Capitolo 26

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My Boss' Super Sexy Boss
Capitolo 26

"E tu? Perché Seattle?" chiese Stiles. Derek si sdraiò su di lui, la testa appoggiata alla sua scapola, e Stiles allacciò le gambe alla sua vita, abbracciandolo con tutto il corpo.

"Hanno scelto le mie sorelle in realtà. Laura ha voluto Chicago perché le piacciono le città del nord-est, dice che la rappresentano, con quel tocco europeo che le rende più cosmopolite. Cora voleva Huston solo perché una lesbica, nel profondo sud, a capo di una delle più grandi aziende americane, urlava Democratici da tutti i pori e le piace fare scalpore ed essere avanti sui diritti civili. Quindi ha scelto il sud. Ed io sono rimasto con Seattle, che loro hanno definito essere la città perfetta per me: piove sempre è grigia e cupa, proprio come te Derek!" le imitò con un sorriso amorevole.

"Non sei cupo e triste!" disse Stiles, facendo scorrere le dita sulla sua schiena, tracciando le linee nere del tatuaggio.

"In confronto a loro lo sono tantissimo, sono sempre stato il più silenzioso di tutti, ed al liceo ero perennemente imbronciato e cupo, soprattutto dopo la morte della mia ragazza di allora. Mi sono chiuso in me stesso, mi ci è voluto un bel po' per riuscire a riaprirmi." confessò facendo scorrere la punta del suo naso sul tendine del collo di Stiles.

"Oh... mi dispiace un sacco per lei e per te, come si chiamava?" domandò, una mano tra i suoi capelli neri.

"Paige, è morta a causa di un pirata della strada, investita e morta sul colpo. Stava venendo da me, la stavo aspettando. Mi sono sentito in colpa per anni." rispose Derek sollevando lo sguardo sul volto di Stiles, che lo fissava con le sopracciglia corrucciate.

"Non è colpa tua, lo sai vero?". Derek annuì e gli sorrise, alzando la testa e baciandolo lievemente, prima di appoggiare nuovamente il capo sulla scapola di Stiles, che ancora lo stringeva con tutto il corpo.

"Capisco come ti senti, mia madre è morta quando avevo otto anni, la tenevo per mano in ospedale quando successe. Mi sento ancora come se avessi dovuto fare di più, come se avessi potuto salvarla. Ma ero solo un bambino. Mi sono sentito in colpa per un sacco di tempo.". Derek si sollevò, posando gli avambracci sul cuscino e prendendo il volto di Stiles tra le mani.

"Oh, tesoro, mi dispiace un sacco." mormorò, baciandogli le palpebre ed asciugando con le sue labbra le due lacrime solitarie che minacciavano di scendere sulle guance.

"Grazie, ora sto bene." disse Stiles baciandolo piano.

"Parliamo di qualcosa di più divertente, che ne dici?". Derek gli sorrise e Stiles annuì. "Allora, come hai scoperto il Daddy kink?" gli chiese beffardo e Stiles sgranò gli occhi arrossendo.

"In realtà l'ho scoperto da adolescente su internet, c'era un video dov'è questa ragazza chiamava Daddy il suo ragazzo e ne sono rimasto incuriosito all'inizio, così ho fatto un sacco di ricerche e mi sono informato, l'ho trovato affascinante, ma non per me. Poi crescendo mi sono accorto che ero normalmente più sottomesso a letto, sia con ragazze che con ragazzi, lo trovavo eccitante. Poi, con il mio ragazzo del college, mentre stavamo facendo sesso, nella mia mente è apparsa l'immagine di quella ragazza e mi venne naturale chiamarlo Daddy. Non ha reagito molto bene, mi ricordo che si è fermato e mi ha guardato strano, ero immensamente imbarazzato, mi ha chiesto ridendo se stessi scherzando e da quel giorno ho seppellito questa mia fantasia." Rispose semplicemente, leggermente imbarazzato dalla conversazione, ma consapevole che l'onestà fosse alla base di qualsiasi relazione, soprattutto nei rapporti BDSM.

"Non sa cosa si è perso il tuo ex, sei uno spettacolo quando mi chiami così, sei ancora più bello del solito." gli disse baciandogli il petto e facendo compiacere Stiles per tutti quei complimenti.

"E tu, invece, come l'hai scoperto?"  gli chiese, le gambe ancora strette saldamente alla sua vita e con le mani gli accarezzava la schiena ed i capelli.

"Una mia ex più grande di me, mi ha portato una volta in un locale BDSM, era una Dom, ma fidati che non era assolutamente una vera dominatrice, niente etichetta, niente fiducia. Nulla di nulla.". Scosse la testa contrariato, mentre le mani di Stiles continuavano ad accarezzargli la testa. "Mi ha portato in questo locale, e mi disse che le sarebbe piaciuto che mi sottomettessi a lei, ma io non ne ero attratto, cioè che catturò la mia attenzione era una coppia in particolare, erano due uomini, uno seduto a cavalcioni sulle cosce dell'altro che lo consolava e gli diceva quanto fosse stato bravo, avevano appena finito una sessione di sculacciate, e il sub era molto bisognoso di aftercare, e l'uomo lo accarezzava con una dolcezza disarmante. Sentii il sub chiamarlo Daddy è qualcosa dentro di me scattò. Li stavo fissando da un po' ed il Dom mi sorrise e mi chiese se ero interessato a quello che vedevo. Gli risposi che non sapevo nulla e che era la prima volta lì. Mi spiegò tutto, mentre il suo sub mi guardava nascosto nel collo del suo ragazzo. Fu lui a dirmi che ero un Daddy, si vedeva da come lo guardavo, come se volessi prendermi cura di lui, che era questo che facevano i Daddy Dom. Poi arrivò la mia ragazza è mi portò via." Finì di raccontare Derek, chiudendo gli occhi e beandosi delle dita affusolate di Stiles che gli accarezzavano i capelli e la schiena. Stare così, tra le gambe del suo sub, del suo baby boy, gli dava una pace ed una soddisfazione incommensurabile.

"E poi che successe con la tua ragazza?" chiese Stiles. Adorava sentire il peso di Derek sopra di lui, a tenerlo fermo e contenuto, lo faceva respirare lentamente e profondamente, rilassandolo ed ancorandolo alla realtà.

"Tornammo a casa, era arrabbiata per non so cosa e mi ordinò di inginocchiarmi, le dissi che non mi piaceva, che non mi sentivo un sottomesso, mi tirò uno schiaffo in faccia e poi un altro ancora, mi ricordo che mi graffiò con le unghie la guancia, mi disse cose irripetibili, e quando tentò di tirarmi un altro schiaffo la afferrai per il polso e le dissi di andarsene, che non volevo vederla mai più. Uscì sbattendo la porta, un mese dopo cercò di appiccare un incendio nella mia casa di famiglia a New York, e non avendo successo cercò di farmi saltare in aria con la macchina. Ora è in una prigione psichiatrica, con un'ordinanza restrittiva per me e la mia famiglia.". Stiles si strinse più attorno a lui, come per proteggerlo da quella donna sconosciuta. "Non può più farmi nulla, Stiles." disse Derek sollevandosi appena e poggiando gli avambracci ai lati della testa di Stiles, e lo guardò negli occhi, accennando un sorriso dolce, osservandolo come se fosse la creatura più bella sulla faccia della terra.

Stiles abbassò lo sguardo arrossendo e Derek gli baciò la punta del naso. "Sei bellissimo, Stiles." gli sussurrò all'orecchio e Stiles sollevo lo sguardo, osservandolo con adorazione, sollevando la testa e premendo le labbra sulle sue.

"Non può più farti nulla, vero?" domandò e Derek scosse la testa. "Bene! Se no se la sarebbe vista con me! Anche noi sub proteggiamo i nostri Dom, ed io lo farò con le unghie e con i denti!" affermò e Derek sgranò per un attimo gli occhi, prima che un'espressione dolce gli attraversò il volto, ed una scintilla di pura gioia gli illuminò gli occhi.

"Quindi... sono il tuo Dom?" gli chiese, mostrando i denti in un sorriso quasi famelico ed euforico.

Stiles arrossì dalla testa ai piedi. "Non lo so, cioè, io... ecco...". Si morse il labbro in cerca delle parole da usare, mentre Derek sopra di lui lo fissava divertito. "Se lo vuoi... io...". Lasciò la frase in sospeso.

"Tu mi vuoi come tuo Daddy, Stiles?" gli chiese soffiandogli sul padiglione auricolare e facendolo rabbrividire. Stiles annuì deglutendo a vuoto. "A prole, tesoro." Disse divertito.

"Sì, sì, mi piacerebbe molto." balbettò mordendosi il labbro inferiore.

"Ed allora è perfetto." rispose baciandolo e stringendogli il volto tra le mani. Appena le loro labbra si separarono Derek appoggiò la fronte su quella di Stiles. Si sorrisero a vicenda, le guance rosse e gli occhi luminosi.
Continuarono a parlare, ridendo e conoscendosi meglio. Accarezzandosi e coccolandosi senza badare al tempo che passava. Le gambe di Stiles ancora strette alla vita di Derek, che gli accarezzava teneramente il volto. I loro cuori che battevano allo stesso ritmo.

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