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Alla fine non dormii che poche ore, tuttavia sufficienti per un buon riposo. Dovevo vedermi con Sàndor, quindi stanco o meno non potevo indugiare oltre. In quel momento ricordai di non essere solo. Difatti avevo un ospite, ossia una giovane ragazzina di nome Anita che avevo trovato nascosta in un ripostiglio per gli attrezzi. Sicuramente stava ancora dormendo e non si sarebbe alzata di lì a poco e io dovevo uscire. 

Mi sembrava indelicato lasciarla sola in casa.

In fondo non era così piccola e avrebbe passato il tempo a riposare e per lei non ci sarebbe stato alcun pericolo. Decisi così che le avrei lasciato sul tavolo un biglietto, assicurandole che sarei tornato presto, fermo nella mia convinzione che svegliarla non fosse una buona idea, dato che aveva passato forse la prima notte di sonno decente da chissà quanto tempo.

Mi vestii al volo, sistemai la stanza e chiusi delicatamente la porta alle mie spalle senza fare rumore. Avrei fatto colazione in modo molto silenzioso e poi sarei uscito di casa. Proprio per questo motivo per poco non ebbi un mancamento nel momento in cui me la trovai di fronte. Stava davanti a me, con le mani dietro la schiena e con una curiosa espressione sul volto, quasi mi stesse aspettando da parecchio tempo e sapesse che sarei uscito in quel preciso istante.

"Buongiorno." mi disse.

"Buongiorno a te." risposi, osservando i suoi vestiti, diversi da quelli che indossava la sera prima e ciò mi confermò che un tempo ci fu davvero una bambina che abitava in casa e i suoi vestiti erano rimasti nascosti negli armadi per chissà quanto tempo. Aveva scelto ancora il verde scuro, ma a esso aveva abbinato una cambia bianca di seta e si era pettinata per bene, raccogliendo i capelli con un cerchietto viola, mentre le scarpe erano le medesime.

"Hai dormito bene?" le chiesi.

"Molto bene, grazie. Il letto era davvero comodo."

Le sorrisi. "Come mai in piedi così presto? Potevi dormire tutto il tempo che volevi."

"Non avevo più sonno."

"Beata te, io invece dormirei a ogni ora!"

Poi calò il silenzio. Lasciai trascorrere il tempo, convinto che avrebbe spiccicato qualcosa, ma rimase in piedi a osservarmi, parendomi molto curiosa. Mi faceva una gran tenerezza.

"Vuoi fare colazione?" le domandai.

"Volentieri. Ho una fame!".

Ci sedemmo così a tavola per la seconda volta in poche ore, ma questa volta non mostrò la foga manifestata durante la cena notturno, sintomo che si era sfamata a sufficienza e ora si godeva la colazione come una normale ragazzina. Io invece non avevo gran fame, essendo più interessato alla storia di quella bambina e nonostante avessi decine di domande da porle, scelsi di stare zitto, dal momento che iniziava a mostrare un pizzico di serenità. Si, la lasciai in pace.

Finimmo di consumare la colazione, quando mi resi conto dell'orario. Era tardi e Sàndor sicuramente mi stava aspettando da un bel pezzo. Infilai le stoviglie nel lavandino, rimandando la pulizia al pomeriggio. Meno male che Anita era già sveglia, così potevo dirle subito che sarei dovuto uscire.

"Devo vedere una persona." la informai. "Ma puoi aspettarmi qui. Non ci metterò molto."

Ma Anita mi spiazzò. "Posso venire con te?".

"Venire con me?! Ecco vedi..."

"C'è qualche problema? Ti vergogni a farti vedere in giro con me?".

"Non dirlo neanche per scherzo!" dissi alzando un poco la voce, pentendomene subito.

"Forse è un incontro personale?" mi chiese, senza nessuna allusione, almeno in apparenza.

"No, in realtà devo vedere il mio capo per parlare di alcune questioni di lavoro e ti annoieresti di brutto temo."

"Fammi venire con te, per favore... sono rimasta chiusa in quel luogo per giorni e giorni. Non voglio passare un'altra giornata rinchiusa."

Mi fece una tenerezza che mi sciolse il cuore ed ebbi il sospetto che quella ragazzina apparentemente dolce fosse un abile manipolatrice ma com'era prevedibile, alla fine l'ebbe vinta. "E va bene, vieni pure."

"Grazie, grazie!" mi disse sorridendo, poi corse a prendere una giacca e finalmente uscimmo.

Sullo scalino nascosto nella notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora