Capitolo 60

281K 8.9K 4.7K
                                    




BEATRICE
La mattina seguente, infatti, lo svegliai con un tenero bacio sulle labbra.
Luca non reagì subito, ma quando iniziai a muovere le labbra contro le sue, allora fece lo stesso e in un attimo mi schiacciò sotto il suo peso con un grugnito.
A dire il vero, nonostante il suo corpo fosse più robusto del mio, perché insomma, non che io fossi una piuma, ma lui era un maschio, non ci facevo neanche più caso, perché, se all'inizio lo trovavo opprimente e fastidioso, ora lo trovavo assolutamente fantastico: mi avvolgeva con il suo corpo e mi faceva sentire come in una tana.
La tana di Winnie the Pooh mentre assapora il suo miele.

Proprio così mi sentivo in quel momento.
-Luca! – gemetti ridendo, colta di sorpresa dalla sua improvvisa cupidigia mattutina.
-Che c'è? Sei tu che mi hai svegliato. – ricongiunse le nostre labbra e scansò tutta la coperta che ci copriva. Doveva aver avuto un improvviso caldo.
Assecondai il bacio e non resistetti all'idea di togliergli la maglietta, cosa che feci.
Lui seguì il mio gesto e velocemente mi tolse la maglia.
Mi osservò a lungo, staccandosi dal bacio ed io mi sentii in imbarazzo, ma poi mi ricordai che mi aveva già visto infinite volte e che non c'era modo di vergognarsi, siccome aveva sempre dimostrato di venerare il mio corpo e di rispettarlo, pur non essendo perfetto.
-Sei stupenda. – sussurrò ed io evitai di stupirmi, perché credo fosse una cosa che non avrei nemmeno dovuto sentire.
-Cristo, quanto mi sei mancata...- sussurrò ancora.
Lo attirai di nuovo a me per evitare di arrossire completamente, anche se lui non perse occasione per sfiorarmi il seno sia con il suo petto nudo che con le mani.
Con il gomito mi aprì il ginocchio e si posizionò tra le mie gambe ed io sentii immediatamente la sua erezione.
Cavolo.
Non volevo fermarmi.
Lo sentivo scontrarsi contro di me ed era una sensazione afrodisiaca meravigliosa.
Dovevo fermarmi. Dovevo far passare un po' di tempo.
Tre mesi non sono già abbastanza, Beatrice?, pensai.

Al diavolo, sono anche troppi, quando si parla dell'attrazione tra me e Luca.
Stavo per arrivare all'elastico dei suoi boxer, quando fu lui a bloccarsi.
Tempismo perfetto.
Appoggiò la testa sul mio petto e trasse profondi respiri. Stava provando di calmarsi.
-Okay, basta così. – bofonchiò sospirando.
Uffa.
Non avevo assolutamente intenzione di finire lì.
Non mi importava dell'alito mattutino di entrambi, del sole che ormai era sorto e tantomeno della mia decisione di non fare sesso per un altro bel po'.
In quel momento, al contrario, avevo decisamente deciso di voler fare sesso.
Con Luca, in una tenda, sulla spiaggia, alla luce del sole.
Con il suo consenso o meno.
Okay, forse il suo consenso era necessario, perché non potevo infilarmi il suo attrezzo dentro da sola, ma sapevo che non era poi così difficile da convincere: bastano un bacio o due; con Luca bastavano anche solo a stampo, visti tutti i precedenti.
Mossi i fianchi contro i suoi e lui emise un profondo gemito.
-Sei una tale stronza. – sussurrò a contatto con la mia pelle.
Ridacchiai e rimossi i fianchi.
Lui, però, non sembrava così contento, anzi, sembrava quasi sul punto di piangere.
-Bea, non ho neanche un preservativo qui. – piagnucolò, appoggiando la fronte sul mio seno.
Oh.
Beh, questo cambiava tutto.
Sbuffai: che guastafeste.
-Cavolo, Luca, te ne porti sempre dietro una dozzina e quando c'è davvero bisogno non ne hai neanche mezzo. – mi lamentai, dandogli un colpetto sulla schiena.
-Non rientrava proprio nelle mie previsioni future che proprio in questi due giorni ritornassimo a fare sesso. – ammise.
-Beh, tu portateli sempre dietro, non si sa mai che mi venga particolarmente voglia anche se non siamo a casa. – dissi senza pensare e subito me ne vergognai.
Alzò la testa e appoggiò il mento sul mio seno per guardarmi.
Lo spostai un po' più in su perché mi stava facendo malissimo.
Mi lanciò un sorriso malizioso. –Non mi dire queste cose in questo momento. -
Poi mi lasciò un piccolo bacio sul petto, uno sul capezzolo destro e non si fermò, scendendo lungo la pancia.
-Se mi chiedi di andare a comprare dei preservativi all'alba giuro che ti faccio venire talmente tante volte che non riuscirai più a camminare per due giorni. – mi morse un fianco.
Scoppiai a ridere. Si stava riferendo al test di gravidanza che gli avevo fatto comprare in piena notte; me lo avrebbe fatto pesare a vita.
-L'idea sembra allettante. Non è che andresti a comprare dei preservativi? C'è un distributore proprio qui accanto alla spiaggia. – scherzai e lui in risposta mi morse la carne della parte superiore della coscia.
Cercai di contenere lo strillo e poi scoppiai di nuovo a ridere.
-E tu hai pure guardato dov'era. – mi rimbeccò, facendomi sorridere.
Risalì ripercorrendo lo stesso percorso di baci, mi baciò dolcemente entrambi i seni, prima di baciarmi sulle labbra.
Ignorai quella fastidiosa consapevolezza: non ci sarebbero dovuti essere più baci da quella mattina.
Però, se...
-Forse... – sussurrai nel bacio, facendo scorrere una mano lungo il suo addome.
Lo sentii rabbrividire e quando arrivai a sfiorarlo da sopra i pantaloncini si bloccò completamente.
Con estrema lentezza si staccò appena da me, rimanendo a pochi centimetri dal mio viso e mi guardò con gli occhi socchiusi.
Era sorpreso.
E come potevo biasimarlo: cavolo, in più di nove mesi non avevamo fatto quasi nessun tipo di preliminari – ad eccezione della volta in acqua. Era una cosa assurda!
D'altra parte, però, siccome Luca non si era mai lamentato – più o meno – mi piaceva pensare che io non fossi uguale alle altre e che noi non facessimo le stesse identiche cose che faceva con tutte quelle con cui era stato. Mi faceva sentire un po' diversa e un po' unica... perlomeno non solo strana.
-Sì? – domandò retoricamente, guardandomi negli occhi con i suoi illuminati da una luce accesa.
Mi morsi un labbro, in imbarazzo.
Sì?
Sì sì.
D'un tratto l'atmosfera si fece intensa e silenziosa e le risate e i baci scherzosi di poco prima non c'erano più.
Lo scrutai con occhi confusi, cercando di fargli capire che non avevo la più pallida idea di cosa fare –nonostante tutti i porno che Giulia mi aveva costretto a vedere.
Luca mi fece un gran sorriso e portò la sua mano sulla mia.
Mi sentivo leggermente più sicura.
La mosse insieme alla mia e risucchiò un respiro, continuando a guardarmi negli occhi.
Strinsi un po' di più la presa e...
La cerniera della tenda si abbassò.
-Ehi, Luca, vieni a fa... oh. – la voce di Andrea fece girare di scatto la testa di Luca. Tolsi immediatamente la mano dalla patta dei suoi pantaloni – nonostante non si vedesse niente – e schiacciai il corpo di Luca contro di me, siccome ero mezza nuda.
Strinsi gli occhi per l'imbarazzo e non mi scomodai nemmeno per farmi vedere da sotto di lui, tanto Andrea aveva probabilmente già capito che ero.
Ci fu un secondo di silenzio, poi la tenda si richiuse e fuori si sentirono delle voci.
-Cazzo! – esclamò Luca, affondando la testa nel mio collo. –Sempre al momento migliore deve arrivare quello stronzo. – ringhiò.
-Ehm... no, sta ancora dormendo... – il tono di Andrea era più alta del solito.
-Che cazzo, sono le sette e mezzo. – la voce di Gabriel. – Luca, dai, alzati!- era sempre più vicina.
Sgranai gli occhi e feci per scrollarmi Luca di dosso e afferrare la coperta, ma lui mi tenne ferma sotto di sé.
-Non ti muovere o si muoverà anche la tenda. – sussurrò.
Se Gabriel l'avesse scoperto così sarebbe stata la fine della nostra amicizia e di quella con Luca: non tollerava che gli si dicessero bugie e mi aveva sempre detto che, essendo la sua migliore amica, dovevo sentirmi in dovere di raccontargli ogni cosa.
Ma non l'avevo fatto; era da nove mesi che non lo facevo.
-Sono nuda! – bisbigliai, agitata.
-Shhh – mi zittì.
-Ho sonno! In qualunque posto vogliate andare vi raggiungo più tardi! – strillò Luca ed io sperai che Gabriel lo sentisse prima di aprire la tenda.
Sentii i suoi passi ad un metro di distanza e affondai le unghie nei fianchi di Luca.
-Se entro venti minuti non ci hai raggiunto sull'altra spiaggia vengo e ti faccio svegliare da un granchio! – esclamò divertito, poi si allontanò.
Non sentii più nessuna voce e sospirai.
-Si può dire che siamo fortunati. – Luca forzò un sorriso.
-Ti sembra di sì? – divenni scontrosa.
-Poteva venire a svegliarci direttamente Gabriel o Francesco, invece è venuto Andrea. E Gabri era ad un passo dall'entrare ma non è entrato. Se questa non è fortuna. – constatò.
Alzai gli occhi al cielo: in effetti...
Mi diede un bacio sul collo, poi mi sorrise malizioso: -Dov'eravamo rimasti?-
-Eravamo rimasti che tra venti minuti devi essere all'altra spiaggia, a meno che tu non voglia essere strizzato da un granchio, perciò ti devi alzare. – misi entrambe le mani sul suo petto per spingerlo via.
Lui non oppose resistenza perché sapeva che se no avrei usato le unghie – com'era già capitato in passato – e sbuffò.
-Ricordami di prendere Andrea a bastonate appena lo vedo. – disse seccato, passandomi il reggiseno.
Mi guardò intensamente mentre lo infilavo e poi mi passò anche la maglietta.
-Ci vediamo dopo? – mi chiese speranzoso.
-E' ovvio che ci vediamo dopo, Luca. Siamo in vacanza insieme. – risposi irritabile.
Mi misi in ginocchio per aprire la cerniera, ma Luca, cingendomi la vita, mi tirò all'indietro, seduta su di lui.
-Mi dispiace. – appoggiò la testa sulla mia spalla.
-Non è colpa tua.
-Lo so che non è facile per te, Bea, ma abbiamo mille altri momenti per farlo. – mormorò nel mio orecchio e mi salirono i brividi.
Annuii, imbarazzata.
Mi lasciò andare e provò a darmi un bacio, ma mi tirai indietro.
-Niente più baci da stamattina, ricordi? – gli sorrisi e lui alzò gli occhi al cielo.
-Oh, andiamo, solo uno! – si lamentò, ma io avevo già aperto la tenda, guardato che non ci fosse nessuno e scosso la testa.
-A dopo. – lo salutai, poi sgattaiolai nella mia tenda.

Sex or love?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora