My Boss' Super Sexy Boss
Capitolo 40Stiles guardava Derek dormire, allungò una mano e gli accarezzò delicatamente uno zigomo, sfiorandolo piano per non svegliarlo. Sospirò e lo guardò ancora, osservando attentamente i lineamenti del suo viso, in modo da imprimerseli nella memoria, le labbra sottili, il naso dritto e gli zigomi marcati. Quei pochi peli bianchi nella barba e le sottili rughe di espressione intorno agli occhi, avrebbe voluto perdersi ancora in quegli occhi, ricordarsene il colore e racchiuderlo nella sua memoria per sempre, avrebbe voluto sentire ancora la sua voce chiamarlo dolcemente, avrebbe voluto udire la sua risata, sentire le sue mani sul proprio corpo. Avrebbe voluto baciarlo ancora. Ma Stiles si sarebbe accontentato di quello che aveva, e nonostante la parte avida di lui desiderasse tutto, a Stiles andava bene così, aveva vissuto un bel sogno e come in ogni sogno, bisognava svegliarsi alla fine.
Stiles si alzò dal letto senza fare rumore, guardando ancora Derek che dormiva placido. Sorrise e, avido, si piegò a baciarlo piano sulla bocca, sfiorandogli le labbra dolcemente. Derek sorrise nel sonno, muovendosi piano per sprofondare immediatamente dopo in un sonno profondo. Stiles afferrò la borsa con i suoi vestiti che aveva già preparato la sera prima ed uscì dalla stanza da letto chiudendo la porta lentamente dietro di lui. Si vestì in fretta, afferrò la giacca e la borsa, prendendo la penna dell'hotel e scrivendo un breve messaggio sul blocchetto delle note posato in centro al tavolo, lasciò di fianco al pezzo di carta la chiave della camera ed uscì da essa, guardando un'ultima volta la porta chiusa dietro la quale dormiva Derek.
Uscì dall'hotel e, stringendosi addosso il suo cappotto in modo da proteggersi dal freddo, percorse la strada deserta che portava in città. Camminò fino al parcheggio dei pullman, erano solo le tre di notte, ma la luce del piccolo gabbiotto della biglietteria era accesa. Comprò un biglietto per l'aeroporto di Redding, venti minuti dopo l'autobus partì, lui una famiglia di tedeschi in vacanza, due ragazze ed un uomo solitario gli unici passeggeri. Stiles notò l'uomo guardarlo e sorridergli, i suoi occhi neri a mandorla si assottigliarono, la pupilla e l'iride una cosa sola. L'uomo sollevò la mano e lo salutò muovendo le dita, in un gesto quasi infantile. Stiles corrugò le sopracciglia confuso, rispondendo con un cenno della mano, e l'uomo mostrò i denti bianchi, che brillarono nel buio, in un sorriso malizioso, l'espressione volpina. Il castano si voltò, cercando di ignorare l'uomo, e si mise a guardare nuovamente fuori dal finestrino, la coda dell'occhio fissa sull'estraneo, che lo osservò per ancora qualche istante, tornando poi a leggere il libro che aveva in mano.
L'aeroporto di Redding sempre più vicino ed il ritorno a casa ormai imminente, Stiles chiuse gli occhi e ripensò a Derek, sapendo che sarebbe stato difficile scordarsi di questo weekend, probabilmente avrebbe conservato gelosamente i ricordi in un angolo della propria mente, tirandoli fuori nei momenti in cui si sarebbe sentito incredibilmente solo, crogiolandosi nell'idea che c'era stato qualcuno che si era preso cura di lui, che l'aveva amato in un modo che Stiles aveva sempre desiderato, e forse un giorno questi ricordi non avrebbero più fatto così male. D'altronde il tempo rendeva tutto più sopportabile.
Scese dal pullman e si diresse verso l'entrata dell'aeroporto, pronto a imbarcarsi sull'aereo, il biglietto, che aveva comprato mentre era sull'autobus, conservato sul cellulare. L'uomo dagli occhi neri gli passò di fianco e lo superò velocemente, voltandosi e guardandolo con un sorriso sulle labbra. "Andrà tutto bene!" esclamò rivolto verso Stiles, continuando a camminare all'indietro allontanandosi sempre di più. Stiles corrucciò le sopracciglia guardandosi intorno, cercando di capire se quell'uomo avesse davvero parlato con lui o meno, e quando non vide nessuno tornò a rivolgere lo sguardo verso l'uomo, che però era scomparso nel nulla, come se fosse stato ingoiato dalla nebbia bianca che aleggiava nell'aria prima dell'alba.
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Derek si svegliò piano, e allungando un braccio verso il lato del letto di Stiles lo sentì freddo. Si mise seduto con un'espressione corrucciata, e cominciò a guardarsi intorno. "Stiles?" chiamò, ma non ricevette alcuna risposta, si alzò dal letto e si grattò il petto nudo, le sopracciglia corrucciate. "Stiles?" chiamò ancora, ed ancora non ricevette risposta. Notò come la borsa di Stiles fosse scomparsa, e lentamente un sentimento di inquietudine e preoccupazione si fece strada dentro di lui, uscì lentamente dalla stanza da letto e chiamò ancora Stiles, senza nessun risultato. Il suo sguardo si posò sul tavolo nel centro della stanza, un biglietto posato sul ripiano con di fianco una penna, si avvicinò con cautela, quasi spaventato da quel pezzo di carta. Lo prese con la mano e ne lesse il contenuto:Grazie per avermi aiutato con i miei amici, sei stato grande e davvero realistico, ma ora non c'è più bisogno di fingere. Sono andato via prima, non volevo più impormi. Grazie ancora di tutto, non saprò mai come ripagarti.
Stiles
Derek accartocciò il pezzo di carta come se l'avesse mortalmente offeso, si passò una mano sul volto respirando piano, cercando di contenere la rabbia che provava verso sé stesso. "Merda!" ringhiò, stringendo così tanto i pugni da far diventare le nocche bianche.
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My Boss' Super Sexy Boss
FanfictionStiles ha un problema: il raduno degli ex studenti è vicino, ma il suo ragazzo l'ha appena scaricato per un altro, ed il suo piano su come fare una bella figura è svanito come un ghiacciolo al sole. Ma in suo soccorso arriverà Derek Hale, il sexy c...