Com'era inevitabile, tutto cambiò. Inizialmente Sàndor, cocciuto com'era e abituato a lavorare, provò con tutte le sue forze a mandare avanti l'attività, ma presto dovette arrendersi nel momento in cui anche le sue gambe cedettero.
Ebbe così inizio il suo calvario, fatto di intere giornate passate a letto, con Anita che restava sempre a suo fianco, pronta a fornirgli ogni aiuto possibile. Io ovviamente ebbi il compito di gestire la bottega e fui costretto ad assumere un aiutante, dal momento che da solo non sarei mai riuscito a svolgere l'intero lavoro.
Ai primi di aprile le condizioni di Sàndor precipitarono e allora le semplici cure mediche non bastarono e dovemmo portarlo in ospedale, laddove sarebbe rimasto fino alla fine. Io e Anita andavamo a trovarlo spesso, anche se lui all'inizio si opponeva; non voleva che lo vedessimo in quelle condizioni. Poi arrivò il giorno in cui medici ci annunciarono che non gli restava troppo tempo e che anche se conoscevano il loro paziente, ostinato e testone, sarebbe stato gradevole stargli vicino.
Aveva solo noi, la sua famiglia e così facemmo.
Ero distrutto, ancora una volta. Avevo già perso i miei genitori e ora stavo realizzando che tra non molto avrei perso anche lui. Andare al lavoro si rivelava un vero incubo, anche perché era uno strazio dover ripetere continuamente ai clienti, i quali comprensibilmente volevano avere notizie di Sàndor, quanto tempo restasse ancora. E io, anche se cominciavo a odiare quel negozio, lo mandai avanti solo per lui. Glielo dovevo.
E che dire di Anita? Sembrava essersi persa nuovamente, come la prima volta che l'avevo incontrata. Aveva trovato la felicità e le era stata portata via e per lei, ancora fanciulla, doveva essere infinitamente più difficile di quanto lo fosse per me. Intanto il mistero su di lei si infittiva ancora, in quanto non avevamo più parlato della sua provenienza, della sua storia e con il passare del tempo iniziò il suo strano rituale; guardare fuori dalla finestra.
Dapprima si trattava di pochi attimi, poi divennero lunghi momenti e infine ore. Osservandola non potei che notare la direzione in cui i suoi occhi puntasero, ossia quella misteriosa casa con una scalinata che conduceva al luogo in cui si era nascosta per chissà quanto tempo. Ma mi rifiutavo di credere che preferisse vivere in quello sgabuzzino piuttosto che in casa mia, quindi evitai di pensarlo, limitandomi a guardarla da lontano per poi andarmene, lasciandola sola con i suoi pensieri.
Poi arrivò il terribile giorno in cui salutammo per l'ultima volta Sàndor. I medici ci avvertirono una triste sera, confessandoci che non avrebbe passato la notte e il nostro unico punto di riferimento, debole e stanco, si fece coraggio e accettò di vederci entrambi, anche se non avrebbe voluto che l'ultimo nostro ricordo fosse l'immagine di lui sul letto di morte. Come ci aspettavamo, si mostro serio, come nel suo stile.
"Non voglio propinarvi parole dolci come avviene nei romanzi." ci informò, ma dopo un forte colpo di tosse abbozzò un sorriso. "Ma chi voglio prendere in giro. Non ho paura di morire, ma da quando ho conosciuto voi la mia vita ha riacquistato un senso e provo una profonda amarezza per aver goduto di così pochi istanti di felicità."
"Sàndor..." si limitò a biasciare Anita, con una mano sulla bocca, cercando di trattenere le lacrime e l'altra a toccare le dita raggrinzita di Sàndor, incapace di effettuare completi e decisi movimenti.
"Tàmas..." disse rivolgendosi a me. "Prenditi cura di Anita, mi raccomando. Mi sono sempre fidato di te, fin da quanto ti ho visto entrare per la prima volta nel mio negozio."
Avrei voluto dire tutto quello che avevo dentro, ma temevo lo avrebbe considerato troppo sdolcinato, per cui mi limitai ad annuire. "Lo faro."
Si spense con un ultimo sguardo regalato ad Anita ma non ne fui né geloso né arrabbiato; ero solo incredibilmente triste per la sua dipartita. Anita si voltò e mi abbracciò, affondando il volto nella mia camicia e io la lasciai piangere, senza dire nulla.
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Sullo scalino nascosto nella notte
FantasyIl soldato Tàmas, di ritorno dalla guerra, si imbatte nella giovane Anita, la quale si nasconde ogni notte su una scalinata di una casa apparentemente abbandonata. Tàmas decide di prendersi cura di lei, fino al momento in cui inizia a rendersi cont...