Mi alzai di scatto, quasi avessi paura di doverlo affrontare. Lo credevo furente per ciò che avevo detto durante la riunione. Invece avanzò verso Ivana e mostrò come andasse fatto il vero baciamano e non una pallida imitazione come il mio. "Ivana, sempre bellissima."
Lei fece la smorfiosa, come una ragazzina infatuata. Poi guardò me. Ripeto, pensavo fosse arrabbiato e io non sapevo che dire o fare. Per fortuna fu lui a togliermi d'impiccio. "Non devi essere dispiaciuto Tàmas. Hai detto quello che pensavi." poi si sedette. "E ammetto che era quello che anche io pensavo. E ora posso dire con certezza che non sono pazzo. Dopo aver scorto i segnali mi sono convinto di essere stato davvero prescelto per qualcosa di importante."
"Io... purtroppo non ho mai avuto a che fare con questo genere di cose." confessai. "Per cui può essere benissimo come dici tu."
"Se dici che i segnali combaciano io mi fido." intervenne Anita. "Tu che dici Ivana?"
"Sei giovane e saggia, mia Cara." confermò Ivana. "Sono convinta che tu abbia fatto la scelta giusta".
Christopher, quasi gongolando, si servì da bere una strana bevanda viola e, benché curioso, non volli sapere di che si trattasse.
"Una volta in questo regno c'era la pace, sai?" mi spiegò Christopher. "L'esercito non serviva a granché, se non a garantirci una difesa preventiva contro i visitatori ostili. Insomma, eravamo preparati nel caso qualcuno decidesse di attaccarci, ma gli altri popoli e persino i tuoi simili si sono comportati bene finora."
"Come la Svizzera." commentai io.
"Siamo tutti uguali qui. Certo, ci sono classi sociali, Re e Regine, ma questi non hanno mai abusato del loro potere e il popolo ha sempre goduto di un ottimo tenore di vita. Le ricchezze venivano egualmente distribuite".
"L'uguaglianza perfetta." dissi sarcasticamente. "L'unico luogo in cui si è realizzato il manifesto del Comunismo."
Christopher aggrottò le sopracciglia. "Come, scusa?".
"Nulla, questioni umane."
Anita rise sotto i baffi. Poi venne il silenzio. Ma a quel punto, vinto dalla curiosità, volevo sapere di più. "Anita mi ha detto che avete dei particolari poteri."
"Già." confermò il Comandante delle guardie. "Ognuno ne ha uno in particolare."
"Ivana ha la veggenza. Tu?"
"Io il potere della velocità." mi disse fieramente. "Posso muovermi alla velocità della luce."
Rimasi allibito. Avrei voluto vederlo all'opera, ma mi sembrava inappropriato. "Davvero?"
"Già."
"Tu Anita?"
Lei si alzò e si avvicinò a me. "Te ne avevo già parlato, ma ora posso darti una pratica dimostrazione."
Mi appoggiò una mano sul petto e poco dopo una strana luce mi surriscaldò l'intero corpo. Mi mancò il fiato per qualche istante, ma poco dopo mi resi conto di ciò che aveva fatto. Guardai le braccia e le mie ferite erano completamente scomparse. La guardai colmo di stupore. "Hai il potere curativo."
Lei annuì. Poi tornò a sedersi, senza dire nulla.
"Quali altri poteri esistono?" domandai.
"Sei curioso." osservò Christopher.
"Ha un sacco di qualità." - lo rassicurò Anita.
"Non ho dubbi." disse lui senza smettere di guardarmi. "Per rispondere alla tua domanda, possiamo diventare invisibili, moltiplicarci, ingrandirci, manipolare la luce e il fuoco e altri hanno un forte potere mentale. Altri sono così forti da essere quasi invulnerabili."
"Fatico a crederci. Pazzesco. Nel mio mondo non c'è nulla di simile." spiegai. "Siamo estremamente vulnerabili e senza poteri."
Ivana continuava a fissarmi e a sorridere. Perché si comportava in quel mondo?
"Ognuno avrà un ruolo in battaglia." proseguì Christopher. "Nulla verrà fatto a casp e ogni mossa sarà studiata nei minimi dettagli."
"Non ne dubito." assicurai.
"Eppure tutti pensano che sia pazzo."
"Alla fine sei riuscito a convincere metà del tuo esercito."
"Non basta. Se non siamo coesi, non ce la faremo a vincere contro il nostro nemico."
"Quale potere ha questo vostro nemico?" domandai, rendendomi conto di come non lo chiamassero mai per nome, quasi non ne avesse uno. Anita mi rivolse uno strano sguardo, quasi avessi toccato un tasto dolente. Guardò il cugino, il quale sembrò assicurarle che non ci fossero problemi a parlare.
"Come hai capito, tutti hanno poteri molto forti, ma tutti votati al bene. Lui invece no. Le ali nere non sono soltanto un colore, ma rispecchiano la sua anima. Non si sa ancora come sia potuto accadere, ma ... rappresenta un vero abominio, qualcosa che non sarebbe mai dovuto nascere."
Non mi accontentavo della spiegazione. "E cosa sa fare? Come ha fatto a ridurvi così?"
Si guardarono tutti e tre, quasi spaventati da ciò che stavano per rivelare e la cosa iniziò a inquietarmi.
"Ha il potere peggiore che si possa immaginare." disse Christopher. "Ha il potere di rubare le anime."
Rabbrividii. "Cosa... ma?"
"Sono sicuro che anche tu hai sentito qualcosa del genere Tàmas. Nel tuo mondo ha molti nomi ma forse tu lo conosci con uno in particolare... il Diavolo."
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Sullo scalino nascosto nella notte
FantasyIl soldato Tàmas, di ritorno dalla guerra, si imbatte nella giovane Anita, la quale si nasconde ogni notte su una scalinata di una casa apparentemente abbandonata. Tàmas decide di prendersi cura di lei, fino al momento in cui inizia a rendersi cont...