Capitolo 45

23.7K 1.3K 354
                                    

Le mani scorrevano su tutto il corpo, curiose e esploratrici vagano sotto l'orlo del vestito nero senza vergogna.
Quell'emozione era finita ormai da tempo tra loro due, perché con tutte le cose che erano successo avevano sprecato tanti di quelle emozioni per niente. La rabbia, la tristezza, la vergogna erano già quasi esaurite nel loro corpo. E quelle poche emozioni che erano rimaste non le sapevano controllare, erano nuovi a loro stessi e avevano paura.
Quella, non finiva mai, soprattutto per Lexi che aveva paura di sbagliare, aveva paura di aver sbagliato in tutto dall'inizio. E sentiva come uno sbaglio quello che Calum le stava facendo.
Ma già il fatto di provare neanche a fermarlo le fece capire che per avere 17 anni forse aveva il diritto di avere ancora paura a fare esperienze di quel tipo.
Si strinse di più contro Calum, come se volesse oltrepassarlo, come se volesse fondersi con lui perché tanto ormai era solo più che la teneva in piedi, si sentiva una bambina con tutte le attenzioni che le stava regalando in quel momento.
Lexi era solita fare tutto da sola, sia nella vita di tutti i giorni che quella famigliare, e ricevere le attenzioni di Calum la facevano state bene.
Sorrise contro le sue labbra quando la sollevò dal pavimento facendole legare le game intorno alla propria vita.
Lui cercò di fare qualche passo, era difficile senza luce e con una massa di capelli rossi sul viso, gli solleticava no il collo.

-Gesù mio.- borbottò prima di ridere.
Lexi si staccò leggermente aggrottando la fronte.

-Cosa?- chiese con le labbra gonfie e lucide.

-Mi piacciono i tuoi capelli del cazzo in faccia e non so il perché.- disse schietto.

La ragazza ridacchiò, annuì prima di continuare a baciarlo.
Strinse le mani sulla maglia di Calum facendo un piccolo verso quando lui le strinse le cose e fece scivolare la presa sotto al bordo del vestito nero.

Lexi continuava a passare le mani sulla sua schiena, le piaceva il modo in cui i suoi muscoli si contraevano e is rilassavano da sotto il tessuto. Aveva sempre avuto un debole anche per il suo collo, ci appoggiò poco dopo le mani sopra prima di osservarlo mentre lui le mordicchiava la pelle della clavicola.
Lexi chiuse gli occhi nel vedere alcune sue vene ingrossarsi quando il suo respiro iniziò ad accelerare.
Iniziò a baciarle una per una spingendo il suo bacino contro quello di Calum.

Lui, dopo qualche passo e qualche gemito soffocato nella pelle di Lexi, riuscì ad aprire la porta della camera da letto. Appena trovò il bordo del materasso lentamente ci posò la ragazza sopra per poi stendersi su di lei e continuare a baciarla.
Era in quei momenti che capiva che davvero qualcosa in lui non andava. Era li, con i capelli rossi di Lexi e i suoi occhiali neri che capiva che prima di lei qualcosa dentro di lui non funzionava bene.
Nascondere questo fatto sarebbe stato solo da stupidi, perché entrambi sapevano di aver lasciato un segno l'uno dentro l'altro.
Forse cicatrici, ma non sarebbe importato più di tanto.
Per Calum ora tutto girava nel verso giusto, il giorno era più lungo del giorno e non il contrario.
Prima era abituato a nascondersi in altri posti bui, solo con la luna ad illuminare le sua azioni sbagliate.
Invece con lei, voleva stare alla luce del giorno, voleva che il sole lo bruciasse dalla testa ai piedi piuttosto che non stare con lei.
Perché sapeva anche che Lexi non sarebbe mai andata nel buio, non sarebbe mai riuscita a sopravvivere nella notte. E adesso neanche più Calum voleva.
Lei lo aveva tirato fuori da un buco neri profondo quanto la sua adrenalina mentre la baciava su quel letto che non era il suo.
In quella stanza che non era niente di speciale e sopra quelle lenzuola che non significavano niente per nessuno dei due.
Ma forse era quello che ci voleva, un campo neutro, dove nessuno dei due avrebbe fatto ricorso ai ricordi per scappare.
Si baciavano ben lontano dal campo di gioco.

Calum le tolse il vestito e subito ebbe la vista del suo petto nel chiaro scuro della stanza senza luce.

I suoi seni creavano ombre che il ragazzo colmò con il proprio torso, si appoggiò su di lei mettendo le mani ai lati del suo viso, le baciò la punta del naso. Lei con un piccolo sorriso lo spinse in avanti, si sedettero qualche secondo, giusto il tempo per far si che Calum si svestisse. Ritornò verso di lei inciampando nella cintura dei jeans.

Lexi si portò le mani contro la bocca per fermare una risata che li avrebbe distratti, guardandolo ripensò subito alla prima che avevano fatto l'amore. Anche in quell'occasione era inciampato.

-Sei fortunata che ti amo.- la intimidì lui tornando su di lei con un sorriso sulle labbra -Davvero tanto.- aggiunse.

-Perchè?- ridacchiò.

-Perchè se fossi stata un altra ragazza non hai idea di quello che ti avrei fatto.-

I loro baci si fecero più rumorosi e umidi e ben presto Lexi si ritrovò di nuovo la schiena contro al materasso, chiuse gli occhi e alzò la testa verso al soffitto quando Calum scese con i baci sulla mascella fino ad arrivare al collo e succhiarlo forte.

Lexi strinse i denti ed emise un leggero mugolio, sentì il rumore della plastica rompirsi e osservò Calum portare le mani verso il basso cercando di darle dei mordi sopra ai seni. Si mise in mezzo alle sue gambe e poi, Lexi fece un sospiro e trattenne il fiato quando Calum gemette e iniziò a muoversi dentro di lei.

----

-Negativi.- disse leggendo il foglio.

Calum chiuse gli occhi sollevato e rilassò le spalle, si girò verso Lexi che sedeva al suo fianco e ricambiò il sorriso che gli stava regalando. La tranquillizzava.

-I test sono tutti negativi.- ripeté la donna dall'altra parte della scrivania.

Il ragazzo osservò i foglio che teneva in mano e non potè smettere di sorridere quando la sentì ancora parlare. -Tutto a posto, gli esami del sangue, il test dell'urina e quello per il rivelamento di sostanze stupefacenti.-

La donna guardò i due ragazzi davanti a lei, Lexi le sorrideva mentre Calum mostrava gioia negli occhi e nel modo in cui teneva la schiena dritta. Sembrava fiero di se stesso, e per una volta ne aveva il diritto.

-Vedo che sei molto felice dei tuoi risultati.- commentò.

Il ragazzo annuì vivamente -Si, cazzo, mi manca davvero mia sorella. E se fare questi fottuti esami serve a qualcosa, bene, ne farò altri.-

La signora sorrise, Lexi fece lo stesso ma si stupì leggermente quando Calum le prese la mano.
Era felice di esserci per lui in quel momento, tutti e due avevano un rapporto con la famiglia che non era dei migliori.

Dopo un'ora i due uscirono dall'ospedale di Toledo, il ragazzo stringeva tra le mani la cartella con dentro i risultati mentre l'altro braccio era intorno alla vita di Lexi.

-A chi li darai?- chiese quest'ultima indicando la cartella gialla.

-Agli assistenti sociali, controlleranno il mio caso e la merdata restrittiva di mio padre. Poi vedranno cosa fare, dovrebbero chiamarmi per andare in tribunale se tutto va bene.-

Lexi annuì, si appoggiò al suo petto.

-Posso chiederti una cosa?-

Calum annuì, strinse il braccio intorno a lei così che i loro fianchi si sfiorassero.

-Perché hai picchiato tuo padre?-

Il ragazzo la guardò, chiuse leggermente gli occhi per il sole che da oltre le nuvole gli colpiva il viso. Osservò il suo viso, i suoi lineamenti fino a perdersi sui piccoli segni che le aveva lasciato sul corpo la sera prima e che sparivano dentro il maglione che stava indossando.

-Aveva parlato male di te.-

🐐🐐🐐

In ordine:
-Oggi ho perso il mio cazzo di pullman.
-Mi si è spento il telefono a metà mattinata.
-Non ho studiato Storia.
-Ho i capelli che sono una merda per l'umidità.
-Lui è un ragazzo frustrante.

Ok, quindi eccomi qui, in imbarazzo più totale per il mio schifo di scena spinta, dopo una giornata abbastanza brutta.

Però, hey, io vi voglio bene. Quindi boh raccontate mi qualcosa di bello perché non ce la faccio più. 😂

Mi manca Zayn.

Sto parlando a caso adesso si.

Ok, forse è meglio che vada, non fate caso a questo spazio autrice.

ciao ciao

HeartacheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora