Capitolo 51

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LUCA
-Non pensi di stare passando troppo tempo con Giulia, ultimamente? – le domandai, stiracchiandomi come un gatto.
Eravamo nel suo letto, era sera e, anche se non ne avevo la minima voglia, presto sarei dovuto tornare a casa mia perché avevamo appurato che il suo letto singolo era piccolo e avremmo finito per dormire abbracciati o per lo meno troppo vicini.
-Sei geloso? – scherzò.
-No. – dissi. Non ero geloso di un maschio figuriamoci di una femmina, bah
–Solo che non ci vediamo più spesso come un po' di tempo fa.
-Vuoi dire: non facciamo sesso più spesso come un po' di tempo fa? – mi corresse seccata ed io sbuffai.
-Perché devi sempre fare così?
-Perché pensi solo a quello.
-Ma non è il principio su cui si fonda il nostro rapporto?
-Sì, ma... – fece una pausa. –Comunque potresti evitare di... – non concluse e sospirò esasperata.
-Sei un po' stressata in questo periodo. Ti stanno per venire?
-Oh Signore! Non iniziare.
-Allora sì. – constatai con una risatina.
-Bene, significa niente sesso per una settimana. Ridi ancora? – ammiccò.
A quello non avevo pensato e non faceva per niente ridere, ma scacciai via il pensiero perché non era ancora il momento: mancavano ancora cinque giorni. Lei era puntuale come un orologio e io avevo iniziato ad imparare a memoria i giorni in cui le venivano, finivano e anche i quelli in cui dovevo stare attento a come la trattavo.
-Dai, smettila di fare l'isterica. – mi stesi sopra di lei, con solo la coperta che ci divideva perché lei era sotto ed io sopra, e le pizzicai più volte il fianco facendola ridere.
-Davvero stavate guardando film porno tu e Giulia? – le domandai, allontanandomi di poco dal suo viso, perché la situazione stava diventando troppo intima.
Lei strinse le labbra per trattenere una risata, poi scosse la testa.
-Me lo puoi dire, non mi scandalizzo, anzi... – le tenni i polsi con entrambe le mani scherzosamente perché stava provando a spingermi via.
-Anzi cosa?
-Sono un maschio, Bea. Non c'è persona più giusta con cui parlare di queste cose. – sollevai e abbassai ripetutamente le sopracciglia e lei scoppiò a ridere.
-Ti ho già detto che non voglio parlare di sesso con te.
-Andrea lo sa che Giulia guarda queste cose?
-Non lo so e non glielo dirai, vero?-
Scossi la testa sinceramente.
-Bene -
Mi venne un improvviso attacco di voglia di baciarla, che nell'ultimo periodo si erano fatti ancora più frequenti perché non assaporavo quelle labbra da più di due settimane e ne sentivo terribilmente la mancanza.
Tuttavia cercavo sempre di resistere e di distogliere lo sguardo immediatamente prima che lei se ne accorgesse.
-Sai, credo di essere felice che Andrea e Giulia sappiano. Tenere tutta per noi questa cosa stava diventato opprimente e io avevo bisogno di qualcuno con cui parlare.-
Mi sollevai aggrottando le sopracciglia: -Parlare di cosa?-
Lei guardò dappertutto tranne che dalla mia parte. –Non sono cose che ti riguardano, Luca.
-Sì, invece, dato che mi hai fatto capire che vuoi parlare di te e di me. – mi allarmai: facevo qualcosa di sbagliato?
-Sì, ma non è detto che ti riguardi necessariamente. – si mise sulle difensive.
Non risposi perché non me l'avrebbe detto. Avrei chiesto ad Andrea; probabilmente lui sapeva.
Beatrice mi avvolse come se niente fosse le braccia attorno al collo e mi attirò a sé abbracciandomi.
Restai interdetto per un paio di secondi, poi mi accucciai nell'incavo del suo collo come mi piaceva tanto fare: era un posto calmo, buio e profumato.
Rimanemmo in silenzio fino a quando non resistetti e sfregai il naso contro il suo collo. Beatrice rabbrividì ed io sollevai la testa: aveva gli occhi chiusi.
Trattenni il respiro e mi avvicinai cautamente. Le sfiorai la pelle liscia della guancia e indugiai; avevo un disperato bisogno delle sue labbra e in quel momento non pensai ad altro. Infatti, gliele sfiorai e lei non sembrò protestare quando strinse di più la presa sul mio collo.
Le presi il labbro inferiore tra i denti e poi indugiai sulla morbidezza delle sue labbra quando lei finalmente mi ricambiò: sembrava un primo bacio.
Quando mi permise di infilare la lingua nella sua bocca il bacio si fece alquanto interessante e le strinsi un fianco da sopra le coperte.
Mi mordicchiò anche lei il labbro ed io non potei fare a meno di gemere. Dovevo ancora decidere qual era il mio bacio preferito tra tutti quelli che ci eravamo dati perché erano uno più bello dell'altro.
Stava andando tutto così bene, tanto che pensai avremmo finito per fare sesso per la seconda volta quel pomeriggio –con tanto di baci –, quando la mia stupida razionalità sopraggiunse al piacere.
Non potevo permettermi di innamorarmi di lei perché sapevo che non avrebbe funzionato. Mi sollevai di colpo e mi alzai in piedi raccogliendo da terra i boxer e i jeans.
-Si è fatto tardi. Tra poco mia madre mi chiamerà per cenare. – mi giustificai non guardandola nemmeno.
-S-sì, è tardi. –balbettò e a me salì un brivido lungo la schiena pensando che aveva ancora il fiatone per il bacio che ci eravamo dati.
Mi infilai la felpa e presi il mio zaino da terra. –Ci vediamo domani a scuola, allora. – mi fermai sulla soglia della porta e ripresi fiato per un secondo, in imbarazzo.
Non l'avevo mai guardata da lontano subito dopo aver fatto sesso perché di solito ero sempre vicino a lei e non riuscivo a vederla per intero: mi incantai a guardarla per quanto fosse meravigliosa con gli occhi spalancati, i capelli scompigliati, la coperta che le copriva per metà il seno – cosa di cui lei non si era accorta, altrimenti si sarebbe coperta fino al mento – e quell'espressione inerte e trasognata che aveva stampata in faccia.
-S- sì, ciao. – continuò a balbettare e se in quel momento non fossi stato così a disagio probabilmente l'avrei presa in giro perché aveva un espressione troppo buffa.

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