Capitolo 43

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Se c'era una cosa che Tom Riddle aveva imparato dopo la relazione con Aileen, era di non sottovalutarla mai: nei periodi dove non era in azione con le missioni governative o dell'Ordine, si sentiva ancora più agitato; sapeva che la ragazza (anche quando era a riposo) trovava qualcosa da fare e le due settimane di inattività, lo preoccupavano e neanche poco.
Si riscosse dai suoi pensieri quando bussarono alla porta, ma continuando a tenere gli occhi chiusi <Dimmi che hai trovato qualcosa Fenrir> <Ho trovato una scarsa accoglienza, dovresti migliorare il servizio>, sbarrò gli occhi quando vide chi aveva parlato <Occhio che tenendo la bocca aperta, entrano le mosche>.

<Cosa sei diventata?> intanto la ragazza percorreva la stanza <Non apprezzi cosa volevi esclusivamente da me?> il silenzio si era impadronito della situazione: Tom non poteva negare che salì la nostalgia trovandosi nella stanza con lei, da soli dopo tanto tempo <Cosa vuoi da me? Aiuto? I tuoi amichetti non sanno cosa fare?> trovò quel suo ghigno terrificante e accattivante allo stesso tempo <Voglio risanare il favore che abbiamo in sospeso da Hogwarts, oppure hai la memoria corta?> si alzò dalla sua sedia, incrociò le braccia nel tentativo vano di imporsi <Vai al sodo, cosa vuoi?> la ragazza aggirò il tavolo per fermarsi al suo lato <Sai a che grado di parentela siamo noi?> Riddle alzò un sopracciglio <Francamente non ricordo, ma molto lontano. Cosa c'entra questo?> <C'entra, se vuoi continuare ad essere vivo ed evitare che riveli il tuo nascondiglio> <Aileen, cosa diamine ti serve?> per una frazione di secondo, alla ragazza parve di captare un briciolo di preoccupazione ma non si fece lasciar andare ai sentimenti: non era né il momento, né la persona giusta <Stupeficium> seguì un tonfo sordo "Meno male che la stanza è insonorizzata", chiuse la porta a chiave per evitare incontri improvvisi <Questa la tengo io mentre faccio quello che devo fare> estrasse via la sua bacchetta, posizionandola nella tasca dei pantaloni e si inginocchiò <Veniamo a noi, è ora di prendere un po' di quello che ci rende simili>.

L'ultima cosa che ricordava prima di svenire erano due occhi azzurri che lo guardavano da vicino, una parola detta sottovoce e un lampo rosso: si mise una mano sulla testa per il mal di testa "Dannati sentimenti" e si alzò da terra barcollando. La bacchetta era sul tavolo, come anche il golfino "Non ricordo di averlo tolto": allungò il braccio per prendere la bacchetta ma notò un arrossamento intorno ad un microscopico foro. In quell'istante, iniziò ad urlare ordini per tutto il nascondiglio.
Era giunta l'ora di concludere il piano.

Nella giornata del 31 ottobre, Severus aveva ricevuto una bella notizia. Era da un mese che aspettava oramai ed arrivò una risposta: sarebbe diventato il nuovo insegnante di pozioni alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Per quanto riguarda il suo predecessore -il professor Lumacorno- si ritirò perché iniziava a sentire l'età e voleva dedicarsi ai suoi hobby.
Stava compilando le ultime carte inviate dal gufo reale della scuola ed era particolarmente contento: i capelli raccolti in un codino con qualche ciuffo che fuggiva fuori dall'elastico, si muovevano ad ogni singolo gesto di piuma e la fiamma della candela danzava trasmettendo un senso di calma "Oggi sembra andare tutto liscio".
Decise di coricarsi presto, le emozioni forti lo devastavano ma qualcosa fuori dalla porta decise di non essere della stessa sua idea. Scese di fretta le scale che portavano alla sua camera da letto ed aprì la porta: trovò solamente una lettera sullo zerbino e un cane grigio seduto nel suo giardino; prese a fissare quell'animale, aveva una sensazione strana e dopo vari giochi di sguardi decise di prendere ed aprire la lettera.
La calligrafia elegante si svolgeva in una sola frase, alquanto allarmante: "Voldemort ucciderà questa sera la neo famiglia Potter".
Neanche il tempo di chiudere la porta che Piton si smaterializzò andando ad avvertire Silente del messaggio appena ricevuto.
Regulus prese le sue sembianze umane ed entrò nell'abitazione del suo vecchio conoscente: chiuse le finestre, mangiò un bel pezzo di pane dove c'era la marmellata ai frutti di bosco spalmata; finito di mangiare, chiuse la porta e se ne torno con le sue sembianze Animagus da dove era venuto: il sto piano personale di riscatto per tutto il dolore creato dalla sua intera famiglia stava continuando, aiutare i buoni gli faceva sentire il cuore più leggero.

Ciò che successe quella sera, passò alla storia.
Aileen arrivò tardi: dopo aver bevuto il sangue del suo parente più prossimo, tornò in forma umana dopo aver dormito per molto tempo; si svegliò direttamente il primo novembre: la sua casa era inondata da lettere da parte del Ministero, di Silente ed altri personaggi noti.
Pianse fiumi di lacrime sulla spalla di Remus, dandosi la colpa e il licantropo non poteva che dirle il contrario: che prima o poi avrebbe colpito, che poteva andare anche peggio e coinvolgere altre famiglie.
In fondo, il suo sesto senso le aveva suggerito di dare la massima allerta però per una volta decise di non dargli retta: il costo della sua mossa fu pagato caro ma il fatto che Voldemort fosse svanito nel nulla le alleggeriva la mente.
Nelle settimane che seguirono, andò spesso al Ministero per far evitare Azkaban a Sirius. Fu tutto vano: si diceva che avesse ucciso 12 babbani e Peter Minus; un giorno che entrò nella sua cella, Sirius le prese in mano il volto stringendolo forte e con gli occhi sbarrati, le mani che tremavano sussurrava a velocità smisurata <È stato Minus, quel topo la pagherà. Li ha uccisi tutti, si è fatto saltare un dito per incastrarmi> arrivò quasi per aggredirla, ma Remus lo schiantò vedendo che la ragazza non reagì. Anzi, gli venne il sospetto che voleva essere colpita perché "Me lo merito, li ho fatti mandare al patibolo per una questione personale".
Oltre ad entrare e uscire per il carcere, voleva fare un'ultima cosa per i Potter: adottare Harry. Essendo la sua madrina ne aveva il  diritto e il suo lato da mamma negato per causa di Bellatrix riemerse prepotentemente ma fu un buco nell'acqua.
Il piccolo pargolo andò alla sorella di Lily, Petunia nonché già mamma di un altro bimbo e sposata con una grande casa a Little Whinging, precisamente a Privet Drive: Silente le disse che in casi così, il neonato viene affidato al parente più prossimo e poi in caso necessario, alla madrina o padrino.
Le fu concesso di portare il bimbo dalla zia, starci le ultime ore e addormentarlo per l'ultima volta.
Prima di salutarsi, la McGranitt, Silente, Aileen e Hagrid camminarono per le strade deserte notturne di quel paese londinese <Che farai ora?> la ragazza alzò lo sguardo celeste sull'uomo barbuto occhialuto <Continuerò a cercarlo, non può essere svanito nel nulla> <Ail riposati, non puoi partire già> ma la risposta la sapevano già tutti quanti senza che la giovane proferisse parola: non si sarebbe data pace fino a quando non aveva una traccia su Tom Riddle.
Voleva giustizia e l'avrebbe ottenuta.
Costi quel che costi.

Spazio autrice
Dopo più di un anno, riprendo a scrivere.
Sono cambiate tante cose, non solo nello studio ma anche in famiglia e con il lavoro.
Non mi metto a scrivere cosa mi sia accaduto, ma se avete problemi non nascondeteli: parlate con uno psicologo, non negate l'evidenza a voi stess*.
Vi fate solo che del male.
Ho cambiato tante cose in quest'arco temporale dove sono rimasta in silenzio su Wattpad.
Leggevo i vostri commenti, stavo lì a rimuginare quando scrivere un nuovo capitolo di questa storia che ha visto tutte le mie sfaccettature: da quando ero una liceale cresciuta troppo presto per esperienze premature (e a sua volta non essere accettata per quel che era, quindi farsi tante pippe mentali e scusate il linguaggio, ma non saprei descriverle meglio) a ragazza universitaria, una realtà così dura e bella allo stesso tempo.
Ho deciso di prendere questa lunga pausa perché non riuscivo a scrivere neanche un articolo per iniziare la frase.
Ho deciso di ascoltarmi a fine giugno 2021: ho deciso che la mia mente doveva tacere, dovevo ascoltare il mio cuore che diceva "Fatti aiutare, non puoi andare avanti così".
Ora, non mi conosce nessuno su questa piattaforma: nessun mio amic* mi segue, è il mio mondo segreto dove decido di rifugiarmi per staccare la spina dal mondo reale e quando ho notato che lo stavo sporcando, ho deciso di ascoltarmi seriamente.
Chiunque tu sia che stai leggendo, ragazza o ragazzo di qualsiasi etnia, qualsiasi preferenza sessuale e altro, se sei arrivato a leggere fino a qui mi permetto di suggerirti una cosa.
Come se fossi la persona a cui tieni di più e che rispetti infinitamente (mamma, papà, fratello, sorella, amico...) ti voglio dire una cosa: ascolta ogni minimo segnale che provi, che sia positivo o negativo.
Fatti aiutare se ne hai bisogno, c'è già troppo male intorno a noi e non deve penetrarti dentro per mangiarti vivo: non è mai troppo tardi per chiedere una mano.
Grazie a chi è rimast* ad aspettare un nuovo capitolo: questa non è la fine, anche se può sembrare così.
Your Slytherin💙

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 10, 2022 ⏰

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