L'ingresso ci portò di fronte a un grande portone, davanti al quale sostavano Christopher e altri soldati, intenti a discutere con lui. Appena ci vide, Christopher interruppe la conversazione e ci venne incontro.
"Sei arrivata, finalmente." disse lui, ma non c'era rimprovero nella sua voce.
"A proposito. Ti devo presentare un amico." gli confidò Anita. "Questo è Tàmas, l'umano che mi ha protetto per tutto questo tempo e che mi ha riaccompagnato a casa."
Christopher volse per la prima volta lo sguardo su di me. Nei suoi occhi c'era solo serenità, felicità, oltre che un grande carisma che mi fece ricordare il mio amico Ferenc. Sorrise e mi strinse la mano, avvolta in un guanto blu.
"Piacere di conoscerti."
"Piacere mio." assicurai, cercando di resistere alla sua presa forte e irresistibile.
"Non so come ringraziarti per quello che hai fatto per lei. Tutti noi te ne saremo sempre grati."
Arrossii. "Non devi ringraziarmi. Anita è molto importante per me."
"Ora vorrei presentarti i miei migliori amici." affermò e mi fece avvicinare a due Cherni, gli stessi avevo visto nella piazza quando avevano fatto la loro teatrale apparizione. "Questo è Rhys."
Sembrava la copia sputata di William Sheaksperare, con i capelli lunghi, la barbetta e l'armatura con il collo alto. Aveva le ali arancioni, così come arancione era il colore della sua armatura. Ma lui non mi riservò lo stesso riguardo di Christopher, rivolgendomi uno sguardo duro e sospettoso. Ci stringemmo la mano svogliatamente, poi mi presentarono Karol, che aveva le ali gialle. Era piuttosto basso, ma l'altezza era compensata da un fisico possente e uno sguardo di ghiaccio, sotto riccioli castani e una voce potente. Fu meno freddo di Rhys, ma anche lui non sembrava molto felice della mia presenza.
"Signore, siamo pronti per entrare." riferì Rhys a Christopher. "Il maestro d'armi è già dentro ad aspettare."
"Perfetto." confermò lui. "Anita, vieni."
Così i quattro aprirono il portone ed entrarono, mentre io rimasi fuori e Anita se ne accorse. "Tàmas, vieni anche tu."
"Io?"replicai. "Ma non c'entro nulla."
"Sono d'accordo." confermò Rhys. "Lui non ha diritto di partecipare alla nostra riunione."
"E' vero." aggiunse Karol. "Lui non può essere ammesso."
Anita, la mia dolce Anita, indurì il suo sguardo e lo ammetto, quasi mi spaventai. "Volete ripetere prego?".
"Non ti preoccupare." -assicurai. "Va bene così."
"Ti sembra il modo di parlare alla nostra sovrana?!" sbraitò Rhys, ma Anita lo bloccò immediatamente.
"Stai zitto! Come ti permetti tu di contraddirmi in questo modo?!" lo rimproverò e Rhys, come un cagnolino ammaestrato, mise la coda tra le gambe.
"Chiedo scusa, Maestà ma..."
"Niente ma." lo zittì nuovamente. "Sono io a scegliere chi può presenziare e Tàmas verrà con noi. Mi ha salvato la vita più una volta e fa parte della mia famiglia."
"Ma nessun umano ha mai presenziato." intervenne Karol.
"Questa sarà la prima volta." riprese Anita. "E se non la smettete, dovrò cacciarvi dalla Fortezza".
"Ora basta." sentenziò Christopher, rimasto fino a quel momento in silenzio. "Se non la smettete, sarò costretto a regalarvi una notte in cella per rinfrescarvi le idee. Il fatto che siamo amici non significa che potete abusare della mia pazienza. Non voglio più sentire una parola, chiaro?".
Rhys cercò l'approvazione di Karol, poi annuì. "Come desideri."
"Lei è la nostra sovrana ora." ribadì Christopher. "Se vuole che Tàmas presenzi, allora cosi sia."
Assistetti imbarazzato all'intera scena e credetemi, avrei davvero voluto restare fuori da quella faccenda, ma dopo tutto quel caos rifiutare di entrare avrebbe gettato ulteriore acqua sul fuoco. Per cui li seguii ed entrai nella stanza ma Rhys mi affianco e mi rifilò una forte spallata, facendo in modo che nessuno vedesse. Quanto avrei voluto spaccargli il muso.
Una volta dentro... beh, restai molto deluso. Mi aspettavo strani oggetti, effigi particolari, mobili antichi e invece nulla di tutto ciò era presente. Il locale era enorme, quasi dorato, fluorescente e il soffitto era letto da grossi piloni, ma per il resto era praticamente vuota. In fondo alla stanza, al centro, c'era una breve scalinata sopra cui erano situati due troni, uno bianco come le ali di Anita e l'altro di tonalità blu; come quelle di Christopher. Che il bianco e il blu fossero i colori regali non lo sapevo di certo, ma era proprio lì che i due cugini si sarebbero seduti. Christopher non era un Re, ma in quel momento ne faceva le veci. Sotto la scalinata c'era un lungo tavolo con tre sedie e dietro di esso il nulla, uno spazio vastissimo che inizialmente pensai fosse sprecato; poco dopo avrei capito perché vi fosse così tanto spazio.
Come detto, Anita si sedette sul trono bianco, affiancata da Christopher, che sembrava molto a suo agio in quella posizione; chissà quanto l'aveva occupata durante l'assenza della sovrana legittima. Lo stesso valeva per Anita, la cui grazia e regalità erano sorprendenti. Al centro del tavolo si sedette un'anziano, che aveva le ali grigie, proprio come il colore dei suoi capelli. Sembrava avere all'incirca settant'anni e aveva un aria molto stanca, forse provata da tante battaglie. Lo osservai nei pressi della scalinata e lui mi lanciò un'occhiata distratta vuota. Probabilmente era il maestro d'armi di cui avevano parlato poc'anzi. Alla destra dell'anziano si sedette Karol mentre Rhys decise che non aveva ancora finito di infastidirmi. Mi si avvicinò minaccioso e mi spinse all'indietro, dietro al tavolo.
"Tu stai qui e non fiatare."
Prima o poi ti fracasserò quei denti, pensai.
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Sullo scalino nascosto nella notte
FantasyIl soldato Tàmas, di ritorno dalla guerra, si imbatte nella giovane Anita, la quale si nasconde ogni notte su una scalinata di una casa apparentemente abbandonata. Tàmas decide di prendersi cura di lei, fino al momento in cui inizia a rendersi cont...