Calò il silenzio. Christopher più volte fece per parlare ma si bloccò, quasi a voler dimostrare di essere stato colto sul fatto. Anita lo fissò con gli occhi di chi aveva sospettato tutto. E fu allora che capii; Anita sapeva della moglie del cugino e temeva che il suo folle piano altro non fosse che una pazza crociata per cercare di trarla in salvo. Gli stessi soldati sostenevano d'altro canto che il loro comandante avesse letteralmente perso il senno dopo la cattura della moglie.
"Come osi parlarmi in questo modo?" si inferocì Christopher. "Pensi che non mi interessi del mio popolo? Che voglia agire solo per interesse personale?".
"Io so bene cosa pensi." replicò Ivana. "Ricordalo, non puoi mentire a me."
Christopher prese un forte respiro, gonfiando il petto. "Bene, allora sai bene che non è solo per quello che voglio attaccare il Castello."
Ivana si limitò a sogghignare, ma non perché non sapesse cosa replicare; aveva messo alle strette Christopher. Era una donna molto astuta.
"Basta così, Ivana." la redarguì Anita. "Christopher soffre molto per la perdita di sua moglie."
"Anita, credimi. Mia moglie mi manca, ma non sacrificherei mai il nostro popolo, lo sai bene. Mi conosci più di chiunque altro al mondo."
"Hai paura di non fare in tempo a salvarla." insistette Ivana. "Lo leggo nella tua mente e nel tuo cuore".
"Anita, ti prego." la scongiurò Christopher. "E' vero, voglio salvarla, ma credo fermamente che possiamo anche salvare la nostra terra."
Anita perse lo sguardo nel vuoto. "Io..."
Poi silenzio di tomba.
"Che è successo a tua moglie?" domandai io, spinto ancora una volta dalla mia proverbiale curiosità.
"E' successo poco prima che Anita partisse." mi spiegò. "Sai, mia moglie è una guerriera, proprio come me e questo ci ha sempre uniti. Però commettemmo un grave errore; in battaglia ci separammo. Non c'è giorno che non mi dia la colpa per quello che è successo. Avrei dovuto starle vicino, proteggerla e invece le dissi di battagliare in aree diverse. Oh, ricordo ancora le sue grida, la sua voce che mi chiamava. Due di quelli che una volta erano nostri fratelli la presero e la portarono via. Io cercai di raggiungerla ma fu tutto inutile in quanto mi sbarrarono la strada e nemmeno la mia velocità mi venne in soccorso." fece una risatina nervosa. "Avevano studiato tutto nei minimi dettagli. Riuscì ad avanzare, a superare alcuni nemici, ma alla fine della barriera lei non c'era più. Capii subito che quello era stato il loro tentativo di destabilizzarmi, colpendomi nel mio punto più debole. E credimi, hanno colpito in pieno. E ora lei è morta, è viva? Non lo so, ma è quello che voglio scoprire."
Ancora quel maledetto silenzio. Da quando aveva cominciato a parlare della moglie era rimasto sempre in piedi e ora guardava me, poi passò a Ivana e infine ad Anita, chinandosi proprio su di lei, quasi inginocchiandosi. "Credimi, cugina mia, non è come pensi, non lo faccio per scopi personali. Non vorrei agire in tal modo se non ne fossi più che convinto."
Anita lo guardò, ma non sapeva cosa rispondere. Cercò risposta in me, ma nonostante pensassi che tutto ciò fosse una follia, non sentivo di poterla consigliare, in quanto non ero nella posizione giusta. Poi guardò Ivana e lei le lanciò uno strano cenno, forse proprio quello che Anita cercava. "Alzati, Cugino."
Lui obbedì e si ricompose, in attesa della risposta.
"Se sei davvero convinto che avremo successo" disse la sua Regina. "Ti rinnovo la mia fiducia."
Christopher sorrise di gioia. "Grazie, cugina. Non te ne pentirai."
Scrutai Ivana, la quale non sembrava affatto arrabbiata; almeno all'apparenza appoggiava ciecamente la scelta di Anita e immagino lo avesse sempre fatto. Eppure qualcosa in lei non mi convinceva. Il modo in cui continuava a guardarmi e quel sorriso.
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Sullo scalino nascosto nella notte
FantasyIl soldato Tàmas, di ritorno dalla guerra, si imbatte nella giovane Anita, la quale si nasconde ogni notte su una scalinata di una casa apparentemente abbandonata. Tàmas decide di prendersi cura di lei, fino al momento in cui inizia a rendersi cont...