Capitolo 23

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Per mia sorella Serena,

che si chiede sempre cosa faccio con il telefono in mano alle 2 di notte.

Lexi si mise davanti alla bocca la mano, cercando di soffocare la sua piccola risata.

Si tirò su la cinghia dello zaino facendolo strisciare contro la spalla per non farlo cadere.

Calum incrociò le braccia al petto, strizzò gli occhi trucidando la ragazza che si era scostata dal muretto. Il sole del mattino era coperto da delle leggere nuvole, l'inverno stava arrivando e Calum non riusciva a smettere di pensare a come i capelli di Lexi sarebbero risultati più accesi in confronto alla neve bianca.

Amava la neve, uno come lui avrebbe dovuto odiare le cose fredde e bagnate o amarle alla follia, c'era una sottile differenza tra le due cose.

Calum non riusciva ancora a distinguerle, gli avevano sempre insegnato che la linea tra l'odio e l'amore era così sottile da sembrare trasparente. Invisibile.

-Stai ridendo di me, Evans?- la richiamò.

Quest'ultima sorrise facendo un passo più vicino a lui, alzò un braccio sotto lo sguardo attento del ragazzo prima di sfiorargli i capelli leggermente tinti.

-Assolutamente no,- espose lei, sussurrando -ti danno un aria più sbarazzina.-

Calum le prese il polso giocherellando, uno sprizzo di gioia invase i suoi occhi scuri.

-"Sbarazzina".- riflettè -Sa tanto di ragazzina.-

Lexi rise tirando leggermente la testa all'indietro, si accigliò vicino all'orecchio di Calum sussurrando:

-La mia ragazzina preferita.-

Il ragazzo scosse la testa dandole una pacca sul sedere quando sentirono la campanella suonare, si confusero in mezzo a tutti gli adolescenti.

Ormai e persone si erano abituati a vederli insieme, neanche ci facevano caso.

-Sei felice di essere tornato a scuola?- lo stuzzicò Lexi, Calum aveva un braccio intorno alle spalle della ragazza.

I loro fianchi si sfioravano mentre lei appoggiava distrattamente la testa sulla sua spalla. In quei giorni erano così tranquilli, Lexi si sarebbe preoccupata delle angosce che la tormentavano più tardi.

-No,- sentenziò guardando dritto davanti a se -ma almeno posso tenerti d'occhio.-

-Maniaco del controllo.-

-Può darsi.- ridacchiò stringendo la presa sulle spalle di Lexi.

Si sentiva in modo strano, camminava per quei corridoi come se ci fossero solo loro. Per anni schivava gruppi di ragazzi e ragazze intenti a darle fastidio. Per questo verso, Calum l'aveva salvata.

La presa del ragazzo scivolò velocemente via dal corpo di Lexi quando entrarono nell'aula di Matematica. La professoressa lo squadrò da cima a fondo mentre prendevano posto nei loro banchi.

Lexi sorriso dopo che Calum la affiancò dopo quindici giorni di assenza.

La professoressa di grattò la gola, come infastidita. I capelli grigi erano raccolti in una crocchia morbida mentre i fianchi erano stretti intorno ad un maglioncino color crema e ad una gonna marrona.

-Temo che il signor Hood debba spostarsi tra i primi banchi.- ordinò severa.

-E perché mai?-

-Sarei felice di discuterne finita la lezione.-

Calum aggrottò la fronte rimanendo in silenzio, fece strusciare le gambe della sedia sul pavimento prima di alzarsi. Lanciò un occhiata a Lexi poi spostò lo sguardo su i suoi compagni, i ragazzi lo guardavano con disprezzo mentre le ragazze cercavamo di nascondersi dalla sua vista.

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