Capitolo 17

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-Non è colpa tua.-

Karen le porse una tazza di the. Lei lo prese tra le dita mentre le urla della donna contro il figlio arrivarono fino alla cucina.

-Mi spiace che sua madre si sia arrabbiata.- sussurrò triste girando il cucchiaio argenteo sul fondo della tazza di ceramica.

-Tranquilla, si urlano addosso tutto il giorno. Però diciamo che trovarvi in camera sua non ha aiutato ad alleggerirle l'umore.-

Karen ridacchia mentre la rossa sentì le guance andare a fuoco, era imbarazzante.

-Di solito Calum si limita a fare questo genere di cose in camera sua. Però la signora capirà, anche lei da giovane ne combinava parecchie.-

Lexi si concentrò sulla seconda parte del discorso per non sentirsi ancora più imbarazzata.

-È da tanti anni che serve questa famiglia?- chiese risucchiando poco the.

La donna passò lo straccio sul bancone bianco prima di annuire, posò la pezza di spugna sul bordo del lavandino per poi appoggiare i gomiti sul tavolo.

-Mi ricordo ancora quando la signora usciva di nascosto la sera.- le raccontò a bassa voce.

Lexi rise leggermente porgendo la tazza a Karen che la sciacquò sotto il rubinetto.

-Ho sentito che il padre di Calum lavora in un'impresa, è sempre via?-

La donna sospirò.

-Si, loro due non hanno dei buoni rapporti diciamo.-

Lexi annuì senza dire altro. Schiuse le labbra per chiedere un altro pezzo di torta quando la porta della cucina si aprì di scatto, Calum prese Lexi per un polso prima di trascinarla fuori dalla porta principale della casa.

Camminò svelto fino ad un parco vicino alle villette. Lasciò la presa su di Lexi prima di tirare un pugno contro un albero, quando caricò di nuovo il pugno la rossa gli bloccò il braccio sistemandosi tra l'albero e il corpo ambrato del ragazzo davanti a lei.

-Calum calmati.- sospirò passando le mani sul suo petto cercando di farlo calmare -Cos'è successo?-

Il corvino la prese per le spalle prima di invertire le posizioni, si appoggiò alla corteccia dell'albero mentre strinse la ragazza contro il suo petto.

Le morse il labbro inferiore prima di premere le labbra contro le sue, respirò a fondo prima di schiudere la bocca e lasciare che la sua lingua cercasse quella della ragazza.

Lei lo assecondò portando le braccia dietro al suo collo per stringerlo di più.

-Mia madre a volte è così,- sospirò Calum tra le labbra di Lexi -così difficile. Non la sopporto.-

Strinse la vita della ragazza da sopra la maglietta prima di ringhiare.

-Ha detto che non prendo sul serio niente, per me è tutto uno scherz, anche le ragazze.-

Lexi si staccò trovando gli occhi neri davanti alle sue lenti.

-Ed è così?- chiese con voce piccola.
Si tranquillizzò quando vide Calum scuotere la testa.

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Una mano chiuse il suo armadietto di scatto.

-Ok, scusami.- disse Ashton.

Tenne gli occhi chiusi anche quando la ragazza parlò.

-Per cosa?-

-Faccio schifo come "protettore", ti ha tirato un ceffone a mensa e io non ho detto niente. Avrei dovuto proteggerti.-

Lexi sorride prima dare le spalle al riccio, quest'ultima la affiancò tirandosi leggermente su la bandana verde.

-È tutto a posto Ashton.- disse Lexi -Non credo che avrò più bisogno del tuo aiuto.-

Il ragazzo si bloccò.

-Cosa? In che senso?-

La rossa lo guardò sicura.

-Abbiamo risolto, credo.-

Lei si offese quando lo sentì ridere.

-Andiamo Alexis, non puoi davvero credergli dopo tutto quello che ti ha fatto.-

La rossa si avvicinò al ragazzo indicandolo.

-Non lo conosci.- sputò.

-Nemmeno tu.-

-Io lo voglio fare però.-

Ashton alzò le braccia al cielo vedendola andare via.

-Benissimo.- urlò - Allora divertiti con il tuo Dr.-

Lexi si girò guardandolo con la fronte aggrottata.

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