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Osservandoli, notai qualcosa di strano che non avevo notato inizialmente, ossia degli enormi simboli dorati appena sopra gli occhi. Erano molto simili alle incisioni che avevo visto nella grotta. Dunque, non erano semplici squali. Erano una sorta di divinità o qualcosa del genere.

"Avete visto i miei ricordi." affermai, sentendo la necessità di parlare, per non impazzire del tutto.

"Si" confermò lo squalo bianco. "Abbiamo visto i più dolorosi."

"So che non è stato facile per te." osservò lo squalo della Groenlandia. "Ma te la sei cavata."

"Già." intervenne lo squalo nero dell'Antartide. "Ora la tua sofferenza è finita."

Avevo i miei dubbi. "Ne avete scelto uno?".

"Si."  si limitò a dire lo squalo Tigre.

"E quale?".

"Non te lo diremo." affermò con fermezza lo squalo martello e io non protestai, lungi dal far arrabbiare bestie così feroci, da una voce dura e quasi rauca.

"Accetto la vostra scelta."

"Pensi che siamo stati dei sadici a farti rivivere tutto." sostenne lo squalo Nero. "Ma non è così. Abbiamo semplicemente esplorato la tua anima."

"Anita mi ha spiegato che devo donarvi un ricordo." ricordai loro. "Questo vuol dire che verrà eliminato dalla mia memoria."

"No." disse lo squalo Bianco. "Rimarrà con te per sempre."

"Capisco..." commentai sotto voce. Avrei dovuto convivere con quelle esperienza dolorose ma mi convinsi che fosse meglio così; altrimenti avrei perso una parte di me, bella o traumatica che fosse.

"Ora dovrai rispondere a una domanda." mi disse lo squalo della Groenlandia. "

"Ditemi."

"Pensi di essere puro?" domandò infine lo squalo martello.

Non potevano pormi questione peggiore. E cosa potevo rispondere. "Ecco... non credo di essere una persona malvagia... ma ho fatto cose terribili. Mi ci hanno costretto, ma non mi giustifico per questo."

I Giudici rimasero in silenzio, quasi stessero vagliando la sincerità della mia risposta. Sincera lo era ma forse non sarebbe bastato. Così, attesi con trepidazione il loro responso.

"Non sei malvagio." esordì lo squalo Antartico. "Hai fatto delle scelte, come tutti e hai scelto la sopravvivenza. Non hai mai voluto fare del male."

"Hai avuto un'infanzia felice, serena." aggiunse lo squalo Tigre. "Poi tutto è cambiato e la colpa non è tua."

"Il tuo cuore non è stato corrotto dopo questi eventi." concluse lo squalo bianco. "Hai superato la prova. Dunque ti consentiremo di passare attraverso il portale."

Rimasi colpito e commosso dalle loro parole. "Non so come ringraziarvi."

"Ecco cosa accadrà." tagliò corto lo squalo della Groenlandia. "Noi apriremo l'accesso al portale e tu ci entrerai, giungendo nel luogo stabilito."

"Sarà pericoloso? Dovrò assistere ad altre strane visioni?".

"Niente di strano." mi assicurò lo squalo Martello. "Lì incontrerai nuovamente la tua compagna di viaggio."

"Anita si trova già lì"? domandai.

"Esatto." confermò lo squalo Bianco. "Hai con te il medaglione?"

Controllai. Ce l'avevo ancora al collo e lo mostrai. "Eccolo."

"Stacci molto attento." mi mise in guardia lo squalo Nero. "Se lo perdi dovrai abbandonare per sempre il Regno. Non potrai mai più farci ritorno."

"Chiaro." assicurai, nonostante mi fosse già stato spiegato da Anita. Inizialmente mi dissi che non era un problema, dato che Budapest era casa mia e ci sarei tornato, ma lo stesso discorso valeva per colei che avevo accolto come una sorella. Budapest non era casa sua. Ci saremmo separati per sempre?

"Hai altre domande?" chiese lo squalo Tigre, interrompendo i miei tristi pensieri.

"Una curiosità... da quanto tempo esiste questo portale?" domandai, convinto che avrebbero bocciato la mia domanda, in quanto non pertinente. E invece risposero.

"Da quando esiste il mondo." mi spiegò lo squalo Martello. "Abbiamo il compito di evitare che qualcuno di malvagio passi per il portale."

"Una volta esisteva solo questo." aggiunse lo squalo Bianco. "Quindi l'accesso agli altri mondi era impossibile per coloro che non erano puri di cuore."

"Poi." intervenne lo squalo Nero. "Ne sono stati creati altri e quindi anche persone corrotte hanno potuto accedere ad altri universi e come puoi immaginare noi abbiamo il controllo solo di questo Passaggio."

A quel punto un forte dubbio si insinuò in me. "Non capisco... il mostro che ha aggredito me e Anita è malvagio eppure ha detto che potrà tornare nel suo mondo. Come può passare la prova se è malvagio?".

"Semplice." - asserì lo squalo Tigre. "Solo in questo Portale è necessario sottoporsi al giudizio. Negli altri non c'è controllo".

"Non capisco." protestai. "Allora perché Anita ha voluto farmi passare qui? Avrebbe potuto portarmi altrove, evitandomi altre sofferenze."

"Forse voleva assicurarsi che fossi puro." suggerì lo squalo Nero. "Voleva avere vicino qualcuno di cui potersi fidare per il suo viaggio."

"State dicendo che non si fida completamente di me?" domandai, ma loro stettero in silenzio.

Chi tace acconsente.

"E' il momento di scegliere." annunciò lo squalo Bianco, leggendo in me il dubbio. "Cosa scegli di fare? Vuoi tornare indietro? Puoi sempre ripensarci."

Riflettei sulla proposta, non dettata dal caso. In quell'istante provai davvero l'istinto di tornare indietro e lasciare che Anita andasse sola. Mi ero offerta di aiutarla, l'avevo portata a casa mia e tratta come una sorella minore. Cosa potevo fare di più? Non chiedevo nulla in cambio, ma credevo fosse sufficiente per essermi guadagnato la sua fiducia. Certo, a lei era successo qualcosa di orribile, forse peggio di quello che era accaduto a me e potevo capirla. O forse no. Quando ai Giudici, attendevano la mia risposta pazientemente, forse intuendo il mio stato d'animo. Eppure non potevo restare lì per sempre, dovendo prendere una decisione.

"Io..." biascicai, ancora incerto.

"Dunque." chiese lo squalo Tigre. "Cosa decidi?".

Mi ridestai dai miei pensieri. Dovevo scegliere se tornare a casa o aiutare Anita. Non ero certo, ma con il senno di poi feci la scelta giusta. "Sono pronto per partire."

"E sia." sentenziò lo Squalo della Groenlandia.

"Ti auguro buona fortuna." affermò lo Squalo Nero. Lo guardai un'ultima volta prima che lui, insieme agli altri, iniziassero a muoversi, distogliendo il loro muso per girarsi di fianco rispetto alla mia posizione. Poi, iniziarono a girarmi intorno, inizialmente molto lentamente. Cosa stavano facendo? Aprivano il portale? Era quello il modo, avrei capito, mentre il loro giro aumentava di intensità secondo dopo secondo, fino a quando rinunciai a seguire i loro movimenti con la testa. 

Il loro girotondo era divenuto così rapido che la loro sagoma scomparì fino a lasciare spazio a una scia, capace di creare un forte vortice e all'interno di esso c'ero io. Come l'acqua attorno a me, iniziai ad agitarmi e la mia ansia aumentò quando mi accorsi che le mie braccia stavano per scomparire, così come le gambe e il torace.

Poi ci fu un forte bagliore.

E la mia incredibile avventura iniziò per davvero.

Sullo scalino nascosto nella notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora