Capitolo 43

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-Sempre la stessa storia.- sussurrò Lexi.

Per quanto avesse voluto nascondere quei pensieri non ci riusciva, le sembrava sempre la stessa storia. Sempre la solita routine.

Lei e Calum erano una ruota gigante, e non che fosse un problema girare uno di fronte all'altro, ma il fatto di non uscire mai da quella ruota. Di non poter far niente per farle cambiare direzione.

E Lexi lo pensava davvero, di essere così debole da non poter fermare quella ruota. Sapeva che Calum spingeva forte per farla girare, e lui era più forte sia fisicamente che psicologicamente. O almeno così le sembrava, ma in quel momento non ne era così sicura, fissando i suoi occhi poteva vedere quanto fosse in ansia, ma in ansia per che cosa?

Lei ne poteva andare, poteva essere una possibilià, ma Lexi non lo avrebbe mai fatto. Calum l'aveva troppo segnata, solo in quel momento capì il vero significato di "Imprinting", lasciare un segno. Farsi lasciare un segno, ma non era solo quello, era anche farsi cambiare, farsi iniettare idee non nostre completamente, cambiare ideali.

E Lexi aveva lasciato entrare dentro di lei Calum così facilmente, così ingenuamente. Non si stupiva neanche, non era mai stata una ragazza forte, non diceva mai quello che le passava per la testa come Jaden.

Erano così diverse, e per un secondo le venne in mente quando andò a casa sua, dopo il primo incontro con Calum. E come, nel possibile, Jaden avesse mantenuto il controllo.

Lexi non ce l'avrebbe fatta, avrebbe dato di matto. Era già capitato che perdesse la testa, che Calum gliela facesse perdere. Ma era consapevole del fatto che non poteva incolparlo completamente, perchè lei glielo aveva lasciato fare. Non era stata forte abbastanza.

E in quel pomeriggio si era aggiunto un altro mattone alla pila di bugie di Calum, ed era una cosa che faceva male. Non il fatto di sapere che Calum nascondesse qualcosa, ma il cosa in se.

Pensava fosse uno scherzo, avrebbe voluto ridere ma sarebbe sembrata più pazza di lui. E questo non lo avrebbe mai fatto.

Com'era possibile che non se ne fosse mai accorta? Non nell'osservare i cambiamenti nel corpo del ragazzo, perchè qualche forellino già cicatrizzato sul suo braccio non lo avrebbe mai notato, ma come non aveva fatto a non guardare il cambiamento nei suoi occhi? A vedere quanto più neri fossero diventati e come, inevitabilmente, in quel periodo erano diventati normali. 

Che era un po' che non lo faceva più, ci credeva. Ma si chiese se Calum la picchiava sotto l'effetto della droga. E se avesse fatto tutto quello per l'adrenalina che gli causava la droga?

Sentì altra rabbia appesantirle lo stomaco, voleva ardentemente da tempo qualcosa a cui dare la colpa che non fosse Calum. Perchè a dare la colpa a lui non ci riusciva.

-Non è sempre la stessa storia.- sussurrò Calum.

-Si, invece.- lo fermò Lexi. Ogni volta che diceva una parola contro di lui i suoi occhi scuri sembravano diventare più sofferenti.

A Lexi faceva male vederlo così ma tutti e due a turno dovevano soffrire un po', adesso la ruota la stava girando lei, perchè Calum era troppo debole per mettersi contro.

-Tu mi nascondi qualcosa, litighiamo e io piango.- cercò di dire lei senza inciamparsi nelle sue parole mischiate al pianto.

Il nervosismo la faceva piangere, forse ancora più della tristezza.

-Piango anche io Alexis!- urlò Calum, la ragazza sobbalzò -Piango anche io!.- ripeté.

E Lexi guardò l'umido intorno agli occhi neri, non si era accorta che stava piangendo così tanto. 

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