Capitolo 19

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Drew

Li guardo interagire, quasi bloccato in uno stato di paralisi, le forbici ancora in mano.
-Ho bisogno di saperlo!-
-Non lo so, Renee. Di solito non lavoro così, sai. Ho il mio antro, una sfera di cristallo, candele profumate, non so...-
- Ti prego, ti prego- la ragazza congiunge i palmi, sembra sul punto di mettersi in ginocchio.
-E poi è difficile, sai. Le stelle devono essere allineate, la temperatura non superiore ai 21 gradi...- Nicholas invece sembra sul punto di scoppiare a ridere, nonostante mantenga un tono di voce serio.
-Da atleta ad atleta, ti supplico, condividi il tuo dono con noi-
Il ragazzino biondo storce le labbra e piazza una mano sul mento, fingendosi impegnato a pensare.
-Tu che dici, Drew?-
La sua voce mi trascina nel discorso, sono costretto ad abbandonare il mio ruolo da spettatore.
-Non so se è pronta, potrebbe essere devastante per lei.- gli reggo il gioco accompagnando le mie parole con un movimento del capo.

Il dramma esagerato che abbiamo portato avanti fino adesso è così fragile che mi basta incrociare lo sguardo di Renee per scoppiare a ridere, trascinando pure gli altri due.
Non mi sarei mai aspettato che sarebbe stato così facile creare una bella atmosfera tra di noi.
Nonostante le personalità diverse, il nostro ingranaggio funziona.

Nick si riprende dall'euforia, quasi scacciandola con movimenti del capo, e posa la mano sopra la mia, che già da tempo aveva trovato il suo posto sulla sua spalla.
Come ci è finita lì? Da quanto tempo lo sto toccando?
-Parlo sul serio adesso, non è una gran cosa, te l'assicuro. Posso solo percepirne l'odore e l'essenza, non è nulla di che-
Tiene ancora il palmo sulle mie nocche, non accenna a volerlo spostare.
Renee non sembra farci caso.
Sto esagerando, è tutto nella mia testa.
-Bè, io nella vita salto sopra un'asta, detta così anche questo non è niente di che- alza le spalle.
Nicholas non mi guarda, ma so già che sta serrando le labbra per trattenere una risata migliore della precedente.
-Detta così invece sembra molto più interessante di quello che faccio io. Una curiosità, quant'è lunga l'asta? Come- affondo le dita nello spazio delle sue clavicole per farlo smettere, ma ottengo l'effetto opposto.
È come se avessi premuto un pulsante e adesso non riesce più a non ridere pensandoci.
Mentre cerco di non far cadere quel cretino dalla sedia, il mio sguardo si posa sulla ragazza, ancora in piedi davanti a noi.
È così divertita che per un attimo penso che non abbia capito la battuta.
La maggior parte delle persone che conosco sarebbe profondamente offesa dalle battutine di Nicholas, in particolar modo questa; ma i ragazzi della Base sembrano immuni a questo tipo di sarcasmo.
Forse ho sempre frequentato persone che si prendevano troppo sul serio.
-Scusalo, Renee. Non voleva insinuare che tu fossi una...-
-È innegabile che anche questo sia un mio talento- sorride facendo l'occhiolino.
Nick mi lancia uno sguardo da "vedi?", con tanto di sopracciglio sollevato.

La ragazza con la pelle scura si avvicina di più in modo da poter osservare la nuca del biondo.
-Cazzo Drew, ma ci sei passato con il taglia-erba?- esclama di scatto subito dopo aver ammirato la mia opera.
Non mi da nemmeno la possibilità di replicare che già ha preso le forbici, strappandole dalla mia mano sinistra.
Non credevo di aver fatto un lavoro così pessimo, quando ha fatto irruzione nella stanza avevo appena cominciato.
-Nick, sta' tranquillo. Non ti permetterei mai di andare in giro come se avessi avuto un incontro ravvicinato con un frullatore- sospira, quasi esasperata.
Aspetto che lei si allontani per recuperare il pettine dal mobiletto alle nostre spalle, per piegarmi fino all'orecchio di Nicholas.
-Sei sicuro che vada bene? Lo so che era una cosa che dovevamo fare insieme, ma ci tengo che tu non ne esca somigliando ad un pulcino o qualcosa del genere, e Renee sembra decisamente più sicura di me in que- i sussurri muoiono tra le mie labbra quando lui mi afferra la mano, di nuovo.
-Ti preoccupi sempre dei sentimenti degli altri- solleva un angolo delle labbra.
Brian mi ha detto la stessa cosa con un tono completamente diverso.
In fondo so che ha ragione, le sue parole non smettono di echeggiare nella mia testa.
Forse dovrei scegliere meglio le persone per cui preoccuparmi, e Cristo quanto mi piace quando sorride in quel modo.

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