Alexa
Mi sveglio di scatto, madida di sudore.
Le luci sono ancora spente.
Si accendono automaticamente alle sei, un po' per cercare di emulare il risveglio del sole.
Il mio orologio da polso dice che sono le otto.
Qualcuno deve averle spente per me.
Per lasciare che dormissi.Ma non c'è nessuno al mio fianco.
L'abbraccio delle coperte stropicciate inizia a farsi sempre più insistente.
Mi manca l'aria.
Vengo scossa da tremiti che non posso controllare.
È proprio come quella mattina.
Mi sento la febbre.Ho la gola bloccata, incapace di respirare correttamente, mentre il cuore continua a martellare nella gabbia toracica.
La pelle d'oca.
Cosa ci faccio qui?
Non può essere successo di nuovo.Stringo forte il cuscino tra le braccia e premo la testa che scoppia contro la federa.
Sento il suo odore.
Mi rannicchio più che posso, ostacolata solo dalla morbida barriera che in questo momento mi impedisce di vedere.
Di sentire.Ora mi passa.
È questione di minuti.Spingo la faccia con ancora più convinzione nel cotone, focalizzandomi solo su questo semplice movimento.
Avverto poi le dita stringere gli angoli del cuscino, fino a quando non mi faccio male.
Posso concentrarmi anche su quello.
Le cosce nude pervase dai brividi.
I piedi che si sfregano tra loro con irruenza.La sensazione va scemando con calma, prendendosi il suo tempo.
Come una piuma, che dopo mille volteggi, finalmente tocca il suolo.
Ho sul serio toccato il fondo oggi.Non c'è motivo di preoccuparsi.
Jason non mi ha nemmeno sfiorata questa notte.
Non è come allora.
Mi sono svegliata senza pantaloni perché mi ha medicato.
Non abbiamo fatto sesso.
Non mi ha toccata.Calcio le lenzuola, anche se fa male.
Anche se la gamba fa un fottuto male.
Ho bisogno di lavarmi, togliermi di dosso ogni emozione che non posso provare.
Uno stupido attacco di panico potrebbe farmi uccidere.
Me lo ripeto ancora.
E di nuovo sotto la doccia.
E un'altra volta mentre mi asciugo i capelli.
Mentre mi guardo allo specchio.Non posso continuare così.
Fisso il mio riflesso, sfidandolo.
Un po' mi vedo, un po' non mi riconosco.
Non mi è concesso vivere a metà.
Il serpente deve fare la muta.
E se devo diventare Alexa Kline lo farò.
Anche a costo di uccidere Alexa Evans.Lancio un'occhiata ai vestiti che mi ha dato Kira: la felpa e pantaloni della tuta.
Al pensiero di tornare a nascondermici dentro percepisco una fitta allo stomaco.
Ieri è stato un giorno da dimenticare.
Come tutti gli altri della mia vita passati alla Base.Apro l'armadio grigio di Jason, nella speranza di trovare qualcosa.
Il suo odore mi investe per la seconda volta da quando sono sveglia.
Dovrò abituarmici.
È particolare, difficile da associare a qualcosa; Nicholas è molto più bravo di me in questo.
So solo che è decisamente più forte di quello di Ian, più pungente.
La verità è che mi fa paura.
Rabbrividisco al pensiero di riconoscere il suo odore tra gli altri, di imprimerlo nella mia memoria.
O di sapere che cosa succede quando si combina con il mio.I vestiti di cui dispone sono gli stessi dei miei ex compagni.
Abbigliamento sportivo, jeans, magliette a maniche corte.
Afferro la gruccia con una camicia nera, portandomela al petto per controllarne le misure.
Mi sta sicuramente larga di spalle, ma la lunghezza potrebbe andare.
Una volta indossata noto che arriva appena sopra il ginocchio, perfetta per coprire la ferita.
Interrogo la mia immagine allo specchio, consapevole di non essere ancora presentabile.
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Progetto 27|| Broken Soul
Science Fiction[Terzo libro della trilogia "Progetto 27"] La nostra anima è ancora intatta dopo tutto questo? Per quanto ancora durerà? Come facciamo a tenere ogni pezzo insieme? Tutti temiamo un brutto finale.