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"Grazie per averla riportata a casa." mi disse Ivana.

"Non c'è di che." biascicai timidamente. Ma non era solo l'imbarazzo a farmi sembrare uno stupido. Provavo una strana sensazione nell'osservarla. Lei guardava e sorrideva, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che mi inquietava. Sembrava che i miei occhi fossero costretti a fissarla, quasi mi trovassi sotto ipnosi; chiusi dunque le palpebre per sfuggire a quel sortilegio. Quando li riaprii, tuttavia, mi stava ancora fissando.

"Sediamoci." propose Ivana. Tirai un sospiro di sollievo. Per ora era finita. Seguii così il suo consiglio. Mi inquietava ed era meglio non contraddirla. Anita invece la contemplava con due occhi colmi di amore e gioia. Era evidente che l'adorava e lo stesso sembrava valere per Ivana, la quale accarezzava dolcemente i capelli della sua pupilla, incapace di starle lontana dopo tanto tempo passato distanti. Probabilmente si trattava di quella dolcezza femminile che le era mancata molto e che nemmeno io o Sàndor avremmo potuto offrirle. Parlarono del più o del meno, poi Anita le raccontò di Budapest, di Sàndor e arrivammo al momento del nostro arrivo.

"Che ne pensi di Mìar, Tàmas?" mi domandò Ivana, ponendomi la domanda come se si trattasse di un trabocchetto."

"E' un posto magico." confessai con sincerità.

"Mi dispiace per i dissidi con Rhys. E' sempre stato burbero e sospettoso."

Sgranai gli occhi. "Come fa a saperlo? Io non l'ho vista in sala."

"Ivana riesce a leggere nel pensiero." affermò Anita. "E a modo suo sa anche prevedere il futuro."

"Davvero?"  chiesi io, trasalendo. Se davvero aveva questa capacità allora era a conoscenza dell'inquietudine che provavo nei suoi confronti.. Lei sorrise e fece dei movimenti quasi impercettibili con il capo, confermandolo. Rabbrividii e distolsi immediatamente lo sguardo.  Mi sentivo debole e vulnerabile. E non vedevo alcun modo per impedirle di entrare nella mia testa.

"Peccato tu non sia venuta alla riunione." cambiò discorso Anita e io la ringraziai. Mentalmente, tanto per restare in tema.

"Tesoro, mi trovavo altrove." si scusò Ivana. "Ma ho percepito la tua presenza nel momento in cui sei giunta a... e mi sono messa subito in volo."

"Quindi sai anche com'è andata."

"Già. Il Prescelto, eh."

"Tu che ne pensi?" chiese Anita, chiedendo nuovamente consiglio alla sua mentore. "Tu ne sapevi qualcosa? In passato avevi previsto tutto quello che ci sarebbe successo, ma i miei genitori purtroppo non ti hanno creduto."

Anita, a quel punto, sembrava assente, in un'altra stanza. Toccò la mano di Anita, le cui unghie dipinte di un colore blu acceso sembravano dotate di luce propria.

"Vedo un futuro molto difficile per noi." sentenziò Ivana, facendosi seria per la prima volta da quando l'avevo vista. "Ma tutto si risolverà per il meglio."

"Stai dicendo che il piano di Christopher fallirà?" domandò preoccupata Anita.

"Questo non riesco a vederlo, cara..."

"Quindi avrei dovuto dirgli che era una pessima idea? Sono ancora in tempo...."

"Conosci tuo cugino. Troverà il modo di convincerti che il suo piano funzionerà."

"Ma io sono la regina." protestò Anita. "Dovrei impedire il massacro dei miei soldati."

"Ricorda che la Corona comporta scelte, siano difficili, giuste o sbagliate. E la scelta, questa volta spetta a te. Cosa ti dice il cuore?"

La Regina rifletté attentamente. "Io... sento di potermi fidare di lui."

Ivana sorrise. "Se la pensi così allora hai preso la scelta giusta."

Guardai Anita, la quale sembrava essersi davvero rasserenata. Eppure qualcosa mi diceva che non fosse del tutto convinta che Christopher avrebbe finalmente portato la pace. Inoltre guardavo di nascosto Ivana e il suo bel sorriso non mi convinceva per nulla. Ma non dovevo pensarlo, altrimenti lei mi avrebbe "sentito". E infatti nel momento in cui fissai le sue ali celesti, Ivana colse la palla al balzo per farmi capire che mi aveva in pugno.

"Rispecchiano le qualità principali di un Cherno." disse Ivana.

"Come scusa?" chiesi io, quasi cadendo dalle nuvole.

"Ti stavi chiedendo il perché del colore delle nostre ali, vero?"

"Beh, si." affermai, stando al suo gioco. "Anita mi aveva accennato qualcosa."

"Già, è molto curioso." confermò la Regina.

"Oh si, lo vedo."

Mi stava rivolgendo ancora quel sorriso inquietante. Non pensare, non pensare.

"Se vuoi ti spiego tutto."

Riflettei. Almeno non avrei fatto pensieri pericolosi. "Certo, volentieri."

"Il bianco è il colore della bontà, il Rosso dell'Empatia, il giallo della felicità."

"Il celeste della sapienza. " intervenne Anita, riferendosi a Ivana. "Il verde della Creatività, il marrone dell'intuito."

"... il rosa della sensibilità." riprese Ivana. Pazzesca la loro sintonia. "Il blu rappresenta coraggio, l'arancione la lealtà, il viola la tenacia, l'argento la sincerità e il nero... beh, la malvagità".

Nel parlare delle ali nere entrambe parvero però incupirsi, per cui cercai di sviare il discorso. "Quindi tu sei buona, Anita."

"Non sei convinto?".

"Non saprei, a volte scappavi da casa..." commentai ironicamente e Anita sorrise in modo sincero.

"E' l'anima più pura che abbia mai visto." confermò Ivana.

"Tu invece sei sapiente."

"Diciamo che non me ne sono mai vantata."

"Quindi" osservai. "Se Christopher ha le ali blu, la sua qualità principale è..."

"Il coraggio." proseguì una voce non troppo distante e quando mi voltai, lui era lì, sul ciglio della porta. Christopher fece qualche passo e avanzo verso di lui. "Ma forse oggi ne ho avuto fin troppo, come hai osservato tu."

Sullo scalino nascosto nella notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora