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Le guardie confuse dal gesto cercarono di capire cosa stesse succedendo.
C'era chi pensava fosse un corto circuito, chi pensava fosse un esercitazione a sorpresa in caso di evasione.

Nessuno sembrava essersi ancora accorto di ciò che Chunhei stava facendo nel mentre dalla base di controllo principale.
Sapeva però che se avrebbe disattivato lui in persona le celle da li sarebbe scattato l'allarme per tutta il palazzo.

Prese le chiavi di ogni singola cella cominciando a far uscire tutti i prigionieri.
Arrivò alla cella di Jisung, Jeongin che ancora non sapeva nulla non riusciva a comprendere ciò che stesse accadendo.

"Senti Jisung, devi far uscire tutti da qui. Non posso aprire le celle nelle altri spartizioni, partirebbe l'allarme e salterebbe la copertura di Changbin e Hyunjin."
"Cosa devo fare?"
"L'armeria è dopo il corridoio, prima porta a destra. È sigillata ma il mio superiore ha sicuramente la chiavi."
"Ok capito." uscì con positivià dalla cella.
"Ma lui chi è?!" chiese Jeongin senza capire.
"Oh... lui è Chunhei, ci sta aiutando a liberarvi." sorrise Jisung.

○●○

"Non capisco perché ci abbiano chiuso qua dentro." si lamentò un soldato mentre parlava con i suoi compagni.
"Isaac hai scoperto qualcosa?" chiese al soldato nella base di controllo della spartizione.
"Non riesco a contattare nessuno, le comunicazioni si sono interrotte."

"Cosa sta succedendo la fuori?" chiese Seungmin.
"Probabile che ci sia qualche problema fuori..." rispose Joowon.
Seungmin dopo essere stato catturato era stato rinchiuso insieme a Joowon in una altra spartizione rispetto a quella di Jeongin e Jisung.
"Non pensare positivo Seungmin, non usciremo mai da qui."
Seungmin strinse tra le mani le barre di ferro preso dalla frustrazione.
"Non ho nemmeno salutato mia sorella..."
"Io ho un figlio nel Mondo di Sotto..."
"Quanti anni ha?"
"Dieci. Ma probabilmente non si ricorda di me... non mi vede da cinque anni ormai.
Speravo di poter tornare da lui e da mia moglie... dirgli che gli ho finalmente trovato una casa... ma forse non sarà possibile." abbassò la testa con timore.

"Joowon tu sei il capo del nostro esercito. Dovresti essere colui che ci da la forza di andare avanti! Dov'è finita tutta la tua superiorità?!" lo riprese Seungmin infastidito.
"Ragazzo! Siamo finiti! Da queste celle non si esce."
Seungmin si trascinò a terra quasi esausto. Se pure Joowon non riusciva a pensare positivo allora come poteva farlo lui?
Aveva solo combinato guai da quando era nel Mondo di Sopra.
Pensava di essere inutile a chiunque.
Nella sua mente raffiorò quel giorno di due settimane prima. Vedere i suoi amici combattere mentre lui si era già arreso in partenza. Si dava del codardo, se avrebbe combattuto, o se almeno ci avrebbe provato, forse poteva essere insieme a loro ora.
Ma aveva paura di morire, il sangue gli dava alla testa, tutto quel sangue che vide quel giorno lo fece impazzire.

Eppure decise di rialzarsi.
Guardò Joowon negli occhi e con tutto il fiato che conteneva provò a farlo rinsavire.

"Non mi interessa di ciò che pensi tu.
È impossibile uscire? Ti sbagli.
Io non morirò qui. Io voglio morire con dignità, voglio urlare al Mondo intero che io esisto e che sono forte a modo mio! Quindi noi usciremo da qui. Tornerai dalla tua famiglia."
Come finì di parlare un allarme cominciò a suonare emettendo una luce rossa.
Le celle si aprirono istantaneamente.
Joowon sbarrò gli occhi e senza perdere tempo uscì facendo cadere a terra una guardia.

"Forza Seungmin! Tu sei un guerriero. Lotta con me."

○●○

Jisung si trovò faccia a faccia con quel soldato che prima gli sputò in viso.
"E tu come sei usci-" il ragazzo gli tirò un calcio dritto sulla mascella facendolo cadere a terra.
Lo trascinò in un angolo dove nessuno potesse vederlo e gli prese le chiavi dell'armeria.

"Jeongin!" urlò facendosi sentire dal ragazzo.
"Forza seguitemi!" urlò il più piccolo facendosi seguire dai compagni evasi.

La gran folla assaltò l'armeria prendendo tutte le armi presenti.
"Prendetele tutte! Dovremo darle ai nostri compagni quando verranno liberati!" ordinò Jisung facendosi ascoltare a pieno.

Tutti esultarono contenti ed entusiasti. Un briciolo di speranza fece spazio nei loro cuori.

Jisung guardò la telecamera di videosorveglianza nell'armeria dando l'ok a Chunhei.

Il ragazzo prese un gran respiro e premette il bottone per aprire tutte le celle nella prigione.
L'allarme cominciò a suonare in tutto il Palazzo Presidenziale.
Non si poteva più tornare indietro.

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Apocalisse

World//Seo ChangbinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora