Alexa
Per la prima volta dopo tanto tempo non mi sembra di risvegliarmi in un incubo.
Apro gli occhi con calma, avverto le palpebre un po' pesanti, e poco dopo li richiudo.
La prima cosa che sento è l'odore di disinfettante, sembra infestare la camera.
Poi mi accorgo della morbidezza del cuscino, delle lenzuola calde e del mio corpo rannicchiato su se stesso.
È come se fossi tornata in me, come se mi stessi riprendendo i miei sensi e la mia corporeità.
Per la prima volta da quando sono qui mi concedo un attimo di pace, schiacciandomi contro il materasso dell'infermeria.
-Alexa, ben svegliata- riconosco la voce di Kira, proviene da un angolo della stanza.
-Devi sentirti stordita- sussurra avvicinandosi, ma non ho voglia di aprire gli occhi. Voglio rimanere qui, fingere che nulla sia successo.
-No, sto bene- ammetto, il mio tono è così flebile che per un attimo credo che non mi abbia sentito.
-Ti ho somministrato dei farmaci, dovrebbero aiutarti a rimetterti in forze dopo l'allenamento- si pone in modo distaccato; deduco che ci stiano ascoltando.
La mia mente richiama il ricordo delle scariche elettriche, della donna a terra che giaceva nel suo sangue, del mostro che mi interrogava.
Ripercorro quelle ore quasi con indifferenza, come se fossero troppo lontane per farmi del male.
Ho l'impressione che qui, in questa stanza, nessuno mi possa toccare.
Mi sbaglio.
Ma non importa, non adesso.La giovane donna si avvicina al mio letto, tra le mani regge una cartellina e una penna nera.
-Ti ho prescritto anche la sertralina, credo sia necessaria per non incorrere in sbalzi d'umore improvvisi nei prossimi giorni- mi spiega con un sorriso abbozzato, nonostante abbia paura di essere scoperta cerca comunque di rassicurarmi.
-Sei tu il medico- sospiro in un gesto di resa. Non potrei oppormi comunque.
Il suono delle pillole che si scontrano cattura la mia attenzione immediatamente.
Kira mi porge la scatolina di plastica colorata, costringendomi ad alzare le braccia adesso pesanti come macigni.
-Una al giorno, massimo due-
Le mie dita saggiano curiose la superficie del contenitore.
Antidepressivo.
Ne ho veramente bisogno?
-Sai, forse non è necessario, io sto bene...- mentre parole vuote escono dalla mia bocca, ripenso all'ultima volta che ho stretto in mano una confezione di pillole.
Quando mi ricapiterà di nuovo?
Ripeto a Kira che mi sento benissimo, ma non è vero. In questo momento desidero solo che mi costringa a prenderle, che non mi lasci altra scelta. Perché decidere da sola sarebbe troppo deprimente.
-Ti aspettano settimane impegnative, hai bisogno di essere pronta. Non è solo un mio parere professionale, non ti prescriverei mai qualcosa del genere senza consultarmi con dei superiori-
Il suo discorso è chiaro.
Lei non vorrebbe darmele.
La costringono a prescrivermele perché non sanno come potrei reagire di fronte all'ennesimo cadavere steso al mio fianco, o all'ennesima umiliazione di Cox.-Rispetta le dosi e non dovrai preoccuparti- mi guarda intensamente, indagando con lo sguardo la mia reazione.
Non mi stupirebbe se fosse al corrente della mia dipendenza da farmaci. Anche solo possedendo il fascicolo che conservava mia madre è visibile la quantità di pillole che ingerivo alla settimana.
I suoi occhi catturano i miei, senza lasciarmi nessuna possibilità di fuga.
Spera che io possa rassicurarla solo con lo sguardo, e soprattutto crede di poter vedere la verità.
Sto fingendo da troppo tempo per non essere diventata abile.
E quando scruta i miei occhi azzurri non riesce a trovare traccia delle mie vere emozioni, riesco quasi a farle credere di essere affidabile.
Ne ho bisogno.
E se questo è l'unico regalo che la Base può farmi, lo accetto volentieri.
-Va bene, devo iniziare adesso?-
I miei palmi tremano in modo quasi impercettibile, tanto che posso vederli solo io.
Ancora una volta osservo le pillole nel barattolino, tutte schiacciate tra loro in una massa confusionaria.
Chissà se mi aiuteranno sul serio.
-No, la prima dose sta già facendo effetto. A proposito, vorrei controllare il tuo stato di salute mentale, le altre analisi le ho già svolte mentre riposavi-
-Non penso di potermi opporre- ribatto con una scrollata di spalle. Prima sarei stata nervosa solo al pensiero, adesso è come se la mia testa fosse da un'altra parte, come se niente di tutto questo importasse.
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Progetto 27|| Broken Soul
Science Fiction[Terzo libro della trilogia "Progetto 27"] La nostra anima è ancora intatta dopo tutto questo? Per quanto ancora durerà? Come facciamo a tenere ogni pezzo insieme? Tutti temiamo un brutto finale.