Capitolo 23

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Pov: Alexandra
"Cazzo." sussurro non riuscendo a spostare lo sguardo dal suo corpo completamente ammaliata dalle sue forme.
Lei si gira di scatto cercando di nascondere quello che ho però appena visto: è imbarazzata e non l'avevo mai vista così vulnerabile.
"Mi dispiace."
Le sussurro sentendomi come se l'avessi violata; lei si copre ancora di più cingendosi il seno con le mani, io mi giro.
"Andrea mi sono girata e giuro che ho anche gli occhi chiusi, puoi metterti sul divano se vuoi."
Sento i passettini dei suoi piedi scalzi che si muovono velocemente sul parquet.
"Puoi girarti adesso."
La crema è sul tavolino di fronte al divano e così la prendo e inizio a spalmarla sulle abrasioni: non avevo notato oggi ne avesse così tante ed ho quasi paura a toccarle e a poggiarci le mani sopra perché potrei farle male; dalla sua bocca escono gemiti di dolore quando sfioro le parti più bruciate e così cerco di smorzare la tensione per provare a farla stare un po' meglio.
"Tanta spavalda e poi arrossisci e ti vergogni quando ti vedo nuda."
"Alessandra stai zitta." Mi dice facendo la finta incazzata.
"Oppure?"
"Oppure non finisce bene."
"Ti ricordo che sei sotto di me."
Le dico alludendo ad un doppio senso palese cercando di farla deconcentrare dal dolore.
"Non ci metto nulla a mettermi sopra io e sono anche sicura che non ti dispiacerebbe..." mi dice riacquisendo quella sicurezza che aveva perso qualche minuto fa.
"Preferisco stare sopra in realtà." ammetto sfacciatamente.
"Sono indecisa sai?"
"Su cosa?"
Chiedo confusa.
"Non capisco se ti sia più bagnata prima a vedermi nuda o ora a massaggiarmi la schiena parlandomi delle posizioni in cui vorresti scoparmi."
Mi blocco, il mio cervello ha smesso di funzionare, sbatto le palpebre come se non riuscissi a focalizzare la situazione, non riesco a concentrarmi e soprattutto non riesco ad elaborare le parole che mi ha appena detto.
Mi risveglia dal mio stato di trans attirando la mia attenzione.
"Sta bene professoressa?" Sottolinea l'ultima parola e usa il 'lei' come per rimarcare la differenza di ruolo e di età, che c'è fra di noi; mi sta facendo impazzire e lo sa.
"Si Andrea sto bene, ho anche io un dubbio sai?"
Vuole giocare? Giochiamo allora.
"Che dubbio ha professoressa?" Rimarca nuovamente quell'appellativo in un modo che non aveva mai fatto.
Ho ormai finito di metterle la crema sulle ferite ma sfrutto l'occasione per giocare un po' sulla sua schiena.
"Sei più bagnata per il fatto che io sia sopra di te con le mani sulla tua schiena o per il fatto che stai immaginando come sarebbe scoparmi?"
Andrea deglutisce sonoramente dandomi la conferma che sta immaginando entrambe le scene; io mi alzo, vado in cucina per lavarmi le mani fatte di crema e successivamente mi risiedo dove ero prima; nemmeno lei si è mossa.
Si muove leggermente non appena arrivo, per poi alzarsi e sedersi di fronte a me fissandomi negli occhi; io con una fermezza, che vorrei semplicemente mettere da parte in questo momento, la fisso a mia volta negli occhi nonostante voglia guardare ogni centimetro del suo corpo.
È lei a parlare.
"Vuole una risposta professoressa?" Cambio di tono, cambio di registro linguistico, impazzisco. Sa che tasti toccare.
"Si Andrea, voglio una risposta."
"Sono indecisa sa?"
Mi dice sdraiandosi supina sul divano continuando a fissarmi negli occhi dandomi la possibilità di scrutare il suo corpo; i miei occhi vanno istintivamente alle sue curve, non riesco a smettere di guardare. Schiocca le dita.
"Occhi a me."
Mi dice autorevole.
Rido e lei mi guarda confusa.
"Comando io qui. Chiaro ragazzina?"
Annuisce per poi però prendere parola.
"Sa professoressa..." si alza mettendosi ad un paio centimetri dal mio viso; io le accarezzo la coscia nuda, lei sospira chiudendo gli occhi per poi riaprili quando ricomincia a parlare "...io glielo direi anche se mi bagno di più ad immaginare lei che scopa me o io che scopo lei..." si lecca le labbra avvicinandosi ancora di più a me "...ma..." lecca le mie labbra lasciandomi immobile, impazzisco, ho i brividi, "...preferirei farglielo vedere."
Prende la mia mano allontanandosi di poco per poi guardarmi negli occhi con fare innocente; alza la mia mano. Intuisco cosa vuole fare e le facilito il movimento: chiudo il pugno lasciando medio e indice fuori e lei non se lo fa ripetere due volte.
Non ha distolto un solo secondo lo sguardo da me ma ora come se ne avesse bisogno chiude gli occhi; la vedo portare lentamente la lingua fuori ed accarezzare le mie dita con essa, la vedo mentre appoggia le mie dita sulle sue labbra e dopo aver aperto gli occhi succhiarle lentamente; per la prima volta in vita mia mi sento inerme, non so che fare, so solo che potrebbe fare di me ciò che vuole ed io non riuscirei a dirle di no.
La guardo incantata mentre lei si diverte a giocare con le mie dita: è di una delicatezza e di una sensualità unica; sta ansimando immaginando chissà quale scena ma io ho bisogno di avere le sue labbra su di me e quindi allontano le mie dita dalle sue labbra; è smarrita e apre gli occhi preoccupata.
Parla con il respiro leggermente affannato e gli occhi bassi probabilmente per la vergogna.
"Ho fatto qualcosa che non dovevo fare?"
Annuisco guardandola con uno sguardo dolce per poi parlare anche io.
"Mi stai facendo impazzire Andrea, ecco cosa hai fatto di sbagliato".
Mi avvicino a lei, le accarezzo il viso e sto per baciarla quando lei mi ferma.
"Ti prego solo di non pentirtene."
Esce una lacrima dai suoi occhi, la guardo e so che in questo momento non voglio nient'altro oltre che lei.
Asciugo la sua lacrima e poggio le mie labbra sulle sue: sono di una morbidezza e di una dolcezza unica; non ho mai baciato nessuno con la stessa voglia con cui sto baciando lei, sto impazzendo ed anche lei con me.
Il bacio da casto diventa più violento, più voglioso; mi fa appoggiare al divano e si siede su di me afferrandomi la nuca e spingendomi più verso di lei. Questa ragazzina mi sta facendo davvero impazzire: la afferro per i glutei e lei ansima sulle mie labbra iniziando a muovere il suo bacino contro il mio.
Il campanello suona, vado in palla. Lei si sposta mettendosi di lato dopo avermi lasciato un bacio a stampo, che ovviamente ricambio, e dopo aver fatto una serie di mugoli di disapprovazione.
Mentre vado ad aprire ammiro i suoi glutei e mi viene istintivo dargli una sculacciata, che lei non si aspettava, e che la fa ansimare inaspettatamente; sogghigno e sorrido.
Felicità che si spegne immediatamente quando però apro la porta.
"Giulia?"

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