Capitolo 14

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Quando entrammo nel locale, il solito odore sgradevole ma allo stesso tempo inebriante mi pervase le narici, e, come se fosse un odore estasiante, mi ritrovai ad inspirare a pieni polmoni. Luca si era allontanato da me con un sorrisino equivoco quando gli avevo dato uno spintone poco amichevole; ora se ne stava in disparte a parlare con Gabriel, seduto al tavolo con davanti un bicchiere, forse di vodka.

Quella sera mi ero promessa di non bere, per non ripetere gli eventi della settimana prima. Ce la dovevo fare: se avessi avuto sete sarei andata in bagno a bere acqua dal rubinetto. Se invece avessi ordinato anche solo un bicchiere di vodka, forse io e Luca saremmo ritornati al punto di partenza. Ma poi che cosa dicevo?! Lui aveva detto che non voleva più fare sesso con me come scopamici! Ero delusa, non perché volessi farlo, ma per il fatto che se aveva rifiutato, allora significava che non mi vedeva abbastanza attraente. Eppure avevamo fatto sesso già due volte e mezzo (se si contano anche la seconda volta di quella domenica mattina) - anche i dettagli stai a sottolineare, brava Bea! - e lui non si era lamentato, anzi, mi aveva detto anche che ero brava... forse per pietà perché era la mia prima volta...

Andai a sedermi sui divanetti rotondi, accanto a Martina e ben presto una spalla sfiorò la mia.

-Stasera non bevi? - mi urlò in un orecchio Luca.

Scossi la testa sbuffando. Cosa gliene fregava?

-Quindi non ti fai nemmeno offrire un bicchierino?

Lo guardai sorpresa. -Perché mai dovresti offrirmi da bere? Una volta avevo lasciato il portafoglio a casa e tu ti sei rifiutato di pagarmi da bere!

-Stasera sono buono - sorrise di nuovo. Che sorriso, mamma mia.

-Beh, non lo voglio un bicchierino offerto da te. Potresti metterci qualcosa dentro. -incrociai le braccia.

-Non ho bisogno di drogarti per farti stare sotto di me ad urlare. - disse, maliziosamente.

-Infatti. Vengo a letto con te solo quando sono ubriaca. - per fortuna c'era un gran rumore e Martina, accanto a me, non sentiva niente, troppo impegnata a ridere alle battute di Gabriel.

Schioccò la lingua un paio di volte e scosse la testa. -Ricordi tutto del giorno dopo, tesoro? - marcò sul nomignolo.

Alzai gli occhi al cielo. -Ero inebriata da quei biscotti.

-Sì, e io non ero eccitato. - dice sarcasticamente, alzando gli occhi anche lui.

Sbuffai rumorosamente. -Sai una cosa? I soldi ce li ho, quindi vado a prendermi da bere. - prima di alzarmi, tirai fuori, davanti ai suoi occhi, una banconota dal reggiseno a fascia, in modo molto lento -ma soprattutto attenta a non far vedere il mio Ben di Dio al resto del locale - e sensuale.

Quando alzai lo sguardo verso di lui, lo sorpresi a deglutire con gli occhi spalancati, mentre mi fissava il seno. Mi avrebbe dovuto dare fastidio, ma tanto non era nulla che lui non avesse già visto.

-Uh. - riportò i suoi occhi ai miei e mi guardò con lo sguardo di un bambino. Sembrava Tommaso.

-Ora, se vuoi scusarmi, vado proprio a prendere da bere. Mi alzai e per scavalcarlo mi assicurai che lui potesse vedere bene il mio lato B. Mi sentivo abbastanza troia, sì, ma era divertente vederlo deglutire e metterlo in difficoltà.

Avanzai sculettando verso il bancone, ma quando fui lì, mi dispersi nella calca e andai a sedermi in una sedia abbandonata, giusto il luogo in cui io e Luca di eravamo baciati. Non l'ho fatto apposta a mettermi qui, okay? Non dovevo bere e dovevo stare lontana dal bancone.

-Posso aiutarti? - un ragazzo molto più grande di me mi si parò dinanzi.

-Mi vedi forse in difficoltà? - lo guardai scocciata.

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