Capitolo 2

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Note: perdonate il ritardo, sarò onestissima, me ne ero scordata tantissimo! Ma il mio cervello non contempla la possibilità che io possa aggiornare un giorno si e l'altro pure, quindi me l'ha fatto scordare!
Ma ehi! Meglio tardi che mai, quindi ecco il capitolo dell'una di notte 😘

My Boss' Super Sexy Boss
Capitolo 2

Stiles fissava lo schermo del computer con un'espressione concentrata e corrucciata: stava cercando di risolvere un problema di codice nel suo ultimo progetto e non aveva ancora trovato l'errore. Mentre continuava imperterrito a guardare lo schermo del computer, un'ombra gli oscurò la luce naturale che entrava dalla vetrata di fianco al suo cubicolo. Stiles sollevò lo sguardo e si trovò davanti Vernon Boyd, segretario personale di Mr. Hale, che, insieme ad Erica Reyes, gestiva la vita frenetica del direttore generale della loro azienda. Stiles lentamente si mise seduto dritto e composto, la bocca totalmente secca ed il cuore che gli batteva a mille. "Si...?" sussurrò con un sorriso agitato in volto.

Boyd lo fissò impassibile, squadrandolo dalla testa ai piedi. "Mr. Hale vuole vederti nel suo ufficio.". Si voltò e si incamminò verso l'ascensore, lasciando Stiles imbambolato sulla sedia. Boyd girò la testa verso di lui e sollevò un sopracciglio "Ora." disse, e Stiles si alzò in fretta dalla sedia, cercando di non cadere, e lo raggiunse davanti all'ascensore.

Entrarono nella cabina e Stiles si sentiva un fascio di nervi. "Si sa perché vuole vedermi?" Chiese, guardando Boyd con un sorriso speranzoso. L'uomo lo guardò con la coda dell'occhio e fece un ghigno divertito senza rispondergli. Le porte si aprirono al penultimo piano del palazzo e una grande stanza si presentò davanti a Stiles. Ai lati opposti due scrivanie di vetro una di fronte all'altra, una vuota e l'altra occupata da Erica, che sollevò lo sguardo dai documenti che stava visionando e, posando gli occhi su Stiles, sorrise maliziosamente.

"Mr. Hale ti sta aspettando." disse, indicando con la mano la grande porta di legno tinta di bianco. Stiles annuì deglutendo a vuoto. Boyd ritornò a sedersi dietro alla sua scrivania, lasciando Stiles fermo davanti all'ascensore. Erica sollevò un sopracciglio stranita e fissando Stiles fece un cenno verso la porta, intimandogli di affrettarsi ad entrare.

"Oh, sì! Giusto!" sussurrò Stiles camminando velocemente verso la porta e sperando di non inciampare nel breve tragitto.

Bussò alla porta e, quando una voce profonda e calda lo invitò ad entrare, l'aprì e si infilò nella stanza spaziosa e luminosa. Una parete fatta interamente di vetrate dava sul meraviglioso skyline di Seattle, quelle di destra era tappezzata interamente da una libreria bianca, mentre quella di sinistra ospitava qualche quadro astratto, un divano di pelle bianco appoggiato al muro, con due poltroncine ed un tavolino basso con sopra un bonsai di un acero color rosso acceso.

Una grande scrivania di legno chiaro era esattamente davanti alla porta a qualche metro di distanza, la vetrata alle sue spalle. E dietro di essa c'era Mr. Hale con il gomito sinistro appoggiato sul ripiano ed il mento sulla mano, le cui dita coprivano il sorriso sghembo che aveva sulle labbra.

"Stiles, sono felice che tu sia qui." disse sollevando il viso dalla mano ed indicandogli con la stessa una delle due comodissime sedie di fronte a lui. Stiles si affrettò a sedersi, sorridendo ed annuendo all'uomo che continuava a fissarlo con i suoi penetranti occhi verdi.

"Buongiorno, Mr. Hale. Mi hanno detto che mi stava cercando." deglutì Stiles; era tremendamente agitato. Una luce di malizia passò negli occhi di Derek, che sorriso compiaciuto.

"Chiamami Derek, Stiles; dobbiamo cominciare ad abituarci ad usare i nostri nomi, o come potranno credere che siamo fidanzati?". Stiles cominciò a tossire e sentì le sue guance scaldarsi, mentre un sorriso compiaciuto si formò sulle labbra di Derek.

"Ok..." sussurrò piano mordendosi il labbro. "Ma comunque, io non volevo costringerti a fare cose con me o a farti venire alla mia riunione del liceo; era solamente uno sfogo, nulla di serio. Davvero, non voglio che ti senta obbligato, anche perché la cosa sarebbe poco professionale, essendo alla fine il mio capo. Cioè, il capo del mio capo.". Il sorriso di Derek si allargò e Stiles si zittì; lui e la sua maledetta linguaccia che non riusciva a frenare!

"Non preoccuparti, Stiles, mi sono offerto, e sono convinto che mi piacerà molto fare cose con te – Derek lo guardò con malizia – e non preoccuparti, la nostra policy aziendale non impedisce rapporti tra colleghi.". Stiles distolse lo sguardo imbarazzato: non sapeva come comportarsi con il suo capo, una parte del suo cervello gli ripeteva che Derek stesse flirtando con lui e, se solitamente non si sarebbe fatto problemi ad ammiccare e rispondere, di fronte a Derek si bloccava, terrorizzato dal dire qualcosa di sbagliato al proprio capo.

"Sì... giusto...". Stiles sorrise imbarazzato, guardando Derek di sottecchi. Il suo capo lo fissava intensamente; lentamente un sorrisetto dolce gli increspò le labbra e si rimise dritto sulla poltrona.

"Allora, direi che la prima cosa da decidere sono le dinamiche della nostra relazione: come ci siamo conosciuti, da quanto stiamo insieme, i nomignoli che ci diamo e queste cose che ci chiederanno sicuramente, non credi?" domandò, continuando irrimediabilmente a fissarlo negli occhi. Stiles arrossì ed abbassò lo sguardo. Si sentiva così fuori dal suo solito carattere che l'intera situazione lo straniva.

Annuì e cominciò a giocherellare con le matite disposte ordinatamente nel portapenne. "Sì, penso sia la cosa più ovvia... quindi, come ci siamo incontrati?". Sollevò appena lo sguardo, guardandolo di sottecchi, e vide gli occhi di Derek infiammarsi. Stiles deglutì a vuoto.

"Creiamo qualcosa di totalmente romantico e pieno di cliché: eri in ritardo e ci siamo scontrati, ti sei subito chinato per aiutarmi a raccogliere i documenti che mi erano caduti e senza nemmeno guardarmi me li hai passati dicendo che eri in ritardo e che eri dispiaciuto e poi sei scappato via. Io sono rimasto immediatamente catturato da te e ti ho cercato per tutti i reparti. E quando finalmente ti ho trovato ti ho chiesto di uscire, e..."

"Ed io ero restio all'inizio" lo interruppe Stiles. "Visto che sei il capo del mio capo, ma hai insistito e dopo un po' ho accettato. E fine... in effetti l'esserti venuto addosso è molto realistico, sono uno sbadato cronico." ridacchiò guardandolo divertito.

Il sorriso compiaciuto di Derek si allargò. "Speriamo tu mi venga addosso ancora allora. Per essere ancora più realistici ovviamente.". Stiles arrossì, questo era il doppio senso più idiota che avesse mai sentito, ma sentirlo dire da Derek lo rendeva stranamente eccitante.

"Stiamo insieme da quasi un anno, che ne dici?".

Stiles annuì. Non aveva detto a nessuno, nemmeno Scott, della sua relazione con Paul. Voleva arrivare lì e far vedere a tutti che anche lo sfigato Stiles Stilinski poteva riuscire ad accaparrarsi qualcuno di carino. Ed invece ora si ritrovava single, e con il capo del suo capo a discutere della loro finta relazione. Una cosa certa era che al raduno avrebbe scaturito l'invidia di tutti: Derek Hale era un gran pezzo di manzo, e per quanto Stiles potesse essere in imbarazzo per tutta questa situazione, dire che non ci avesse nemmeno lontanamente fantasticato sopra sarebbe stato estremamente falso.

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