Capitolo 2

330K 10.7K 1.2K
                                    

"Festa. Sabato sera alle 22.00 all'Angels". Il messaggio di Andrea che tutti stavano aspettando. La festa di fine estate, un po' in ritardo, si sarebbe tenuta quel sabato e mancavano solo due giorni!
Elettrizzata, chiamai Martina e insieme andammo a comprare un vestito. Sembrerà una banale festa, ma in realtà era la più importante, perché era l'unica aperta a tutti e quindi si poteva conoscere nuova gente. Nuovi ragazzi.
   -Questo mi piace. - mi guardai allo specchio, girando su me stessa. Era un vestito viola, senza spalline, stretto sui fianchi e più largo sotto la cintura, che arrivava fino a metà coscia, se non un po' più su. -Ma non sarà un po' troppo corto?
-Va benissimo così e ti sta benissimo! - mi rassicurò la mia amica, mentre lei aveva scelto il suo vestito arancione a palloncino.

Quando finalmente arrivò la sera della festa, corsi avanti e indietro dal bagno a camera mia, per truccarmi e cercare un paio di scarpe decenti da indossare con il vestito.
Alla fine, quando mancava solo mezz'ora alla festa, optai per un paio di scarpe col tacco nere e mi truccai leggermente, giusto per far risaltare i miei occhi verde chiaro.
   Martina mi passò a prendere e, a piedi ci dirigemmo verso il locale Angels, siccome non era molto distante da casa mia. Nonostante il mio paese fosse piccolo, aveva la fortuna di avere qualche locale, dei bar, una palestra e un cinema.
-Quanta gente, mamma mia, era un anno che non andavo ad una festa decente! - esclamò Martina, non appena entrammo e ci trovammo davanti ragazzi che fumavano, bevevano, già ubriachi e ragazze che si strusciavano su di loro, nonostante fossero ancora sobrie.
-Io vado a prendere da bere, stasera ho bisogno di alcol. - urlai alla mia amica, per sovrastare la musica.
Mi diressi verso il bancone e ordinai due bicchierini di Vodka alla menta, dato che lì servivano da bere anche ai minorenni. Non ero una che beveva spesso, anzi, mai, ma quella sera, forse per il clima festaiolo o per il freddo che sentivo, non avendo niente sulle spalle, avevo una gran voglia di bere.
   Cinque bicchierini dopo, due mani mi presero per i fianchi e mi fecero girare. Risi per via dell'alcol e mi aggrappai al collo del ragazzo davanti a me, nonostante avessi capito chi era.
-Già ubriaca? - urlò al mio orecchio, con una risatina.
-A quanto pare anche tu - gli morsi il lobo dell'orecchio ridendo. Okay, ero davvero ubriaca! Lo sentii gemere, quando glielo toccai con la punta della lingua -il lobo - e poi ci affondai i denti sopra. Le sue mani mi strinsero più forte i fianchi e mi appoggiò al bancone.
Lo guardai negli occhi e capii che se non fossimo stati ubriachi probabilmente non sarebbe successo niente di tutto ciò, quindi non c'era nulla di cui preoccuparsi.
-Vuoi farmi impazzire in cinque minuti?
-In meno di cinque minuti. -ammiccai e mi scappò un'altra risatina.
-Vieni con me. - mi afferrò la mano e mi trascinò tra la folla e io non opposi resistenza.
Si fermò in un luogo in cui la musica si sentì meno e le persone non fecero altro che baciarsi e strusciarsi l'una contro l'altra. Mi appoggiò delicatamente al muro e si resse con le mani ad esso, ai lati della mia testa.
-Siamo ubriachi. - disse Luca, sorridendo.
-Già. - sorrisi anch'io, ma in quel momento non era proprio quello che avevo voglia di fare.
-Quindi se ti bacio domattina non ricorderemo niente, giusto? - mi lanciò uno sguardo malizioso e si avvicinò.
-Esatto. - risi ancora, ma poi venni interrotta dal suo bacio, che partì lento, ma che diventò sempre più bramoso e intenso.
Premette i fianchi contro i miei e capii quanto già stava desiderando di andare più a fondo. Avevamo appena iniziato a baciarci, cavolo. Anche io, però, non ero messa meglio: sentii un calore insopportabile al basso ventre, che ben presto si irradiò in tutto il corpo.
Quando gli mordicchiai il labbro, scoppiamo a ridere e i nostri denti si toccarono.
-Uh, Vodka alla menta? - sussurrò, non appena si staccò per lasciare una scia di baci caldi da dietro l'orecchio fino alla base del collo.
Annuii. -Vodka alla fragola? - chiesi a lui, portando la testa all'indietro.
Annuì e poi mi mordicchiò il collo, in tutta risposta.
Avvicinai ancora di più il bacino al suo e lui mugolò qualcosa d'incomprensibile.
-Beatrice, cazzo... - dimenai i fianchi contro i suoi, scoprendo così la mia audacia nascosta. -Ti prego, smettila o non mi fermo... - disse, ansimando, ma io non volevo smettere.
Con uno scatto, si staccò da me e mi afferrò la mano nuovamente.
-Andiamo. - sussurrò, muovendosi verso la porta.
-Bea? - la voce di Martina ci fermò e per quanto io e Luca fossimo brilli, nascondemmo le nostre mani intrecciate.
-Dove stai andando? - mi chiese.
-Oh - risi. -a fare un giro fuori. -risposi, facendomi aria con la mano, ma in effetti stavo veramente andando a fuoco.
-Con lui? - indicò Luca, perplessa.
Io scoppiai a ridere e anche lui, mentre ci guardavamo. Perché stavamo ridendo?
-Bea, sei ubriaca, andiamo a casa... - la mia amica mi afferrò l'altra mano.
-Oh, ma io non sono ubriaca. - la guardai con broncio.
-Oh si che lo sei. E stai andato a fare un giro con uno che se fossi lucida prenderesti a calci!
-Ehi! - Luca barcollò un po' e io mi ressi a lui, così entrambi andammo a sbattere contro il bancone. Ridemmo ancora.
-Beatrice, per favore, vieni con me. - mi supplicò Martina.
-Va tutto bene. Torno subito. - rivolsi uno sguardo malizioso a Luca e lui ricambiò.
   Quando uscimmo dal locale, camminammo, anzi, barcollammo, reggendoci uno all'altro e ogni tanto finendo anche a terra.
-Dov'è casa mia? - mi chiese, quando fummo all'incrocio.
-Credo sia a destra. - asserii, alzando il braccio in quella direzione. -No, aspetta... è dritto...- mi girai nell'altra direzione.
-No, credo sia a sinistra, Beatrice. - mi aggrappai al suo braccio.
-Cosa mi vuoi fare? - gli chiesi in un sorriso malizioso, puntagli il dito contro.
Lui mi guardò e poi si avvicinò. Mi cinse i fianchi e poi mi baciò in un baciò. Un brivido mi salì  lungo la schiena, ma probabilmente perché ero ubriaca.- Molto più di questo.
-Mmm. - annuii, d'accordo, e sorrisi, mentre ci dirigevamo verso sinistra.
   Quando finalmente arrivammo davanti casa sua, tirai fuori le chiavi e si aggrappò alla maniglia per non cadere.
Mi tolsi le scarpe col tacco ed entrai, anche se era buio.
Ridemmo, quando inciampammo nel primo gradino della villetta e finimmo contro un mobile. -Ahia. - mi toccai il fianco dolorante.
Non avevo mai visto casa sua prima di allora e di certo non ero nelle condizioni di osservare i minimi particolari.
-Andiamo in camera mia. - mi invitò, con quel tono da ubriaco, prendendomi tutte e due le mani e camminando all'indietro verso le scale.


Sex or love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora