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Un anno prima...

"Quando ti accorgerai che tutto ciò che fai è sbagliato?!" sbraitò Sumin.
Dongmin la guardò impassibile seduto al proprio posto nel suo studio.
"Sumin... non costringermi a fare la stessa cosa anche con te."

"Dongmin! Hai ucciso il ragazzo di tua figlia! Lei era felice e tu lo hai ucciso!
Hai visto Y/n ora?! Hai visto?
Chi sei tu per farle dimenticare cos'è l'amore? Il significato della vita?!"
"Non è nulla... Sumin stai seriamente esagerando. Se continui così mi vedo davvero costretto a prenotare una seduta anche per te..." si preoccupò Dongmin cercando di venirle incontro.

"Tu sei solo un povero razzista senza senso!" gli tirò uno schiaffo in pieno viso.
"Non ti dovevi permettere! Non senza il mio consenso! Tu hai spento la mia bambina! Non è più lei! L'hai cambiata!"
"Ora ascoltami bene perché mi hai stancato." la prese per i polsi obbligandola a tacere.

"Non mi interessa se per te ciò che ho fatto è giusto o sbagliato. Amo mia figlia e devo stare a degli ordini dannazione!"
"Tu non la ami! Tu sei solo un mostro!
Tu la picchi quando non ci sono! Ti rendi conto?! Dongmin! Tu picchi nostra-"
Ora fu Dongmin a tirare uno schiaffo a Sumin facendola tacere.

Sumin indietreggiò fino ad uscire dallo studio, Dongmin pensò solo a tornare al proprio posto e continuare il suo lavoro.

Era notte quando Sumin si introdusse di nascosto nella camera della figlia. Lei stava dormendo, la sua espressione però non sembrava tranquilla. La sentì nominare un ragazzo, capendo che probabilmente si stesse riferendo al ragazzo morto.

"Tesoro mio..." le baciò con cautela la tempia della testa. "Tu sei una ragazza forte... non mollare... mai..." bisbigliò tra le lacrime mettendole a posto i capelli.
"Non dimenticare mai in cosa credi... devi solo lottare... lotta... lotta Y/n."

Poi si allontanò chiudendo piano la porta dietro di sé.
Entrò nella stanza che condivideva con il marito, il letto ancora intatto, ci si sedette prendendo tra le mani una carta bianca e una penna, scrisse qualcosa e lasciò il tutto sul cuscino del marito.

Senza farsi vedere uscì di casa, raggiunse la punta più alta del Mondo di Sopra, lo stesso posto in cui Y/n si incontrava con Changbin.

Si buttò senza troppi ripensamenti, lasciandosi andare, lasciando la sua vita, sua figlia... lasciava andare una parte di sé; che in qualche modo sarebbe stata viva nel cuore di chi la conosceva.

○●○

"Quella lettera io la conservo ancora." spiegò Dongmin tirando fuori un foglietto di carta stropicciato dalla tasca dei pantaloni.

"Vado verso una vita migliore. In attesa che tu mi raggiunga." recitò le sue parole.
"Capì subito dove tua madre si tolse la vita così mandai delle squadre di ricerca... dopo 3 giorni la trovarono."

"Tua madre in qualche modo ha sempre saputo che saremmo finiti a questo punto ma io non le ho mai creduto... a quanto pare mi sbagliavo."
"Papà... sei ancora in tempo per fermarti! Possiamo scappare! Possiamo cambiare il Mondo!"

"Questo Mondo non può essere cambiato! Non cambierà mai."

"Tu dici?!" la voce di Changbin rechieggiò in tutta la stanza facendo impallidire Y/n.
"Changbin!"

"Quindi è lui il ragazzo a cui sparai due anni fa eh..."
"E tu sei il poliziotto che sparò a mio padre quattordici anni fa."

World//Seo ChangbinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora