Capitolo 49

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Stava dormendo, era sveglia o in qualche posto nel mezzo?
Una lieve sensazione di appagamento le correva contro la pelle bianca, delle labbra si posarono sulla sua fronte, all'attaccatura del capelli rossi, facendole produrre un verso involontario.
Sentì Calum ridere e accarezzarle il viso con il naso, per poi scendere per il collo e le clavicole scoperte dalla maglia larga.
Poteva sentirlo ma non riusciva ad aprire gli occhi, come se il suo corpo non fosse ancora pronto a svegliarsi.
I suoi muscoli erano intorpiditi.
Sentì il corpo di fianco al suo alzarsi dal materasso quando iniziò a squillare un telefono.

Lexi si lamentò mentalmente del fatto che Calum avesse alzato le coperte calde per andarlo a prendere. Rabbrividì e cercò di ascoltare, senza ricadere nel mondo dei sogni.

-Pronto?- la voce roca e bassa di Calum riecheggiò nella mente spenta della ragazza.

Era così bella per lei, la faceva quasi riaddormentare.

-Sono io.-
Una pausa, Calum camminò per la stanza, Lexi ascoltò i suoi passi attutiti dal tappeto peloso.
I suoi sensi sembravano più sviluppati in quel momento, come se riuscisse anche a sentire il cuore di Calum battere più veloce.

Amava farlo. Quando stavano coricati adorava vedere come il suo corpo prendesse pieghe sorrise a seconda delle situazioni.
Era un libro, che Lexi leggeva volentieri e con un interesse spaventoso. Conosceva tutto del suo corpo, come le sue braccia si tendevano quando stringeva i pugni lungo i fianchi.
Come le sue labbra che diventavano una linea dritta quando provava vergogna verso qualcosa.

Poco dopo i suoi passi contro il tappeto si fermarono, Lexi smise di respirare per cogliere ogni istante di quel momento.

-Mi sta prendendo fottutamente in giro?-
Passò qualche istante, Calum camminò veloce verso un lato della stanza, lo sentì calciare qualche scarpa nella ricerca di qualcosa.

-Arrivo.- disse velocemente.

Il corpo della ragazza iniziò ad essere sensibile al freddo.

-Lexi.- una mano le accarezzò la pancia, Calum si era avvicinato al letto.

-Alexis, svegliati.- ripeté dolcemente, ma con una riga di agitazione.

D'un tratto lei si sporse oltre il letto, verso il comodino, quando trovò l'oggetto desiderato, lo portò vicino a se.

Mentre si stava mettendo gli occhiali le labbra di Calum stuzzicarono l'angolo della bocca di Lexi. Quest'ultima boccheggiò in cerca di più contatto.

-Buongiorno.- disse Calum. Le diede un bacio prima di allontanarsi di nuovo.
Lexi mugolò in disapprovazione, mosse le gambe in una posizione innaturale prima di aprire leggermente gli occhi.
Osservò il ragazzo con la maglia addosso andare da una parte all'altra della stanza per cercare..dei vestiti di Lexi?

-Perché sei vestito?- chiese lei aggrottando le sopracciglia.

-Perché fra poco lo sarai anche tu.- lanciò il maglione bianco che aveva trovato e dei jeans sopra il corpo di Lexi.

La ragazza di mise seduta sbadigliando.

-Usciamo?-

Calum si posizionò al fondo del letto, i suoi occhi neri si velarono di uno strato di indecisione e insicurezza.

-Ieri sera mi ha chiamato l'Assistente Sociale.- scosse la testa -Non avevo sentito il telefono ma stamattina mi hanno ricontattato.-

Lexi si mise il maglione, senza staccare gli occhi da Calum.

-Che hanno detto?- domandò.

-Mio padre ha ritirato la denuncia.- mormorò.

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