Capitolo 9

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Sfioró il pomello della porta facendo scivolare i bracciali di tessuto in avanti, giú per il suo polso. Quando la madre la chiamó mise il braccio lungo il fianco stringendo la mascella.

-Dove stai andando?-

Si girò stringendo la cinghia della borsa a tracolla nera.

-Vado a casa di Jaden, è da sola.- Mentì.

Lo sapeva che era brava in quello, riusciva sempre a far credere alla gente ciò che voleva.

La donna dai lunghi capelli rossastri si avvicinó, facendo strusciare il panno umido contro il piatto di porcellana che teneva in mano.

-Ok, torna presto.-

Lexi annuì uscendo, fece uno sbuffó quando vide ancora l'ombra di sua madre attraverso la finestra della cucina. Le dava fastidio he credesse ancora di avere un ruolo rilevante nella sua vita.

Erano due estranee che vivevano sotto lo stesso tetto.

Iniziò a camminare più veloce vedendo Calum calciare un piccolo sassolino al lato del marciapiede. Aveva lo sguardo basso mentre le braccia scoperte erano incrociate al petto. La canotta nera aveva dei disegni bianchi, probabilmente marchio di qualche vand. E le sue Vans.

Nere. Come lui.

Era bello, certo, e con quel viso chinato verso il basso con i capelli lasciati cadere sulla fronte non poteva che esserlo di più.

Era totalmente fuori luogo, a Toledo non c'erano ragazzi come lui.

Era un emarginato, ma anche Lexi lo era e lui l'ha trovata portandola sotto la sua ala con violenza.

Cos'era cambiato? Perchè i lividi non macchiavano piú il suo corpo?

-Evans.-

La voce roca la richiamò al presente, facendole spostare lo sguardo in quelle pozzanghere scure.

Rabbrividì quando la prese per un braccio.

-Mi piace.- lo sentì sussurrare.

Lexi scosse i capelli rossi vedendolo trascinarla verso una bici blu scuro.

-Cosa?-

-Come il tuo corpo cambia quando lo tocco. Pensa come sará quando staremo in camera insieme.-

Ah.

La gita. Lexi avrebbe voluto contraddirlo ma stette zitta. Non voleva fargli cambiare umore.

-Cos'è?- chiese la ragazza cambiando argomento e indicando la bici un pò sorpresa.

-La mia moto senza motore.- ghignó Calum stringendola a se.

Lei lo spinse via ancora scossa da quel contatto scherzoso.

-Allora,- sospirò il moro -vuoi stare davanti o dietro?-

Indicò i quattro manici divisi in coppia, il manubrio era appoggiato al muretto mentre la ruota in avanti piegata da un lato.

Lexi la fissò e quando fece per rispondere Calum la fermò con un gesto della mano.

-Visto il tuo abbigliamento,- la squadró prima di appoggiarsi alla bici e portarla su di lui prendendola per i fianchi. Sembrava aver bisogno di quel contatto fisico. - starai dietro.-

Lexi appoggió le mani sul suo petto osservando la sua mascella muoversi in sintonia con la sua voce. La strinse di più facendo scendere i palmi della mani lungo i fianchi fino a sfiorare l'orlo morbido della gonna nera.

-Non dovevi metterti questa cosa.- le sussurrò socchiudendo gli occhi e strofinando la guancia sopra la sua tempia.

-Non ti piace? Se vuoi posso andarmela a camb-

-Non hai capito.- rise lui, facendo intrufolare le punte delle dita sulle coscie scoperte della rossa. -Nel posto dove andremo sembrerai un angelo. E li sono tutti demoni. Compreso me.-

Lexi alzò lo sguardo annuendo, fece per spingersi via rossa in viso e quando le mani di  Calum si staccarono dal suo corpo il ragazzo fece scivolare fuori dal suo petto un grugnito.

-Neanche un bacio Evans?-

La rossa lo guardò confusa prima di riavvicinarsi. Lui sorrise biasciando un leggero -Brava bambina.- prima di far sfiorare le loro labbra.

La prese da dietro la schiena per spingerla di più contro il suo corpo, appena schiuse le labbra fu come se un fuoco d'artificio gli fosse scoppiato sulla lingua, fino ad arrivargli in gola e poi nei polmoni.

Si staccò il necessario per prendere il manico della bici e fare segno alla ragazza si salire sui perni spessi della ruota posteriore.

Viaggiavano nella sera mentre il vento li toglieva i capelli dai visi giovani. Il ragazzo rise prima di giocare con il manubrio, iniziando ad andare a serpentina in mezzo alla strada vuota. Passava da una corsia all'altra vedendo le righe bianche sporche passargli sotto velocemente.

-Cos'hai detto ai tuoi?- chiese il ragazzo raddrizzandosi al lato di una corsia prima di vedere una macchina passargli accanto.

-Gli ho detto che andavo da Jaden.-

-Bugiarda,- rise - brava la mia bambina.-

Un silenzio imbarazzante non fece che sottolineare le parole di Calum, quando girò in un incrocio e sentì la presa della ragazza sulle spalle farsi più resistente sorrise.

-Perchè mi stai portando in questo posto?-

-Hai quasi 17 anni,- disse - hai bisogno di rilassarti e divertirti. Scommetto che non ti sei mai ubriacata.-

Lei sorrise alla sfacciataggine, strinse di piú sulle braccia ambrate del ragazzo quando acceleró. Chiuse gli occhi lasciando che il vento spostaste i suoi orecchini lunghi contro il suo viso pungendola.

-Quegli orecchini fanno schifo.-

Aprì gli occhi osservando il viso divertito di Calum, si era girato qualche secondo verso di lei prima di riportare l'attenzione sulla strada.

-Non guardarli.- disse lei.

-Bambina, sono sul tuo viso, vicino alle tua labbra. È impossibile non guardarli.- ammiccò.

Lexì iniziò a sentire un lieve calore sulle guancie.

-Posso chiederti una cosa?- chiese dopo.

Lo vide annuire e poi guardó quella strada vuota. Toledo era vuota come la gente che ci viveva.

-Perchè lo fai?-

-Il mio giocattolo deve divertirsi prima di far divertire me.- rispose freddamente.

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