Capitolo 44

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Pov: Andrea
10 minuti sono passati dal mio goal e la squadra sembra più carica che mai; stiamo attaccando praticamente solo noi. Dopo un fraseggio sulla metà campo un triangolo viene effettuato tra me e Federica, io mi accentro leggermente e nella mia testa come in uno schema matematico vedo tutte le possibili opzioni. I miei piedi anticipano il mio cervello ed il pallone filtra tra il terzino ed il difensore destro, un bellissimo taglio di Giada mi ha chiamata e come per magia il pallone entra in porta.
2-0
Tutti corrono ad abbracciarla ed io ho bisogno di un attimo per riprendermi vista la fatica. Le ragazze dalla panchina mi saltano addosso.
"Che passaggio hai fatto?"
"Sei stata fantastica."
"Un passaggio perfetto."
Giada corre da me ad abbracciarmi; le ragazze mi fanno i complimenti ed io sorrido pensando di non aver fatto nulla di straordinario.
Mi avvicino alla panchina per bere un goccino d'acqua; ho la gola secca ed inizierò a tossire da un momento all'altro se non bevo. Il mister prima di realizzarlo mi stringe a se in un abbraccio sconnesso.
"Hai una visione di gioco pazzesca Andrea. Tieni l'acqua. Mancano 5 minuti alla fine del primo tempo. Ce la fai?"
"Si mister, non sono stanca. Ho solo la gola secca."
"Allora su, vai. Corri."
E così faccio fino alla fine del primo dentro. I due fischi dell'arbitro fermano la partita e tutte corriamo nello spogliatoio per riposarci ed ascoltare le parole del mister.
Saliamo le scale affiancate anche dalle avversarie che fanno dei commenti poco carini su di me.
'Falcale le gambe'
'Tiragli qualche gomitata'
'Falle fallo'
Mi giro leggermente scioccata verso di loro pensando che probabilmente in tutta la mia vita non ho mai fatto un fallo.
Sono la persona meno vendicativa e fallosa di questo mondo; la violenza sportiva non fa parte di me.
Il mister mi poggia una mano sulla spalla capendo il mio disagio in riferimento a quelle parole.
"Non preoccuparti Andrea, per poterti fare fallo devono prima prenderti e mi sembra molto difficile."
Sorrido grata delle sue parole.
Vado in bagno come sempre per poi sciacquarmi la faccia mentre ascolto il mister che sta parlando con la squadra dall'altra parte del muro.
Mi guardo allo specchio soffermandomi su cosa sto facendo, cerco di scacciare via le emozioni e di pensare solo al presente; calmo il mio sospiro e vado nella stanza adiacente sedendomi vicino a Lulù per continuare ad ascoltare il mister.
Ci dice di continuare così e ci da un paio di indicazioni per poi lasciarci qualche istante libero per riprenderci.
Luana poggia una mano sulla mia coscia.
"Vanne a fare un altro e fai vedere a tutti chi sei Andre, spero di farti un altro assist come quello di prima."
Mi sorride per poi alzarsi.
"Ho fatto goal."
Le sorrido a mia volta ancora non convinta di quello che è appena successo.
Scendiamo di nuovo in campo ed in pochi istanti la partita inizia.
Passano circa 20 minuti quando un pallone come quello del tempo scorso mi arriva nei piedi; sono posizionata molto più centrale rispetto a prima quindi faccio esattamente l'opposto: faccio finta di andare a destra per poi andare a sinistra, sto per calciare con quello che è il mio piede debole fin quando non mi ritrovo a terra con le gambe doloranti.
Delle urla arrivano dagli spalti ed io realizzo cosa sia successo: il terzino ha deciso davvero di falciarmi le gambe con un fallo da dietro.
Luana si precipita da me ed io alzo lo sguardo per capire cosa sta succedendo vista le urla e gli insulti che stanno volando.
Il terzino è appena stata espulsa vista la brutta entrata ed il fallo da ultimo uomo; non contenta però è venuta contro di me per dirmi non so cosa è Lulù è arrivata per difendermi.
Faccio qualche sceneggiata piangendo fintamente per perdere tempo e per fare entrare il medico.
Esco zoppicando fintamente dopo che un po' di ghiaccio è stato spruzzato su una delle mie caviglie.
Il mister si avvicina a me allarmato.
"Andrea che hai? Ce la fai a rientrare? Come ti senti?"
"Sto bene mister, non mi sono fatta nulla, posso continuare."
Gli sorrido per fargli capire che ho solo finto e poi la nostra attenzione viene spostata su Luana che sta per calciare il rigore.
Il pallone entra sulla destra del portiere e il mio capitano corre verso di me abbracciandomi.
Io ricambio assai contenta di aver procurato il rigore alla squadra.
Rientro pochi istanti dopo aver bevuto e riprendo a giocare magnificamente.
Prendiamo un goal quando mancano circa 15 minuti alla fine della partita; il mister effettua alcuni cambi e mi sposta a centrocampo in modo da farmi difendere maggiormente visto il dispendio elevato di energie che ormai dopo più di un'ora di partita si fa sentire.

I triplici fischi dell'arbitro risuonano al centro del campo ed io notevolmente stanca mi siedo un attimo a terra per riprendere le energie; le mie compagne di squadra urlano felici vista la vittoria ed io dentro di me faccio lo stesso nonostante non lo stia mostrando.
Saltiamo tutte tenendoci per mano verso il pubblico ringraziando tutti per il supporto e qui i miei occhi incontrano i suoi color ghiaccio.
Mi blocco fermandomi un attimo per assicurarmi che sia veramente lei; quando una manina mi saluta sgrano gli occhi e corro subito verso la rete mentre lei scende le scale della tribuna per salutarmi.
Prendo la sua mano tra le grate per poi darle un tenero bacio a stampo attraverso questo stupido pezzo di ferro che ci divide.
"Sei davvero qui?"
Le chiedo con gli occhi lucidi.
"Non potevo di certo mancare alla partita della mia bambina."
Le sorrido come una scema; mi era davvero mancata.
Luana richiama la mia attenzione dicendomi che il mister deve dirci qualcosa e che poi dobbiamo festeggiare tutte insieme nello spogliatoio.
"Vai bambina, fatti la doccia e divertiti; io ti aspetto qui fuori."
Le do un bacio per poi correre nello spogliatoio con Lulú.
Il mister ci fa i complimenti e poi le canzoni post vittoria si innalzano nelle mura dello spogliatoio; video e foto vengono fatte; siamo tutte molto soddisfatte e contente.
Mi lavo velocemente ed esco dallo spogliatoio; alcune delle avversarie mi fanno i complimenti ed io le ringrazio assai sorpresa dalle loro parole; incrocio il mister mentre mi dirigo verso l'uscita.
"Dove vai?" Mi chiede.
Mi gratto la nuca non sapendo cosa rispondere.
"Una persona mi é venuta a trovare; posso uscire per stare con lei un po'?"
"Puoi fare quello che vuoi se giochi così tutte le domeniche."
Gli sorrido ringraziandolo per poi andare sugli spalti da Alex.
Mi abbraccia immediatamente non appena mi vede; io poggio la testa sul suo petto lasciandomi cullare tra le sue braccia.
"Quanto rimani?"
"Posso stare una mezz'oretta qui con te, poi devo andare via; ho l'aereo alle 21, sono arrivata qui a Firenze ieri a mezzanotte; non ho potuto prendermi le ferie sennò sarei rimasta di più. Ho evitato di dirti tutto per poterti fare una sorpresa. Mi dispiace poter restare così poco."
La bacio assai contenta di vederla.
"Sei stata bravissima bambina mia; sei troppo forte lo sai? Sei anche migliorata tanto in questo tempo qui."
"Grazie Alex..."
Arrossisco per poi guardarla negli occhi con un filo di tristezza dovuta alla mancanza che ho avuto di lei in questo tempo.
"Bambina...dobbiamo parlare però..."
I miei occhi si riempiono di lacrime; so già dove andrà a parare.
Mi riappoggio al suo petto.
"Andrea, hai 18 anni, voglio che tu ti goda la tua vita qui. Ultimamente litighiamo tanto e so che questo non è salutare, magari tu potrai non capirlo ma quei pochi anni in più che ho rispetto a te mi hanno fatto avere più esperienza su certe situazioni. I nostri litigi ti tolgono energia; energia che dovresti dedicare al calcio, devi concentrarti sulla tua carriera per ora. Ho riflettuto tanto in queste settimane e sono arrivata alla conclusione che sarebbe meglio chiudere; questo non vuol dire che non ti amo o che ho qualcun altro, semplicemente voglio farti vivere quest'esperienza come meriti. Sta diventando pesante per entrambe, anche per me, non lo nego. Troppi litigi, troppi casini, troppo dolore. Amare non dovrebbe essere tutto questo dolore bambina."
La stringo a me.
"Ci eravamo promesse che il mio trasferimento non avrebbe influito sulla nostra relazione."
Una lacrima cade sul suo petto.
"Lo so bambina ma è successo Magari torneremo, quando il destino ci farà rincontrare."
Non riesco a parlare, so che ha ragione.
"Ciò non vuol dire che non dobbiamo più sentirci o che io sia uscita dalla tua vita. Ci sono ancora, ne faccio parte. Voglio che chiudiamo questo capitolo con la consapevolezza che siamo state qualcosa di speciale e unico, che tu avrai sempre un posto nel mio cuore, ma che per ora è meglio separarci. Non voglio che il nostro rapporto peggiori fino ad arrivare ad odiarci."
Mi stacco dal suo petto poggiando le mie labbra sulle sue.
È un bacio dolce, quieto, lento.
Come a voler far fermare il tempo.
Apro lentamente gli occhi quando le nostre labbra perdono adesione.
"Ti prego non piangere Andrea."
Nego con la testa mentre delle lacrime scorrono sul mio viso.
Le asciuga con la mano ed io lascio cadere la mia guancia poggiandola sulla sua mano, ricerco una sua carezza che lei immediatamente mi concede.
"Mi mancherà Prof."
Sorrido malinconica al ricordo di quello che siamo state.
"Non cambierai mai."
Accenna anche lei ad un sorriso tirato per mostrarsi forte ai miei occhi.
"Devo andare..."
Mi dice tristemente.
"Lo so..."
Poggio la mia mano sulla sua.
"Non mollare mai Andrea perché sei davvero la persona più tenace e forte che io conosca. Mi hai fatto innamorare come nessuno era mai riuscito a fare."
Mi da un bacio in fronte pieno d'amore.
"Ti amo Alexandra."
Lascia lentamente la mia mano lanciandomi un altro sguardo ed un sorriso malinconico.
Esce dal mio campo visivo prima che io possa rendermene conto.
Mi mancherà davvero tanto.
Il mio corpo decide d'improvviso di crollare, l'adrenalina della partita è magicamente svanita e così anche tutte le mie energie.
La mia mente inizia a vagare piena di pensieri ossessivi.
È finita la mia prima vera relazione.
È finita la storia più bella della mia vita.
È finita la storia d'amore tra me e la mia professoressa.
È finita la nostra storia.
È finita questa storia.

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