Capitolo 46

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My Boss' Super Sexy Boss
Capitolo 46

Stiles sbuffò ferito ed alterato. "Ti comporti così, tutto dolce e quasi mi chiami baby boy, chiedi il mio perdono e dici che faresti qualsiasi cosa per averlo, ma poi non te ne importa nulla. Sono solo un gioco in fin dei conti!" disse quasi gridando, per poi guardare in basso e tirare su con il naso, non voleva scoppiare a piangere davanti a Derek, non voleva sembrare così fragile di fronte a colui che avrebbe sempre considerato il suo Daddy, non voleva vedere disgusto nel suo sguardo.

"Credo veramente di non capire, Stiles, chi ti ha detto questo?" chiese posando piano una mano su quella di Stiles.

Stiles spostò la sua, infastidito dal comportamento di Derek: 'Perché faceva finta di non sapere?' si chiese, Stiles fulminò Derek con lo sguardo vedendo la sua espressione così confusa e corrucciata. "Tu!" sputò le parole Stiles e vide Derek tirare indietro la testa, un'espressione stranita sul volto.

"E quando l'avrei detto, Stiles?" chiese corrucciando le sopracciglia, Stiles pensò ancora che con il tempo sarebbe stato capace di averci un'intera conversazione, se solo lo avesse avuto quel tempo.

Stiles sbuffò incredulo. "So che non avrei dovuto, ma ero venuto in camera a cercarti e ti ho sentito parlare al telefono con una delle tue sorelle e stavate parlando di me, e dopo averle quasi inveito contro le hai detto 'Certo, è solo un gioco!' – quelle parole lo avevano tormentato quasi ogni notte – al che me ne sono andato, perché sinceramente non volevo sentire altro, e poi mi hai trovato da Allison e Lydia." spiegò Stiles sollevando lo sguardo e fissando Derek che aveva gli occhi sgranati. Ora aspettava solo che Derek si alzasse e se ne andasse uscendo dall'ufficio e lasciandolo solo.

Derek si alzò e gli prese il volto tra le mani, piegandosi in avanti. "No, no, no, Stiles, no! Hai frainteso. Laura mi stava dicendo di portarti a casa per il compleanno di nostro padre, così potevano finalmente conoscerti, Stiles, loro sanno perfettamente chi sei, ma io non volevo gettarti addosso tutto lo stress che può creare la mia famiglia, Laura cercava di convincermi dicendo che sarebbe stato divertente, ed io le ho risposto 'Certo, è tutto un gioco!' perché mi stavo alterando, che lei trovasse divertente la mia situazione con te. E che stesse, come sempre, scherzando sul mio comportamento. Stiles, non potresti mai essere un gioco per me, se fossi rimasto, mi avresti sentito dire quanto importante tu sia per me." spiegò e Stiles aprì la bocca, ma nessuna parola gli uscì, era letteralmente rimasto senza. Sentiva i pollici di Derek sfiorargli gli zigomi, i suoi occhi verdi guardarlo con quella dolcezza infinita.

"Perché invitarmi al compleanno di tuo padre? Come fa a conoscermi la tua famiglia?". Le domande gli uscirono quasi senza volerlo. E sentì chiaramente Derek ridere, lo vide abbassare la testa per poi gettarla all'indietro, il pomo d'Adamo che si muoveva a ritmo della sua risata, Stiles si ritrovava stranamente a volerlo baciare.

"Stiles, ti ricordi quando ho raccontato come ci siamo incontrati? – Stiles annuì, si ricordava ogni cosa – Vedi, Stiles, non me lo sono inventato, erano più o meno quattro o cinque mesi che lavoravi qui e non ci eravamo davvero mai incontrati, stavo aspettando l'ascensore del quarantottesimo piano per tornare nel mio ufficio, arriva l'ascensore ed esci tu con tanti di quei fogli in mano che non riuscivi nemmeno a vedere dove stessi andando, mi sei venuto a sbattere addosso facendoli volare tutti, hai imprecato, ti sei scusato senza nemmeno guardarmi in faccia, ho cercato di aiutarti a raccogliere i fogli, ma ne hai raccolti da solo la metà e poi sei scappato via scusandoti ancora e lasciandomi sbalordito, con i tuoi progetti in mano. Ero preso, ammaliato senza possibilità di tornare indietro. Stiles ho ancora quei tuoi progetti in un cassetto della scrivania nel mio ufficio.".

Stiles era sbigottito, arrossì di scatto ricordandosi quell'accaduto. "Me lo ricordo! Avevo appena finito trentanove ore di lavoro avendone dormite quattro, non ero nemmeno conscio di quello che facevo, stavo andando avanti per inerzia." disse coprendosi il volto con le mani, sentì le dita di Derek circondargli i polsi e tirare in modo da scoprirgli il viso.

"Stiles, so che risulterà da pazzi, ma sono davvero perso da te, da più di un anno, ho cercato di scoprire chi fossi il più in fretta possibile, dovevo trovare un modo per approcciarti, ma ho scoperto che avevi cominciato a vederti con Paul e quindi mi sono fatto da parte – continuò a raccontare Derek – ho fatto la strada più lunga per uscire dall'ufficio solo per passare davanti alla tua scrivania e sperare di vederti, ho fatto in modo che venissi a riunioni in cui non era richiesta la tua presenza solo per guardarti, Stiles, c'è una scommessa su quando ti accorgerai che ti faccio gli occhi dolci da una vita."

"C'è una scommessa su noi due?!" un gridolino, che Stiles avrebbe per sempre negato di aver fatto, gli uscì dalla bocca.

"Sì, Stiles, tutto il reparto di ricerca e sviluppo, la segreteria ed il settore marketing vi partecipano – Stiles aprì la bocca per ribadire – anche Robert, Stiles.". Stiles lo guardò sconcertato e Derek rise ancora, prendendogli le mani e baciandogliele entrambe, negli occhi quella scintilla di divertimento che li rendeva solamente più luminosi.

"Quando quel giorno mi hai detto del raduno del liceo, ho pensato davvero che fosse la mia occasione, avevo in mente tutto un piano per corteggiarti e mostrarti che perfetto fidanzato sarei potuto diventare; e dopo averti convinto, magari dopo mesi di relazione, ti avrei onestamente parlato delle mie preferenze a letto, non soltanto accennandole come stavo facendo, sarei comunque sempre stato pronto a metterle da parte nonostante tutto. Ma mi hai letteralmente mandato in fumo i piani quando mi hai baciato quella sera, come potevo resisterti, poi mi hai chiamato Daddy e sono capitolato solo di più.". Derek gli riprese il volto tra le mani e gli baciò la fronte, Stiles, che era ancora immobile e seduto sulla sua sedia, chiuse gli occhi sentendo le labbra morbide di Derek sulla sua pelle e rabbrividendo alla sensazione della barba che gli sfregava contro.

"Quindi, mi vuoi! Mi vuoi davvero!" esclamò afferrandogli il colletto della camicia, il nodo complicato della cravatta, che caratterizzava Derek, si allentò leggermente. Stiles notò come Derek si lasciò tirare verso di lui, Stiles che posò la fronte contro la sua. "Penso davvero di amarti, Derek..." sussurrò piano, quasi fosse un segreto. Nonostante gli fosse così vicino poté vedere e percepire il sorriso di Derek, quei denti bianchi che facevano capolino tra le labbra.

"Io ne sono certo, Stiles, ti amo forse dal primo momento in cui ti ho visto." disse piano e Stiles sorrise di più, chiudendo la distanza che li divideva e baciandolo lentamente, gustandosi il suo sapore che gli era mancato così tanto, sentì le dita di Derek infilarsi tra i suoi capelli sulla nuca, e Stiles si sentì tirare di più verso Derek, che lo costrinse a sollevare di più il volto per approfondire il bacio. Stiles mugolò piano e Derek si staccò da lui.

Si guardarono ancora sorridendosi. "Quindi posso sempre chiamarti Daddy?" chiese Stiles ammiccandogli e guardandolo con la sua solita espressione furba e compiaciuta, mordendosi leggermente il labbro inferiore.

Derek sbuffò divertito, tirandogli di più i capelli in modo che mostrasse di più la gola. "Devi chiamarmi Daddy, baby boy." Rispose, liberandogli i capelli ed accarezzandogli la nuca con il pollice. Stiles sorrise ancora di più e con un salto gli si catapultò in braccio. Derek lo afferrò tenendolo per il sedere, Stiles che allacciò le gambe intorno alla sua vita.

"Allora portami a casa tua e scopami, Daddy." Gli sussurrò all'orecchio, per poi mordergli il lobo. Vide Derek sollevare un sopracciglio.

"Ed il computer non lo spegni?" disse, come se la richiesta di Stiles non l'avesse nemmeno sfiorato.

"Puoi farlo tu, io sono così comodo qui, Daddy." Rispose Stiles sfregandosi su di lui come un gatto, Stiles lo percepì sbuffare divertito, il petto muscoloso sotto di lui che si muoveva. Sentì il braccio di Derek muoversi in modo da reggerlo utilizzandone solo uno, segno che con l'altro stava spegnendo il suo PC.

"Sei un vero monello, baby boy, mi farai penare, vero?" disse, Stiles lo vide prendere la sua giacca e la borsa, cominciando poi a camminare verso l'ascensore.

"Tanto a te piacciono i monelli, Daddy." rispose e Stiles sentì la risata di Derek riverberare nel suo petto.

"Ci puoi scommettere, tesoro.".

Nota: questo era l'ultimo capitolo *yaaay* da domani e dopo ci saranno un paio di capitoli di epilogo 😘

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