Capitolo 5

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-Cazzo... - impreca a bassa voce, poi fa per togliersi da sopra di me, ma lo blocco con il ginocchio. -Resta immobile: sono nuda! Vuoi che quel bambino rimanga traumatizzato a vita? - gli sussurro. Il suo corpo e il suo braccio mi coprono il seno e la mia gamba piegata è l'unica cosa che ci copre il punto in cui siamo realmente uniti fisicamente.
-Tommy, che ci fai qui? - Luca cerca di sorridere al fratellino.
-Ti ho portato il latte. - adesso che ci faccio caso, in mano ha un bicchiere pieno di latte.
-Ah, grazie... - Luca è diventato rosso?! Un evento.
-Lei chi è? - mi indica.
-Lei... lei è Beatrice, una mia amica... - poi abbassa la voce. - circa... - gli tiro un colpo al fianco con il ginocchio.
-Cosa state facendo? - ci chiese, dondolandosi come un bambino all'oscuro di tutto.
-Ehm... ci stavamo abbracciando... - risponde suo fratello, lanciandomi un'occhiata fugace.
-Perché?
-Perché? Perché... perché ci vogliamo bene... - dice e io scoppio a ridere.
Intanto si guarda intorno. -Dove cazzo è la coperta?
Sposto la mia mano dal suo collo e gli indico l'angolo accanto al letto. Lui mi guarda e io scuoto la testa, capendo le sue intenzioni. -Non ti azzardare! Lui ti avrà già visto nudo, a me no.
-Perché siete nudi? - chiede ancora Tommaso.
-Ehm... avevamo caldo...
-E allora perché siete appiccicati?- sveglio il ragazzino.
-Te l'ho detto... perché ci vogliamo bene...
-E perché prima urlavate? Sembrava che vi stavate picchiando. Ho avuto paura... - abbassa lo sguardo.
-No, tesoro, non devi aver paura... stavamo solo...- avendo un orgasmo. -giocando. - intervengo io.
Luca mi guarda sorridendo. - A un bel gioco, direi. - gli tiro un altro colpetto con il ginocchio.
Tommaso si avvicina e appoggia il bicchiere sul comodino.
-Piacere, io sono Tommaso, ma puoi chiamarmi Tommy. - mi porge la mano e io la tolgo dal collo di suo fratello e, ridendo, gliela stringo.
-Io sono Beatrice, ma puoi chiamarmi Bea. - dico, cercando di trattenere una risata, insieme a Luca.
Il bambino prende la bustina argentata sul comodino e la osserva perplesso. Luca gliela strappa di mano, ma nel farlo, mi scopre un seno e suo fratello mi guarda come se avesse appena visto un giocattolo nuovo.
-Ma quelle sono le tette? - dice con gli occhi sgranati.
Io arrossisco e Luca mi ci appoggia subito la mano sopra, facendomi rabbrividire.
-Sì, ma sei piccolo per queste cose...
Il bambino abbassa lo sguardo, dispiaciuto per il tono frettoloso di suo fratello.
-Luca, povero, non parlargli così, è solo un bambino... - gli faccio il musetto dolce.
-Ah, non gli devo parlare così? Bene, sbrigatela da sola! - toglie la mano, ma io gliela afferro e la premo con la mia sopra il mio seno. Un altro brivido mi percorre la schiena e sento che sta per tornare l'eccitazione, quando muove il pollice in circolo.
Sgrano gli occhi quando, ancora dentro di me, lo sento gonfiarsi nuovamente.
-Tommaso, perché non vai a guardare i cartoni in salotto, io e Beatrice arriviamo subito. - dice al fratello, tenendo gli occhi fissi su di me. Lui ubbidisce e si indirizza verso la porta saltellando. -E chiudi la porta!
Quando la porta si chiude, Luca si alza sui gomiti e ricomincia a spingere, mentre io rido.
-Che hai da ridere? Mi hai fatto tornare voglia. - sorride.
Io continuo a ridere, ma smetto quando inizio a gemere sempre più forte e lui mi bacia per ovattare i gemiti.
-Cazzo...- geme anche lui, fino a quando non veniamo insieme e lui mi morde il labbro, mentre io affondo le dita nelle sue spalle per non urlare.
Di nuovo ansimanti, lui esce da me e improvvisamente mi sento vuota, fredda. Si sdraia affianco a me ed entrambi guardiamo il soffitto, cercando di regolarizzare il respiro.
-Bene. Ora sono soddisfatto.- sospira e si siede, poi sento che mi fissa e mi giro anch'io.
-Tutto bene? - mi chiede.
-Decisamente si. - sospiro.
-Io... vado a fare una doccia. Se vuoi dopo puoi farla anche tu...
Annuisco e lui si alza.
-Mi passi il lenzuolo, per favore? - gli chiedo, prima che si diriga in bagno, nudo. Wow. Si avvicina alla mia parte di letto e raccoglie il lenzuolo.
-Non sei mica male, però. - mi squadra il corpo, sorridendo maliziosamente.
-Piantala e stendimi il lenzuolo sopra. - mi copro come posso, imbarazzata: non mi ha mai vista nuda, nonostante abbiamo appena fatto sesso.
-E se io non volessi farlo?
-Oh, lo farai... - mi appoggio sui gomiti, sbarazzando l'imbarazzo con un'espressione divertita.
-Ah si?- inarca le sopracciglia.
Mi alzo e gli vado incontro, mentre lui indietreggia. Cerco di prendere il lenzuolo, ma lui lo allontana ancora. Lo spingo contro il muro e un'ondata di menta mi travolge; io aderisco al suo corpo. Presa da quel suo buonissimo profumo, non penso neanche al lenzuolo che dovrei riprendere, quando quel sottile strato di stoffa è l'unica cosa che separa i nostri due corpi nudi.
-E adesso? - chiede lui con un sorriso divertito.
-Adesso ti faccio vedere io! - appoggio le mani sul suo petto coperto dal lenzuolo e mi avvicino pericolosamente alle sue labbra, mordendole, ma, quando lui sta per baciarmi, allontano le labbra. Luca si fa improvvisamente serio e mi fissa le labbra. Le riavvicino e poi le riallontano sogghignando.
-Sei proprio stronza! - esclama, poi mi appoggia una mano su un fianco e appoggia lentamente le labbra alle mie. Quando schiudo la bocca, lui geme e io lo seguo quando passa la lingua sul mio labbro inferiore. Il lenzuolo, che tiene ancora per i due estremi, si abbassa, facendo premere il mio seno contro il suo petto; mi accorgo subito della reazione del suo corpo e apro gli occhi, restando incollata alle sue labbra.
-Di nuovo? - scoppio a ridere.
Sorride anche lui, con una punta d'imbarazzo. Quante cose che si scoprono su Luca: è umano anche lui!
-Uhm... sarà perché è mattina...- si giustifica aggrottando la fronte.
Mi mordicchia il labbro mentre alza il lenzuolo e mi fascia il corpo con esso.
-Forse è meglio che vada a fare una doccia fredda. - mi sussurra, appoggiando la fronte alla mia e ansimando.
-Forse sarebbe meglio - ridacchio e afferro i lembi del lenzuolo dietro la mia schiena, tornando a sdraiarmi sul letto. -Muoviti, che ho bisogno di fare una doccia immediatamente.
Lui si sporge solo con la testa dal bagno e ammicca. -Vuoi venire a farla con me?
Rido. -No, ti prego, non ce la faccio.- mi porto le mani sulla faccia.
Lo sento ridacchiare mentre entra in bagno e chiude la porta.
LUCA'S POINT OF VIEW.
Entro in bagno e mi guardo allo specchio: respiro accelerato e sorriso ebete. Un momento... sorriso ebete? Che cazzo...?
Devo ammettere che per essere "la sua prima volta", dopo ieri sera ovviamente, è davvero brava. Entro nel box doccia e apro l'acqua gelida: anche se abbastanza dolorosa, aiuta a farmi passare l'erezione che mi ha fatto venire per la terza volta in una mattina. Cazzo, ho sempre pensato che fosse bella, ma non l'ho mai vista in quel senso... o forse si? Va beh, come tutti i ragazzi mi sono fatto delle fantasie su di lei, ma mi ha sempre irritato, provocato...
E ora? Ci faccio sesso, la bacio e rido con lei?
Non ero mai stato con una vergine... so che è stupido, ma mi sento onorato: insomma, sono stato il primo per lei, nessuno, che sappia io, l'ha mai toccata, è stato solo mio il piacere. Sorrido ripensando all'orgasmo che mi ha dato. Sì, probabilmente sorrido come un ebete per questo. Merda, mi sono proprio divertito, e considerato che non mi sono mai svegliato con una donna al mio fianco, che non fosse mia madre, soprattutto nel mio letto, mi sento proprio bene.
M'insapono per bene e poi mi sciacquo anche i capelli, perché sono completamente sudato... però non sono stanco: continuerei ancora, ma per lei sono le prime volte ed è già tanto quello che abbiamo fatto.
E all'improvviso il sorriso ebete si spegne. Cazzo. È sbagliato. Noi due ci odiamo eppure ci divertiamo a baciarci. Non può funzionare. Non davanti agli altri: io devo continuare ad essere stronzo.
Esco dalla doccia e mi lego un asciugamano in vita, mentre esco da bagno e il sorriso mi si riaccende.
Tommaso è seduto cavalcioni sul ventre di Beatrice, che è sdraiata sul mio letto con ancora sopra il lenzuolo che le ho arrotolato addosso, mentre ridono.
-Io non ho mai visto le tette, a parte quelle della mamma...- le confida mio fratello, mentre Beatrice scoppia a ridere. - Me le fai vedere? Così sono preparato... - le chiede Tommaso e io sgrano gli occhi. -Tommy! - lo riprendo, imbarazzato.
Beatrice si accorge di me e per un secondo penso che mi stia fissando, ma poi mio fratello cattura la sua attenzione appoggiando le manine sul suo petto. -Allora?
-Tesoro, sei ancora un po' piccolino, non trovi?
-Io sono grande!
-Si, beh, allora mettiamola così: potrai toccare solo la tua ragazza e unicamente, Ok? - poi abbassa la voce e ride -Non fare come tuo fratello, tu sei un bravo bambino.
-Ti ho sentita - affermo, mentre cerco nel cassetto un altro paio di boxer puliti, perché anche quello che avevo prima è andato.
Lei ride e viene da ridere anche a me, cazzo.
-Vuoi diventare la mia ragazza? - le chiede Tommaso. Sgrano gli occhi nuovamente e aspetto la sua risposta, ma sento di nuovo la sua fantastica risata. Come fantastica? Non ho mai sopportato come mi prendeva in giro ridendo!
-Tommy, c'è troppa differenza di età, ma forse quando sarai maggiorenne una possibilità l'avrai... - dice in modo teatrale.
-No, non l'avrai, non te lo permetterò, è troppo grande e inoltre è...- stavo per dire stronza, ma non davanti a mio fratello. -... è una cara ragazza.- annuisco.
Lei mi fulmina con lo sguardo e io sorrido soddisfatto.
-Non ascoltarlo, certo che ce l'avrai, sei un bambino bellissimo, intelligente e gentile... molto più di tuo fratello.
-Lo dice sempre anche la mamma! - mi disonora.
Mi avvicino, lo sollevo di peso dal grembo di Beatrice e me lo carico in spalla.
-Tommy, vuoi il latte con i biscotti da colazione? - gli chiedo per cambiare discorso.
-Si! - urla entusiasta, cercando di dimenarsi.
-Vuoi fare colazione? - chiedo a Beatrice, ancora sdraiata sul mio letto a guardarci. Vuoi fare colazione? Ma che cazzo dico? Le ragazze non stanno fino alla mattina nel mio letto, non fanno la doccia nel mio bagno e non fanno di certo colazione con me e mio fratello!
-Si, grazie - sorride e si stira, tenendosi stretta al petto il lenzuolo. È proprio bella, perché non me ne sono mai accorto?
-Tè? Caffè o latte? - le chiede Tommaso.
-Tè con i biscotti, se ci sono. - risponde cordialmente. È pure cordiale quando non parla con me!
-Certo che ci sono! Ti faccio assaggiare quelli della mamma, sono i più buoni di tutti!- interviene il bambino in braccio a me.
Il sorriso di Beatrice si allarga e annuisce. -Allora vado a fare la doccia... - mi chiede conferma.
-Vai pure, ma non ci mettere troppo che il tè si raffredda.
Esco dalla stanza prima che lei si alzi senza il lenzuolo addosso e io finisca di nuovo nel letto con lei.

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