
"Mangi carne?"
"Si, perché?"
"Mi basta che tu non sia vegana." Ride da sola.
"Mamma non sei simpatica..."
"Un pochino lo sono in realtà."
Si autocompiace.
Nel frattempo siamo arrivati al ristorante, papà ha già parcheggiato ed Alex mi tende la mano appena uscita dalla macchina.
Ci accomodiamo al tavolo ed è sempre mia madre a prendere parola parlando ad Alex.
"Il tuo nome mi è troppo familiare ma non capisco il motivo...forse ho letto di te in qualche sito. Che lavoro fai?"
"Sono un insegnante di Spagnolo."
Le stringo la mano pronta al peggio.
Mia madre sgrana gli occhi, mio padre ancora non capisce.
"Sei la sua insegnante vero? Ho letto il tuo nome nella pagella di fine anno."
Mio padre si strozza con l'acqua che ha appena bevuto. Mia madre ha un tono stranamente calmo.
"Si signora. Ci siamo conosciute in classe."
Alexandra sembra quasi professionale ed è estremamente calma e riflessiva. Continua.
"Il nostro rapporto privato non ha mai influenzato il mio giudizio scolastico, anzi, forse il nostro rapporto l'ha aiutata a crescere dal punto di vista scolastico ed umano."
La discussione è solo fra loro due, mio padre non parla ma mi guarda attentamente.
"Da quanto state insieme?"
Sto per rispondere ma Alex mi anticipa.
"Sua figlia mi ha baciata l'ultimo giorno di scuola e da lì abbiamo cominciato ad uscire."
Mia madre sogghigna.
"Sei stata tu a chiamarmi, nel mese di ottobre per dare ripetizioni private ad Andrea. Sbaglio?"
Alex si fa tesa.
"Non sbaglia."
"Quindi direi che la vostra relazione è iniziata molto prima, sbaglio?"
Prendo la parola io interrompendo la discussione.
"L'ho baciata io mamma, lei mi ha sempre rifiutato ma io ho sempre insistito."
Alex mi stringe la mano in cerca di contatto fisico.
"So bene quanto tu sia testarda Andrea..." sospira "...tutto questo è profondamente illegale e sbagliato."
"Era solo illegale, mai sbagliato. Ma ora non lo è più. Andrea non è più mia alunna e inoltre ha l'età del consenso da prima che ci conoscessimo."
Mia madre sospira ancora ed è mio padre a prendere parola.
"La ami davvero Alexandra? Non è stato tutto solo uno sfizio per te? Un intrigo fondato sulle vostre posizioni sociali."
"No signore, non è mai stato un gioco. Sono consapevole di quanto non fosse una bella situazione la nostra. Ho rischiato tanto stando con Andrea, rischio ancora...sia a livello penale che lavorativo. Stiamo facendo questo discorso perché io amo davvero Andrea e voglio che stia nella mia vita per tanto tempo."
"A me sembra molto sincera Ade, alla fine è anche molto giovane, è una ragazza...quanti anni hai Alexandra?"
"26 il prossimo mese...abbiamo 8 anni di differenza visto che Andrea farà 18 anni poco dopo che io farò il compleanno."
"Hai visto Ade...la nostra differenza di età. Anche io ero ero il primario e tu la matricola, non fargli la predica."
Io non lo sapevo ed un piccolo sorriso nasce in me sentendomi in parte più vicina a mia madre.
"E va bene..." sospira ancora "...però occhio a quello che fai Alexandra, non farmi cambiare idea."
"Adesso mangiamo che ho fame..."
sorride mio padre "...e benvenuta in famiglia Alexandra."
Un sorriso nasce sincero in me ed in Alex; i nostri corpi si rilassano ed il primo pranzo di famiglia inizia. Speriamo sia il primo di molti...






Ma sarà davvero così?

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