Capitolo 34

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Pov: Andrea
"Non aprire quella porta." Le dico con ancora il fiato corto.
"E cosa vorresti fare genietto?"
"Non lo so, fai solo finta di non essere in stanza. Voglio tu stia qui e finisca ciò che stavi facendo." Le faccio gli occhioni.
"Fammi solo vedere chi è". Mi dice allontanandosi; la tiro però per un braccio fermandola.
"Chiunque sia non può vederci così, Lena sa che non deve venire quindi di sicuro non é lei."
"Fammi solo controllare." Si allontana andando allo spioncino; si gira verso di me per poi mimare con le labbra:
"È Martina."
Mi alzo di scatto.
"Ma io le spacco la faccia, ma vedi un po' questa, ma cosa pensa di fare?"
Alexandra ride mentre io sono notevolmente arrabbiata. Sembro tipo un piccolo puffo arrabbiato e penso che la scena vista dai suoi occhi sia notevolmente comica.
"Faccio io. Ora nanerottola rimettiti a letto che la liquido nuovamente per poi tornare da te."
Alexandra va ad aprirle in intimo non rendendosi conto delle sue condizioni; richiamo la sua attenzione e le lancio la mia maglietta extra large che avevo precedentemente come pigiama; mi sorride di riflesso indossandola: a lei arriva a mala pena sotto i glutei mentre a me sta praticamente come un vestito.
Sparisce dietro il disimpegno e la sento aprire la porta; mi avvicino quatta quatta nascondendomi per sentire la conversazione.
"Che cosa ci fai qui?"
"Volevo solo passare la notte con te."
Sto per uscire allo scoperto ma poi mi ricordo di essere nuda e soprattutto di non poter mandare all'aria tutto.
"Ti ho già detto che sono impegnata."
Sorrido.
"Ma non lo saprà mai; fammi rimanere solo stanotte, dopotutto lo vedo come mi guardi."
Sghignazzo un po' troppo forte per la minchiata appena detta da lei per poi rendermi conto che mi ha sentita. Attimi di silenzio e ansia.
"Allora sei con lei."
"Sono cazzi miei con chi sono, non devo darti spiegazioni, ora sparisci."
Sento chiudere la porta e vedo Alex passarmi di fianco non notandomi; si guarda intorno confusa per poi sentirmi ridere dietro le sue spalle.
"Quella risatina ci stava mettendo nei guai lo sai?" Mi dice sorridendo.
"Ti sbagli, la sua insistenza ci stava mettendo nei guai; domani le faccio vedere io chi comanda."
"Ma zitta nanerottola." Mi dice sollevandomi da terra e facendomi cingere le gambe intorno al suo busto.
"Non li vedi i muscoli che ho." Le dico mettendo in mostra i miei bicipiti inesistenti.
"Sei fortissima ma io in realtà stavo ammirando altro."
Allude al resto del mio corpo. Mi piace da morire il suo modo di provocarmi: riesce a mischiare pensieri perversi ad attimi di dolcezza.
Inizia a baciarmi lentamente mentre si avvicina al muro, fa aderire la mia schiena contro di esso spostando il mio peso su un braccio cercando di sorreggermi nel miglior modo possibile; incrocia la mano libera con la mia iniziando a baciarmi con più foga, mi bacia lentamente il collo scendendo sempre di più. Si ferma un attimo guardandomi negli occhi, mi poggia a terra e si inginocchia davanti a me: so già cosa sta per fare. Mi fa alzare una gamba poggiandola sulla sua spalla; arrossisco vista la situazione e chiudo gli occhi sentendomi a disagio con il mio corpo; lei richiama la mia attenzione:
"Ei, sei bellissima, non vergognarti mai di me chiaro?"
Annuisco accarezzandole una guancia; lei chiude gli occhi ed io lentamente mi ritrovo in paradiso.
La sua lingua si muove sulla mia intimità stuzzicandomi punti da cui non pensavo potessi mai trarre piacere; avvicino la sua testa a me per farle capire che voglio di più e lei mi accontenta: stringe con una mano il mio gluteo portandomi ad ansimare per il dolore mentre con la mano libera inizia a muovere le dita dentro di me; le sostituisce poco dopo con la sua lingua portandomi ad avere un fantastico orgasmo.
Cerco di riprendere fiato quando lei si alza e prendendomi in braccio mi poggia sul letto accocolandosi a me.
"Sai non pensavo sarei mai riuscita ad ascoltare il tuo cuore andare così veloce."
"Sai non pensavo potessi essere così dolce e soprattutto così brava."
"Scemotta con chi pensavi di avere a che fare? Questa lingua e queste dita regalano orgasmi fantastici."
Sghignazza indicandosi le rispettive parti del corpo.
"Questo dovrei dirlo io non trovi? E a prescindere da ciò, li regaleranno solo ed esclusivamente a me per molto molto tempo."
"Vuoi l'esclusiva bambina?"
"Pensavo lo avessi già capito che sei mia; anzi sono certo tu lo sappia; dopotutto lo hai detto a Martina o sbaglio?"
"Colta con le mani in mano, hai vinto questa battaglia nanerottola ma non la guerra." Mi dice sghignazzando prima di iniziare a farmi il solletico: il mio più grande punto debole.
Non riesco a respirare per quanto sto ridendo, le sue mani si muovono abili sui miei fianchi portandomi ad urlare.
"Alex ferma..." risata a crepapelle "...non ce la faccio..." cerco di liberarmi "...non respiro più..." continuo ad urlare ridendo in mancanza di fiato.
"Dimmi chi ha vinto la guerra e ti lascio andare."
"Hai vinto..." continua imperterrita "...hai vinto la guerra, ora lasciami andare."
Cerco di riprendere fiato con un sorriso a trentadue denti stampato in volto, non avevo mai riso così tanto in vita mia. Mi bacia per poi stendersi accanto a me mentre io ho ancora il fiato pesante.
"Ti odio." Le dico scherzando.
"Si sì ed io sono etero."
Si allunga verso il comodino prendendo il cellulare ma io la blocco baciandole il collo.
"Nanerottola non ancora, prima voglio fare tutto quello che non ho potuto fare nei mesi passati."
"Va a finire che sei davvero etero e non me lo dici."
Le dico facendo la finta arrabbiata; aspetterò i suoi tempi o comunque il momento adatto.
"Devo farti vedere questa cosa da tipo novembre. L'ho conservata aspettando di poter stare con te finalmente scoperta da ogni maschera."
"Quindi stai ammettendo che ne indossavi qualcuna."
"Oggi sto ammettendo tante cose, ora sta zitta e leggi."
Mi dice facendomi appoggiare contro di lei e passandomi il telefono.
Quella che mi trovo davanti è una mia poesia.
L'ho scritta per lei il giorno che ci siamo riviste dopo la chiusura del nostro rapporto; l'avevo ovviamente pubblicata nella pagina Instagram di BDG nella speranza che lei la vedesse; profilo di cui ho parlato con Alex la prima volta che siamo rimaste da sole a scuola. Ed effettivamente così è stato.
La rileggo ancora una volta commuovendomi, pensando al fatto che ora lei è qui con me.

'Hai presente la bellezza delle piccole cose?

Hai presente la bellezza
dell'arcobaleno
dopo il temporale?

Hai presente l'odore della pioggia?

Hai presente la bellezza
di quell'attimo
in cui quando da sdraiata
a mare
di notte
vedi una stella cadente
che ti passa davanti?

Hai presente la bellezza
del mare
quando è limpido e calmo?

Hai presente la bellezza
di un campo
pieno di fiori profumati?

Hai presente la bellezza dell'oceano?

Hai presente la bellezza
dell'odore
dei libri nuovi?

Hai presente la bellezza del tramonto?

Ecco tu sei più bella di tutte
queste piccole cose.

BDG'

Le passo il telefono stringendola a me con ancora qualche lacrima che riga il mio viso.
"Perché piangi piccola?"
"Perché finalmente sei qui con me."
"Si lo sono e ci sarò finché tu lo vorrai."
"Alex..." le dico sottovoce.
"Si piccola?" Mi alza il viso fissando i suoi occhi nei miei.
"...devo parlarti di una cosa."
"Ti ascolterò sempre, a prescindere da tutto." Ha un espressione seria; sono davvero sorpresa da come è cambiato il nostro rapporto.
Mi alzo staccandomi da lei, prendendo il cellulare ed andando sulla mia pagina Instagram o per meglio dire quella di BDG.
"Forse è più facile fartelo vedere che spiegartelo."
Le passo il telefono con il profilo aperto; scorre la home piacevolmente sorpresa mentre io non faccio altro che guardare i suoi occhi profondi ed oggi dannatamente caldi.
"Mi stai semplicemente dicendo che la mia autrice preferita è anche la mia persona preferita?"
Sorrido in riflesso alle sue parole.
"Innanzitutto sono davvero la tua scrittrice e la tua persona preferita? Seconda cosa non sei davvero arrabbiata?"
Sorride come risposta alla prima domanda per poi parlare, sapevo già non avrebbe mai risposto a quelle domande:
"No piccola, perché dovrei esserlo? Sei un piccolo genio; le cose che scrivi sono assurde, mi hanno sempre messo i brividi; ho praticamente fatto un tatuaggio per te senza saperlo, ricordi?" Mi dice indicandosi il petto.
"Come potrei scordarlo? È bellissimo." le dico passandoci un dito sopra.
"È assurdo come essendo così piccola tu sia già così tanto brava nell'esprimerti."
"Pensavo lo avessi capito che sono diversa." Le dico vantandomi un po'.
"Ti assicuro che l'ho capito dal primo momento in cui ho incrociato il tuo sguardo."
Mi dice poco prima di baciarmi e stringermi a se; finalmente di nuovo a casa.

Yo Te Quiero Prof Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora