Capitolo 45

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BEATRICE
-Cos'è? – dissi di getto, nonostante fosse una domanda stupida.
-Non lo so, se lo apri lo scopri. – mi sorrise e sembrava imbarazzato. Che dolce, oddio.
Lo afferrai lentamente e restai ad osservare la sportina rossa. Era carina; però non vedevo l'ora di aprire il regalo.
Strappai in fretta le due estremità spillate e restai meravigliata da quello che c'era dentro.
-Oddio. – era alquanto imbarazzate. Un completino intimo. Reggiseno e mutandine rosa perla con rifiniture ai bordi in pizzo nero. Non seppi perché ma mi era familiare.
-Non ti piace? – aggrottò le sopracciglia.
Lo guardai con gli occhi sgranati e, invece di rispondergli, gli saltai addosso, facendo cadere entrambi sul letto.
Gli tempestai la faccia di baci, come aveva fatto Tommy poco prima con me e quasi scoppiai di felicità. Non sapevo se perché il regalo era stupendo oppure perché me lo avesse fatto e avesse pensato a me. Ma quel completo era a dir poco sexy e mi venne da ridere pensando a lui che lo sceglieva per me.
Luca mi cinse la vita e mi abbracciò ridendo.
-Mi piace tantissimo, veramente.- lo guardai negli occhi, seria, ma poi mi scappò un sorriso.
-Davvero?
-Sì, ne volevo uno così. In effetti, ne avevo visto uno simile a... – mi bloccai.
No, non era possibile.
Lo fissai incredula. –A Venezia. – risposi in un sussurro.
Mi tirai su, rimanendo comunque seduta sul suo torace. –Sei andato a Venezia a comprarmi il regalo di Natale? – sgranai gli occhi e non seppi se dovermi preoccupare o fare i salti di gioia.
Lui inspirò, tranquillo. –No, non sono andato fino a Venezia per comprarti il regalo di Natale, Beatrice.-
Ovvio, come poteva essermi venuto in mente? Non ero di certo la sua ragazza e tantomeno qualcosa di simile, perciò non era di certo tenuto a farlo.
-E allora come hai fatto a trovarlo? Sono sicura che quella botique ci sia solo a Venezia. – ricordavo benissimo la vetrina di quel negozio, perché era arredata meravigliosamente e aveva dei completi intimi esposti stupendi; tra cui quello che Luca mi aveva regalato, solo di un altro colore che in effetti non mi piaceva. Ma non ricordavo nessun negozio come quello nelle vicinanze.
-Non devo per forza averlo preso in questi giorni. – rispose solo.
-In che senso? – inarcai un sopracciglio e mi sistemai meglio sopra di lui: anche se duro, il suo torace era davvero comodo.
-Nel senso che potrei averlo preso un po' di tempo fa...
-Cioè, mi stai dicendo che l'hai preso quando siamo andati in gita a Venezia? – domandai, cercando di capire.
Lui annuì solamente.
-Ma... non c'era ancora tutto.... questo – indicai me e lui –Perché?-
Impiegò un po' per rispondere, nel frattempo che io cercavo di darmi una spiegazione da sola.
-Beh... quando l'hai visto ti piaceva così tanto... cioè, poi piaceva anche a me... –fece una pausa, poi proseguì: -e poi non è del tutto vero che non eravamo già scopamici. Forse non ufficialmente... – fece una risatina che sdrammatizzò un po'.
Non ero in grado di capire il motivo, ma sapere che aveva comprato il mio regalo a fine settembre mi spaventava; forse non in senso negativo, ma comunque mi spaventava.
Gli lanciai un'occhiataccia e gli diedi uno schiaffo sul petto. –Non è affatto vero. In quel periodo ci siamo baciati sì e no una volta. – ci tenni a precisare, perché non volevo si prendesse tutta quella libertà nel considerarmi la sua scopamica.
Mi afferrò i fianchi con le mani e mi tirò a sé, in modo da avermi a pochi centimetri da viso. –Che io ricordi, quattro. –mi sussurrò, prima di darmi un bacio sulla fronte che mi fece venire i brividi. Se li ricordava tutti?
- Va beh. Non sviare. Quando l'hai comprato? – provai a non guardarlo negli occhi e mi tirai di nuovo su per non fargli vedere che ero arrossita.
-Te l'ho detto, in gita.
-Ma lo so, scemo. Quando?
Fece per pensarci, ma sapevo che lo sapeva benissimo: -Beh, hai presente quando siamo usciti tutti di sera?-
Annuii.
-Beh, ti ricordi che sono tornato indietro?-
-Sì...
-Ecco, in quel momento. – prese i lacci dei miei pantaloni del pigiama e iniziò a giocarci distrattamente.
Riflettei: -Di sera i negozi sono chiusi, che io sappia.
-No, quello no. -
Annuii ancora e tutto quello che volevo fare in quell'istante era abbracciarlo e tempestarlo di baci, come avevo fatto poco prima.
Tuttavia, non potei che soffermarmi sul fatto che lo stesse dicendo con una leggerezza strana: come se non volesse dare peso di proposito a quel gesto carino; sapevo che era nervoso, però, perché continuava a pestare il piede per terra, facendo muovere leggermente ogni volta anche me.
-Non mi hai ancora detto il perché. – insistetti e lui alzò gli occhi al cielo.
-Ma che importa del perché? Non puoi solamente ringraziarmi e mettertelo?-
Stavo per ribadire, ma poi mi fermai: infatti, che importava il perché? L'importante era il gesto. E il regalo...
Mi chinai nuovamente su di lui e gli tempestai ancora una volta le guance di baci, mentre lui rideva perché diceva che erano bagnati.
-Grazie, grazie, grazie! – sorrisi, continuando a baciarlo.
E poi, senza nemmeno pensarci, arrivai alle labbra e lo baciai.
Lui gemette, come se non se lo aspettasse, ma ricambiò il bacio, stringendomi i fianchi.
Era così coinvolgente e bello che non quasi mi dimenticai delle regole.
-Luca... – mormorai sulle sue labbra.
Cercai di tirarmi indietro, ma lui sollevò la testa, non d'accordo dello spazio che si stava creando tra le nostre labbra. E io lo lasciai fare, perché ormai non riuscivo più a staccarmi.
Ma sì, ora facciamo sesso e questo bacio non conta più come vietato, mi ripetei e di conseguenza gli sfilai la maglia.
Mi fece aderire al suo bacino ed entrambi sospirammo per il piacere di quel contatto.
-Hai mai provato il sesso senza penetrazione? – che cavolo di domanda aveva fatto?
Lui si staccò e mi guardò con le sopracciglia inarcate.
-Che? – mi chiese.
-Che cosa?-
Poi realizzai: avevo fatto io quella domanda e non me n'ero nemmeno resa conto. Perché l'avevo fatta, innanzitutto?
-Oddio. Non so come mi sia uscito... – ripresi a baciarlo per bloccare l'imbarazzo.
-Non l'ho mai provato. – mormorò tra un bacio e l'altro. – Ma ora non credo sia una buona idea. –continuò e mi spostò di lato per togliere sia i suoi che i miei pantaloni del pigiama.
Mi divaricò le gambe e vi si mise in mezzo e mi baciò il collo. Quanto erano dolci i baci sul collo che mi dava?
Chiusi gli occhi, godendomeli, fino a quando la sua mano percorse lentamente il mio addome e andò a finire nelle mutandine.
-Uh, fermo. – mormorai, spalancando gli occhi.
Lui, da bravo, la bloccò immediatamente e si accasciò su di me; sentii il suo respiro sul collo, quando sbuffò.
-Bea, devi superare questa fobia. – mi disse, in tono accusatorio.
-Non è affatto una fobia... è che non sono ancora pronta... – mi giustificai, pur sapendo di essere ridicola.
-Ma abbiamo già fatto sesso, cazzo! – l'avevo sentito almeno dieci volte: ogni volta la discussione andava sempre a finire lì.
Lo spinsi bruscamente per togliermelo di dosso e mi alzai in piedi.
-E' lo stesso. Io non... mi sento a mio agio, okay? – replicai.
-ma cosa vuol dire? Non ti senti a tuo agio con me?
-Non... non lo so. So solo che non voglio. – incrociai le braccia al petto e per una volta non mi vergognai di essere solamente in biancheria intima davanti a lui.
-Però non puoi fare così. Io devo toccare il tuo corpo, devo conoscerlo. Perché non me lo lasci fare? – si avvicinò e parlò con un tono talmente dolce che quasi gli chiesi se mi coccolava. Ma poi mi trattenni.
-Devi? – inarcai un sopracciglio.
-Dovrei. Insomma, non è normale che io non ti abbia ancora fatto un... – si bloccò quando notò il mio sguardo di rimprovero. – ...che non ti abbia ancora toccata.
-Beh, se fosse tutto normale sarebbe noioso. – provai, ma non era una buona giustificazione. Insomma, l'idea che qualcuno, anche se Luca, mi toccasse lì sotto, dove la pelle era così sensibile e neppure io riuscivo quasi a toccare non mi piaceva affatto.
Luca sospirò e si mise le mani tra i capelli. –Lasciamo perdere, va beh.-
Acconsentii e mi avviai di corsa in bagno per l'imbarazzo. Mi vennero le lacrime agli occhi. Uffa!
Lo sentii trafficare con un po' di cassetti e poi sbattere la porta della stanza pochi minuti dopo.

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