Capitolo 50

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La psicologa continuava ad indossare un piccolo sorriso.
Calum la guardò provando un leggero senso di fastidio, perché sorrideva?
Le avrebbe dato 20 dollari se solo le avesse detto una cosa che facesse venir voglia di sorridere in quella situazione.

Si guardò intorno, ormai da solo. Lexi e Joenelle erano andate via e senza di loro era come se avesse paura di parlare, Lexi lo controllava in quel senso. Faceva in modo che lui non perdesse mai il controllo di una situazione.
In quel momento stava vacillando.
Guardò i suoi genitori, sua madre era stretta in un vestito nero elegante e teneva una mano sul braccio del padre.
Quest'ultimo si sistemò la cravatta al collo, annuendo all'assistente sociale che gli stava parlando.
Il ragazzo li guardò in silenzio, muovendo nervosamente la gamba destra sotto il tavolo.

-Stai tranquillo.- sussurrò la psicologa sedendosi di fianco a lui.

-Voglio finire questa merda in fretta.- mormorò -E andare da Lexi.-

La psicologa sorrise ancora e Calum pensò davvero di dirle qualcosa per farla smettere. Quando si girò verso di lei fortunatamente fu fermato.

-Allora.- iniziò l'assistente sociale, i genitori di Calum si sedettero dall'altra parte del tavolo -Sono state ritirate ufficialmente la denuncia e l'ordinanza restrittiva.-

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli neri, sospirando.

L'assistente sociale fece scivolare davanti ai signori Hood un piccolo plico di fogli scritti.
All'inizio il padre lesse le pagine, ad un certo punto corrugò la fronte, guardò la moglie e subito quest'ultima prese i fogli e iniziò ad osservarli.

-I tuoi test tossicologici sono negativi.- disse confuso, sembrava che non credesse a quei risultati.

-Sei sufficiente in tutte le materie!- esultò la madre, si portò le mani alla bocca e si alzò dalla sedia andando ad abbracciare il figlio, da quant'era che non avevano quel contatto? -Sono così fiera di te.-

Calum rimase immobile, era quasi estraneo a quel tipo di attenzioni da parte della madre. Gli dava quasi fastidio, si incazzava per il fatto che avesse mostrato affetto per lui solo a causa di un bel voto.

-Grazie.- disse a bassa voce.
Incrociò le braccia al petto e osservò la donna ritornare a sedersi.
Suo padre teneva gli occhi scuri sui fogli, sul viso non aveva più i lividi dell'ira di Calum.

-Calum sta mostrando notevoli miglioramenti, e siamo convinte che non sia più un pericolo ne sociale ne per sua sorella o Alexis.- espose la psicologa.

Il padre di Calum fece per parlare, ovviamente contrariato dall'affermazione della dottoressa.

-Non sono mai stato un pericolo per Alexis.- sbottò il ragazzo.

Mentì, ma solo perché voleva convincersi del fatto che lei fosse al sicuro con lui.

-Comunque sia.- interruppe l'assistente sociale.

Calum e suo padre si scambiarono degli sguardi apatici.

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-Dopo mi hanno portata a casa.- spiegò -Tutta la famiglia.-

Jaden alzò un sopracciglio.

-Tutti? Padre e madre compresi?- chiese stupita.

Lexi ridacchiò chiudendo l'armadietto.

-Già. Sua madre mi ha invitato a pranzo domenica.-

Neanche Lexi ci credeva, e quando la sera lo aveva detto ai propri genitori loro furono più sorpresi di lei.
La sua famiglia adesso stava andando avanti, erano di nuovo arrivati in quella situazione di tranquillità che Lexi non provava da tanto.
Da quando aveva conosciuto Calum.
Non aveva mai davvero odiato i suoi genitori, in fondo capiva la loro preoccupazione. Lei aveva smesso, ormai non riusciva più a fare le decisioni giuste e ad avere cattive idee.

-Sono solo preoccupata per Calum, non voglio che litighi ancora con il padre per me.- rifletté.

-Non devi preoccuparti, loro risolveranno le loro incomprensioni famigliari come hai fatto te con tuo padre.- le suggerì Jaden.

Lexi la guardò muovere i capelli biondi prima di stringere la presa sul libro di biologia che teneva contro il petto.

-E con Michale?- chiese Lexi.

La ragazza di fianco a lei fece un sorriso malinconico, -Nelle vacanze invernali partirà per andare in vacanza dai suoi zii, abitano in una cittadina del Maryland.-

-Oh.- rispose -Avete ancora tanto tempo da passare insieme.-

Jaden annuì.

-Sei contenta di partita per l'Australia?-

Lexi si appoggiò allo stipite della porta della classe ancora vuota prima di rivolgere l'attenzione a Jaden, sapeva che non poteva trattenerla più del dovuto visto che aveva lezione in un altro piano.
-Davvero tanto, mi spiace solo che Calum non potrà venire con noi.-

Le dispiaceva davvero, più volte si era immaginata con Calum su una riva australiana, mormorando parolacce contro il vesto che le spostava i capelli sul viso.

-No?- chiese Jaden.

-È stato sospeso, e anche se è migliorato a scuola non può venire per questo fatto.-

Non potevano farci niente.

Jaden iniziò a parlare di quanto spesso Michael si tingesse i capelli.
Lexi rise.
Quando suonò la campanella, ognuna entrò nella propria classe.

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-Smettila.- ridacchiò Lexi mettendosi le mani davanti al viso.

-Non fare così.- mormorò Calum.

Si sentì un leggero "Click", dopo, Lexi allungò le braccia e quando trovò la figura del ragazzo iniziò a colpirla.

Lui rise per poi girarsi su un lato e bloccarle i polsi.

-Non fare così.- ripeté con un sorriso sulle labbra.

-Perché devi farmi delle foto?- chiese lei alludendo alla macchina fotografica posta al centro del materasso.

Una luce forte entrava dalla finestra di camera di Calum, la tenda spessa era stata messa di lato per far entrare un po' di sole pomeridiano.
La stanza era sempre nera, ma con quella luce aveva un aspetto diverso.

-Perché sei bella.- spiegò Calum -E perché voglio un ricordo di te.-

Lexi lo guardò, fissò i suoi occhi scuri per minuti prima di sporgersi e dargli un bacio.

-Ora ne faccio io una a te.- disse.

Si sporse e prese la macchina fotografica tra le mani, urlò quando Calum la prese per la vita riportandola nella posizione distesa di qualche istante prima.

Le diede un altro bacio, approfondendolo subito dopo.

Accarezzò il ventre di Lexi, intrufolando una mano sotto il maglione sottile.

In casa Hood non c'era nessuno, o almeno, non ci sarebbe stato nessuno fino alle 5 e Calum calcolò di avere ancora 2 ore e 40 minuti con Lexi.

Si posizionò sopra di lei passando ad accarezzarle il viso per poi scendere sulle clavicole.

Giocò con una spallina del reggine e, quando fece per spingerla giù lungo la spalla, un "Click" lo distrasse.

Si girò di scatto, la fotocamera era a qualche manciata di centimetri dal suo viso e Lexi la stava impugnando in modo di inquadrare un po' tutta la situazione.

-Mi hai fatto una foto?-

-Ti ho fatto una foto mentre mi baci,- spiegò lei -Quindi ci ho fatto una foto.-

Calum rise appoggiando la testa contro la spalla di Lexi.

-Ti amo così tanto.- sussurrò contro la pelle bianca del suo collo.

-Lo so.- rispose lei dopo un lieve e veloce "Click".

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