Ian
-Spero che non ti dispiaccia se ho dato per scontato che tu avresti dormito in camera con me- esclamo poco prima di aprire la porta della stanza.
Lei avanza a piccoli passi, quasi chiedendo il permesso per entrare.
Ci vorrà tempo prima che si riprenda il suo spazio, nel letto e nella mia vita.
-Lo trovo piuttosto presuntuoso in realtà- riflette ad alta voce con un tono ironico.
Rimango ad osservarla poggiato allo stipite della porta, mentre i suoi occhi azzurri esplorano i pochi arredi.
-Puoi vedere se Nick e Drew ti ospitano, ma mi sa che ruolo di terzo incomodo è già stato preso da Renee-
-Quindi sono bloccata con te?- ci prova, ma non riesce a nascondere un sorriso.
-Immagino sia un modo per vederla, sì-
Lei gira intorno al letto, continuando la sua ispezione.
-Dormi sempre dal lato destro?-
-Sempre- questa volta sono io a sorridere.
Mi è mancata.
Nel momento stesso in cui ha messo piede in questa stanza tutto ha smesso di essere anonimo.
Di solito non mi affeziono agli oggetti, raramente ai luoghi, ma Alexa ha il talento di abitare ogni posto in cui ci troviamo, solo con la sua presenza.
Non pensavo che avrei mai chiamato casa il grande armadio di legno, la lampada a tendina impolverata o il comodino vicino al letto.
Sono cose che non significavano nulla per me, una stanza come un'altra, ma adesso si tingono di sensazioni, vecchi ricordi e perché no, anche fantasie.
Del resto, abbiamo sempre dormito insieme, anche quando eravamo solo amici, forse anche meno di quello.
In ogni posto dove dovevamo passare la notte dividevamo il letto, il bagno e tutto il resto. Inizialmente perché non potevamo permetterci di fare altrimenti, in seguito per abitudine, poi perché non potevamo farne a meno.
C'era qualcosa di rassicurante nello stendersi vicini, anche se non ci toccavamo. Dopo tutto quello che ci era successo sembrava l'unico modo per sentirci al sicuro.-È diversa dalla camera che ci avevano dato quando ci siamo rifugiati qui la prima volta-
Mi piace guardarla accarezzare la superficie dei mobili, curiosando con delicatezza: ha già capito che questa stanza non è sempre stata così spoglia.
Ho spostato in un cassetto la maggior parte degli oggetti personali che c'erano prima.
-Avrei voluto farti conoscere la ex proprietaria di questa camera, ma sei stata tu a chiedermi di rimandare i nostri impegni a domani-
Questa volta mi avvicino a lei, incantato dal modo in cui la luce calda le accarezza il corpo.
Vorrei che al posto del bagliore della lampada ci fossero le mie mani.
-E immagino che tu invece voglia rimandare il discorso sulla tua salute-
Mi scocca un'occhiata e non arretra di un passo. Non so perché, ma temevo lo facesse.
-Sto bene-
-Sicuro. E penso tu non voglia parlare nemmeno di questo- mi afferra il polso e lo tiene sollevato davanti al mio viso. La mia mano è ancora fasciata dal guanto nero.
-Non so di che stai parlando- il suo sguardo si assottiglia, non contenta della risposta. Eppure poco dopo la sua espressione si fa più rilassata, come se fosse disposta ad accettarlo.
Per questa sera.-Allora non ci rimane molto da fare...- riflette a voce alta, fingendosi pensierosa.
Allungo il braccio verso di lei, lentamente, lasciando che me lo consenta. Non ha intenzione di sciogliere la presa intorno al mio polso.
-Io qualche idea ce l'avrei-
Quando le mie dita coperte le toccano la guancia mi pento di star portando i guanti. Ho iniziato a indossarli per respingere quella parte di me emotiva e irrazionale che non faceva altro che ostacolarmi.
E adesso tutte queste emozioni scalpitano per essere liberate, come se riconoscessero in Alexa la loro padrona.
Ho provato a controllarle, le ho rinchiuse, limitate in un angolo della mia mente, ma adesso sembrano aver trovato la strada per uscire.
La verità è che non c'è nessun altro per cui desidero essere umano.
Mi basta vederla chiudere gli occhi mentre avvicino il viso al suo, per rinnegare tutto quello che mi ero ripromesso.
Che senso ha averla tra le braccia se non posso sentire la sua pelle?
Se vivo tutto questo in modo ovattato?
-Non hai paura che sia diverso?- sussurra sulle mie labbra, e se non avessi avuto i guanti mi sarei accorto prima che trema leggermente, un movimento nervoso e quasi impercettibile.
È preoccupata, e spera di giustificare la sua paura rivedendola in me.
Teme che non ci sia più la scintilla, che dopo tutto questo tempo lontani non saremo in grado di colmare la distanza.
-Vuoi dirmi che ogni volta che ci baciavamo era sempre uguale?- le chiedo con un mezzo sorriso, non sono abituato a vederla così insicura.
E per quanto cerchi di controllarlo, il mio cuore si agita al pensiero che le passino per la testa paranoie tanto acuminate. Non fanno altro che farle del male.
-No, è solo che...- si interrompe, sfugge dal mio sguardo e i suoi occhi cadono sulle mie labbra. Sta cercando di respingermi prima che possa succedere.
E se non la vedessi così fragile scoppierei a ridere per l'assurdità della situazione. Alexa teme di non piacermi, forse perché ha cambiato i capelli o per chissà quale cazzata, quando le basterebbe tirarmi a sé e baciarmi e io sarei pronto a fare qualsiasi cosa per lei.
Le basterebbe sfiorarmi adesso per avermi ai suoi piedi.
Ma non posso dargliela vinta così facilmente.
Non sarebbe divertente.
Non sarebbe da noi.
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Progetto 27|| Broken Soul
Science Fiction[Terzo libro della trilogia "Progetto 27"] La nostra anima è ancora intatta dopo tutto questo? Per quanto ancora durerà? Come facciamo a tenere ogni pezzo insieme? Tutti temiamo un brutto finale.