Ian
Sono sveglio dalle tre e mezza.
Da quando la mia compagna ha iniziato a tremare nel cuore della notte.
La sentivo contro il mio corpo, si contorceva nel sonno, fuggendo da non so quali pensieri.
Prima, quando vivevo alla Base, ero solito dormire nonostante tutto, temprato dalle sessioni di studio notturno del mio compagno di stanza.
Adesso, dopo tutto quello che abbiamo passato, il mio sonno è fragile come il cristallo.Alexa mormorava frasi incomprensibili, scossa da brividi che non riuscivo a placare.
Inizialmente ho provato a tenerla stretta dalle braccia, nella speranza che percependo il mio corpo contro il suo si sarebbe svegliata.
Poi, avevo iniziato a chiamarla piano, appena una sussurro per infilarmi nella sua testa, ma senza turbarla ulteriormente.
Ma qualsiasi cosa stesse sognando, era decisa a tenermi fuori.
Si è svegliata di scatto poco dopo, alzandosi come spinta da una molla, ogni muscolo teso e rigido.
Le ho tenuto la mano per tutto il tempo che è servito a calmarla, a riprendere il controllo. E i miei polpastrelli assaporavano la sua pelle con dolcezza, in un movimento circolare e costante. Volevo darle qualcosa su cui potesse concentrarsi.
-Ian...-
-Shh, aspetta ancora un po'-
-Ian, non c'è tempo- ma mentre lo diceva si rannicchiava sempre di più al mio fianco, senza mai mollare la mia stretta.
Non mi interessava il contenuto della sua visione.
Volevo solo si riprendesse.
Il resto poteva anche sparire.
Ho ascoltato il suo respiro affannato per tutto il tempo necessario a calmarsi, senza dire niente. So quanto sia importante per lei riprendere il contatto con la realtà subito dopo, e non avevo intenzione di accelerare il processo.
-Ho visto Maverick- aveva mormorato con una voce sottile, molto distante dalla sua.
Vedendo che non rispondevo, i suoi pensieri avevano iniziato a scorrere liberamente, come se non fossi presente.
E a distanza di due ore da quell'evento, ancora ci penso.
Rifletto sul perché non ho detto nulla, sul perché le sono rimasto aggrappato con tutte le forze, ascoltandola e basta.
Rifletto, così come allora, sulle mie debolezze.
A quello che mi ronzava per la testa, riempiendo la nostra stanza buia.
Il resto può anche sparire.
La mia priorità sarà sempre la mia compagna. Sopra qualsiasi cosa, qualsiasi piano, qualsiasi persona.
E questo mi rende un pessimo capo, e un nemico debole.Bussa alla mia porta, non ho dubbi che sia lei. Forse siamo gli unici svegli a quest'ora.
Entra in punta di piedi, con due tazze di caffè in mano, deve aver bussato con il gomito.
-Grazie- mormoro mentre si avvicina, sembra essersi del tutto ripresa dai tormenti delle visioni. Anzi, finge che non sia mai successo.
-È il minimo dopo averti svegliato nel cuore della notte. Hai novità?-
Si siede su uno sgabello vicino alla scrivania, dove è posizionata una mappa olografica di una zona fuori città, principalmente occupata da boschi e casette di campagna isolate.
-Non proprio, ma ho fatto qualche telefonata, arriveranno i rinforzi. Mi sembra necessario avere almeno un mezzo con cui raggiungere Maverick-
-Non so quanto tempo abbiamo. È ferito. Ho sentito la gamba bruciare come quando mi hanno sparato- abbassa lo sguardo sulla tazza, ancora piena.
-Che altro hai visto?-
-Molto poco in realtà. Era tutto buio, mi fa pensare che si sia nascosto in qualche capannone. Aveva il respiro pesante, e qualcosa, forse paglia, gli pizzicava la pelle delle braccia. Poi, ho sentito puzza di fumo, e il buio diventare sempre più asfissiante- si interrompe quando nota la mia espressione sorpresa.
Da quando possiede tutto questo potere?
-Non sapevo che le tue visioni fossero diventate così specifiche-
-All'inizio, durante le esercitazioni, vedevo la situazione dall'esterno, come se stessi fluttuando sul soffitto. Ma quando le visioni sono così improvvise e non posso controllarle, vedo tutto come se stesse capitando a me. Come se fosse reale- si rannicchia di più su se stessa, con le ginocchia al petto, e si aggrappa saldamente alla tazza bollente.
-Ho visto persone morire, mi sono sentita morire. Diverse volte. Prevedevo quello che sarebbe successo mentre ero ancora nel loro corpo. Vedevo la stanza con i loro occhi e sapevo che il colpo sarebbe arrivato alle mie spalle, dritto in testa.-
Trattengo l'impulso di chiederle di più, di indagare su una delle poche cose su cui non ho il controllo.
Anche io mi ritrovo a stringere la ceramica del contenitore e assaggiare il caffè; qualsiasi cosa pur di tenere a bada la mia curiosità.
La voglia che ho di entrare nella sua testa e trovare quei ricordi, provare le sue stesse emozioni.
Si può avere ancora paura della morte dopo averla vissuta così tante volte?
La osservo attentamente, in cerca di qualche indizio su quello che non mi dice. Metto in discussione con lo sguardo tutto quello che ho sempre saputo su di lei, sul suo talento.
Il modo di torturarsi le dita, l'espressione seria e distante, quasi troppo per la ragazza che piangeva nella vasca qualche giorno fa.
C'è qualcosa che non va.
Lo colgo appena, come con la coda dell'occhio, ma non ho idea di che cosa si tratti.
E se c'è qualcosa che odio è non riuscire a decifrarla.
Mi fa sentire in svantaggio, messo in un angolo.
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Progetto 27|| Broken Soul
Science Fiction[Terzo libro della trilogia "Progetto 27"] La nostra anima è ancora intatta dopo tutto questo? Per quanto ancora durerà? Come facciamo a tenere ogni pezzo insieme? Tutti temiamo un brutto finale.