Capitolo 30

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BEATRICE
-Ma sei proprio sicura che vuoi studiare? – mi fece, con un sorrisetto malizioso.

Mi accigliai: sinceramente non avevo valutato l'altra possibilità.
Si alzò, venendo verso di me e mi afferrò i fianchi. Fece per baciarmi, ma mi sottrassi per l'ennesima volta, quel giorno.
-Luca, altrimenti non studieremo più! – mi lamentai, divincolandomi.
Presi i libri e andai a risedermi sul letto.
-Siediti sulla sedia. –gli ordinai, cercando di essere il più dispotica possibile.
-Tu non mi comandi, signorina. – rispose scocciato ed io risi.
Aprì anche lui il suo libro e iniziò a fissarlo.
Io mi concentrai per un'oretta o forse più, facendomi schemi riassuntivi colorati, che mi aiutavano sempre a memorizzare meglio e ripetendo in mente mia le nozioni.
Quando alzai lo sguardo, tutta indaffarata e soddisfatta di aver capito quasi tutto sulle teorie del ciclo della vita, di psicologia, notai che Luca stava giocando con il cellulare.
-Luca!- lo rimproverai improvvisamente e lui saltò sulla sedia, spaventato.
-Ma c'è bisogno di farmi venire un infarto?! – sbuffò, portandosi una mano al cuore.
-Cosa stai facendo? – assottigliai gli occhi.
-Guarda che ho già finito di studiare. – rispose, scocciato. –Perché mi devi assillare? Cosa te ne frega?
-Non sopporto di avere sotto ai miei occhi dei nullafacenti e ludopatici!
-Secondo me usi troppe parole strane. – e tornò a guardare il cellulare.
Mi alzai e andai da lui, per strapparglielo di mano.
-Ludopatico significa dipendente dai giochi! E lo sapresti, se durante le lezioni di latino non giocassi con i medesimi giochi!
-Ehi, restituiscimi il cellulare e fatti i cazzi tuoi. – mi guardò con aria di sfida.
E poi mi venne un'idea alquanto carina. –Va bene, facciamo un gioco. Così vediamo se hai studiato veramente.
Riappoggiai il cellulare sulla scrivania per vedere che gli interessava più il mio gioco oppure quello a cui stava giocando.
-Del tipo? – i suoi occhi brillarono di curiosità.
-Io ti faccio delle domande su quello che dovevamo studiare. – cominciai.
Luca alzò gli occhi al cielo e stava per riprendere il suo cellulare, quando continuai:-Per ogni domanda giusta io mi toglierò qualcosa.- non so come mi era venuta in mente questa idea, dato il mio pudore, ma avevo sentito o letto in qualche libro degli spunti.
La sua mano si bloccò a mezz'aria; girò lentamente lo sguardo verso di me, con gli occhi che brillavano e si stravaccò sulla sedia.
-Solo un secondo. – disse, prima di prendere il libro e sfogliare le pagine a distanza di cinque secondi. Se lui con una "passata d'occhi" sulle pagine riusciva a memorizzare tutto, io mi sarei fatta suora.
-Bene, possiamo iniziare. –chiuse il libro con un colpo secco e si sfregò le mani, tutto contento.
Andai verso il letto e mi ci sedetti, afferrando il libro.
-Allora... quali teorie riguardano principalmente il ciclo della vita?
Lui ci pensò un secondo, voltandosi verso di me sulla sedia girevole e poi rispose senza esitazione: -Le teorie sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.
Io alzai le sopracciglia. –Questa era facile. – dissi, con aria di sufficienza.
Mi tolsi un calzino e lui si accigliò. –Sul serio?
-Cosa?
-Un calzino? Almeno due! Altrimenti non finiamo più!
Sbuffai, togliendo anche l'altro calzino.
-Parlami della teoria sullo sviluppo sociale del ciclo della vita, quindi.
Lui eseguì la mia richiesta, dicendo tutto nei minimi dettagli. Rimasi a bocca aperta.
-Poi mi spieghi come fai. – sentenzia, incredula.
Mi fece un sorrisetto. –Un giorno. Non perdiamo tempo, ora.
Alzai gli occhi al cielo e slacciai i jeans, li feci scendere lungo le gambe, che quel pervertito continuava a fissare, e li tolsi completamente.
-Ora dimmi cosa sai sui metodi di indagine.
-Ma non è per domani! – protestò.
-E' lo stesso: metti che te lo chiede?
Sbuffò, per poi dirmi tutto, forse più dettagliatamente di prima.
-Cazzo, devo ammettere che sei bravo.- sbattei il libro sulle mie gambe nude, facendole arrossire.
-Il maglione. –mi fece cenno con la testa.
Tutto d'un tratto mi pentii di aver proposto di fare quel gioco.
Poi però quasi scoppiai a ridere: mi aveva vista nuda anche due giorni prima, cavolo!
Mi tolsi il maglione e tirai un sospiro di sollievo quando ricordai che avevo anche la canottiera da sotto. Dopo cinque secondi, però, gli feci un'altra domanda e lui rispose perfettamente, così dovetti togliermi anche quella.
Infreddolita e imbarazzata, ripresi in mano il libro, sfogliando le pagine, per distrarmi dallo sguardo sagace di Luca.
Gli feci un'altra domanda, al quale lui rispose con voce roca e, fortunatamente sbagliò: non avevo la minima voglia di togliermi la biancheria intima- che per fortuna avevo scelto coordinata, casualmente.
-cazzo!- esclamò, quando si accorse di aver sbagliato. Io ridacchiai e cercai un'altra domanda, più difficile e meno recente.
-oddio! La sapevo- strillò- ti giuro che la so!- continuò, mettendosi le mani davanti alla faccia.
-guarda che se non la sai non fa niente - gli sorrisi falsamente.
-Oh, sì, voglio che ti togli ancora qualcosa.
Ci pensò ancora un po' su e poi sembro illuminarsi: mi disse la risposta tale e quale a come era scritta nel libro. Quel ragazzo era un genio della memoria. Se solo si fosse applicato un po' di più...
-cosa ti togli? - mi chiese, tutto soddisfatto.
-uhm...- ero piuttosto imbarazzata: a cosa tengo di più che non voglio che venga esposto- anche se è già stato esposto-?
Mi alzai in piedi e feci scivolare le mutande lungo le gambe, poi mi risedetti. Così non mi avrebbe potuto vedere.
-muoviti a farne un'altra.- mi disse, con voce ancora più rauca.
Lo trucidai con lo sguardo e impiegai più tempo del dovuto per sfogliare le pagine, di proposito.
-in quale anno è stata fondata la...- sentii il letto abbassarsi accanto a me.
Mi immobilizzai quando sento la sua mano scorrermi lungo la schiena.
Quando si fermò sui gancetti del reggiseno, protestai.
-Luca, aspetta la prossima domanda- ma anche la mia voce era instabile.
-Penso di non riuscire ad aspettare. Sei troppo sexy. Soprattutto quando ti metti a fare la professoressa. -accostò il viso sul mio collo.
Arrossii: non mi aspettavo di certo questa constatazione: io ero sexy quando facevo la professoressa?
Un famigliare brivido mi arrivò tra le gambe e mi protesi verso di lui.
-A dire il vero non credo proprio di riuscire a resistere un altro minuto sapendo che possiamo fare sesso, ma che non lo facciamo.
Mi lasciai andare un altro po' e lui colse quel momento per spingermi e farmi sdraiare, mettendosi sopra di me.
Gli misi le mani sul petto.- prima rispondi all'ultima domanda.
Lui alzò gli occhi al cielo, ma non distolse lo sguardo dalle mie labbra.
-perché è stata...- mi baciò -fondata...- ancora un bacio- aspetta!- ridacchiai e lui mugolò -l'università? - riuscii finalmente a dire, ma lui non sembrava prestarmi molta attenzione: era concentrato sullo slacciare il mio reggiseno.
-Allora? - insistetti.
-Sì- rispose. Ecco, appunto, non mi stava neanche ascoltando.
Sospirai, rassegnata.
-Vorrà dire che dopo ripasseremo.
-Si, dopo facciamo tutto quello che vuoi.- sembrava avere occhi solo per le mie tette, mentre mi sfilava il reggiseno.- ma ora pensiamo a questo.
Mi guardò e sorrise maliziosamente.
Dato che io ero completamente nuda, mentre lui interamente vestito, provvedetti a spogliarlo in meno di un secondo, solo per tornare a sentire quella calda sensazione della sua pelle a contatto con la mia.
Con una mano mi accarezzò un fianco e proseguì lungo là coscia, fino all'interno, facendomi venire brividi di piacere lungo la spina dorsale.
Istintivamente, gli tolsi la mano da lì in mezzo prima che raggiungesse zone troppo sensibile e mi allungai per aprire un cassetto e prendere un preservativo.
Quando incrociai il suo sguardo, notai che era un po' confuso, non sapevo per cosa, ma il suo stato d'animo cambiò subito, trasformandosi in eccitato.
Gli passai la bustina e lui si staccò da me per togliere i boxer e infilarsi il preservativo.
Nel mentre, io distolsi lo sguardo, ancora imbarazzata nel vederlo completamente nudo davanti a me. Forse un giorno mi sarei abituata.
-pronta? -mi chiese, quando si fu sistemato nuovamente sopra di me.
-Me lo chiederai tutte le volte che faremo sesso? - gli domandai, acida. Non sapevo perché, ma mi dava alquanto fastidio che lui pensasse che fossi ancora così vulnerabile da dover essere pronta per accoglierlo. Avevo perso la verginità quattro volte prima! Certo, ci avevo messo un po' ad abituarmi alla sua presenza, ma ormai era fatta.
-Che cavolo, io cerco di essere gentile e tu mi rispondi così?!- sbottò e fece per alzarsi da me, ma io lo trattenni.
-No..- lo tenni per le spalle e lo feci aderire a me. Quando il mio seno si scontrò col suo petto, entrambi emettemmo un sospiro di piacere.- scusa, solo che...- non sapevo come giustificarmi, perché il vero motivo sarebbe sembrato molto stupido.
Riprese a baciarmi, forse vedendomi in difficoltà e si posizionò alla mia entrata.
-Sono pronta. - sussurrai, e lui sorrise diverto, prima di entrare dentro di me.
Così come il giorno prima, sentii quella sensazione alquanto piacevole ammontare nel mio stomaco, la stessa che mi portò ai numerosi e rumorosi gemiti che emettevo. Speravo solo che sua madre non fosse tornata in anticipo.
Luca gemette anche più forge di me ed io, quando mi ricordai che avevamo aperto la finestra prima, mi ritrovai a baciarlo per soffocare i suoi gemiti quella volta più rumorosi del solito.
Forse il fatto che fosse la nostra prima volta da scopamici, eccitava entrambi moltissimo.
Con un briciolo di audacia, invertii le posizioni finii sopra di lui.
Quando lo guardai, mi sorpresi di trovarlo con gli occhi sgranati a fissarmi.
-che c'è? - gli chiesi, preoccupata: avevo fatto qualcosa che non dovevo?
-ehm.. Niente.. Solo che è strano che... - non sapeva come dire che era strano che io avessi voluto prendere il controllo.
Arrossii, troppo imbarazzata per non farlo, e cominciai a muovermi.
Oh.
Era una sensazione piuttosto strana: se stavo completamente dritta me lo sentivo nello stomaco. Non me l'aspettavo.
Una cosa alla volta, mi dissi; avevo provato a stare sopra, la prossima volta avrei provato a resistere a quella fastidiosa ma allo stesso tempo piacevole sensazione.
Prima che potessi farlo io, Luca, forse vedendomi in difficoltà, mi prese le mani e le appoggiò sul suo petto, in modo che potessi stare appoggiata a lui e non completamente dritta.
Mi sorrise, e sembrò quasi un sorriso dolce, poi sollevò il bacino nello stesso momento in cui io lo abbassai.
-oh. - esclamò. E io capii la sensazione. Ora che potevo mettere a confronto tre posizioni, avrei potuto considerare quella come la mia preferita, mentre quella da seduta come ultima.
Mossi ancora il bacino questa volta in circolo, mentre lui mi veniva incontro e chiusi gli occhi, affondando le unghie sul suo petto.
Continuai a muovermi alternando i movimenti, come avevo imparato da mille libri e dai racconti di alcune mie amiche, e a Luca sembrò piacere. 
-Penso di stare per...- non riuscì nemmeno a finire la frase, perché cacciò un gemito molto più forte degli altri, talmente eccitante da far venire anche me, che mi accasciai sul suo petto per qualche secondo.
Quando mi fui ripresa del tutto, mi tolsi e mi sdraiai accanto a lui, coprendomi ancora una volta con il lenzuolo e lui alzò gli occhi al cielo per il mio gesto, ma non disse nulla. Aveva capito probabilmente che non mi piaceva mettere in mostra il mio corpo.
-Bene. - esclamò, sospirando.
-bene cosa? - aggrottai le sopracciglia.- è andata male, vero?
-cosa? No. Cazzo, mi hai fatto venire solo a guardare che ti muovevi sopra di me!- ridacchiò.
Per mettermi in imbarazzo era l'asso di briscola!
-Bene nel senso che mi sento appagato, ora.- si girò a sorridermi, mentre io tenevo gli occhi fissi sulla parete di fronte a me, dato che lui si stava togliendo il preservativo.
Ero almeno felice di averlo 'appagato' io.
Si sdraiò di nuovo sul letto, accanto a me ed entrambi fissammo il soffitto.
-Sai, mi piaceva quel gioco. - esordì dopo qualche minuto.
-Ah sì? Quindi domani se ti interroga saprai tutto?
-tuttissimo!
Risi per il suo strambo superlativo e mi girai su un fianco a guardarlo.
-Forse non è poi così male quest'idea: relazione libera e sesso gratis. - sentenziai.
Lui scoppiò a ridere:- parli come un maschio! Hai così bisogno del sesso per andare avanti? -
Gli colpii la spalla con il gomito e mi unii a lui, ridendo.
-Non sapevo che potesse essere bello, perché non l'avevo mai provato!
-ma perché credi sia bello? Perché lo fai con me, ovvio! E lo facessi con un altro non ti piacerebbe fino al punto di non poterne fare più a meno - si elogiò, ma poi divenne un attimo serio -questo non vuol dire che devi scopare con altri ragazzi per vedere se ti piace, eh.
Fede una risatina per sdrammatizzare, ma si vedeva che era nervosa.
Non sapevo davvero cosa rispondere: non mi era neppure passato per l'anticamera del cervello di andare con altri, ma d'altra parte io potevo fare quello che volevo.
Luca decise comunque di cambiare argomento:- Resti per cena?
-Sono a mangiare dalla mia vicina.
-Quella vecchia scorbutica che abita alla tua sinistra? -fece una smorfia, ricordando quella volta in cui mi sono venuti a prendere a casa per poi andare in discoteca.
-Dai! - ridacchiai- è una signora tanto gentile e affettuosa! Solo che nessuno le da affetto...
-e quindi devi andare a cena da lei per dargliene un po'.
-ogni tanto ci vado, mi invita quando sa che mia madre non c'è e sono da sola a casa.
Dopo essermi stiracchiata, mi alzai dal letto iniziando a rivestirmi.
Afferrai il libro che era finito per terra, ahimè, tutto spiegazzato, e lo riposi nella borsa assieme all'astuccio.
-Perciò, sarà meglio che vada. Ci vediamo domani a scuola.
-Non resti neanche un po' a farmi compagnia? - mi fece il labbruccio.
-Apri il cassetto e rileggiti una delle regole, genio. - gli sorrisi, divertita e lui mi fece il terzo dito sdraiandosi nuovamente nel letto, in tutta la sua affascinante nudità.
-Salutami la vecchietta e se ti chiede come hai passato il pomeriggio, dille che hai fatto lo spogliarello e poi hai fatto sesso con il tuo scopamico! - lo sentii strillare, mentre scendevo le scale.
-alza il culo dal letto e studia invece di dire stronzate! - gli urlai di rimando, divertita.

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